Enrico omnibusLa canonizzazione di Berlinguer, ora omaggiato e condiviso anche dalla destra

L’ex segretario del Pci è stranamente diventato un simbolo di grandezza politica anche nella retorica di Meloni e Salvini. Eppure parliamo di politici che non si dichiarano antifascisti e non festeggiano il 25 aprile

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Berlinguer a chi? A noi. A noi chi? Ai vecchi comunisti, ai boomer cresciuti a pane e sezioni del Pci, ai nostalgici delle Frattocchie? Macché, nel mondo al contrario (per fortuna almeno in questa storia però il generalissimo Roberto Vannacci non c’entra un tubo), il leader comunista se lo vuole prendere (pure) la destra per farci una bella operazione patriottica, un delta in cui si incontrano tutti i fiumi delle culture politiche del Novecento in un idillio nazionale.

Altro che “opposizione feroce” di cui parla Giorgia Meloni nell’intervista a “Chi”, guarda caso. Quelli sì che erano tempi e politici seri, quando Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante si riunivano in maniera riservata, il venerdì pomeriggio, in una stanzetta dell’ultimo piano in un palazzo Montecitorio vuoto, per discutere su come fermare i terroristi rossi e neri, sfogliando i rispettivi album di famiglia. Utile leggere il libro di Antonio Padellaro, “Il gesto di Almirante e Berlinguer”.

Ora l’operazione canonizzazione del capo comunista – libri, film, documentari, replica su RaiTre del capolavoro surreale di Roberto Benigni “Berlinguer ti voglio bene” – è in pieno svolgimento non solo tra i nostalgici della stagione del compromesso storico e della questione morale. La santificazione, insieme ad altri leader della Prima e primissima Repubblica come Alcide De Gasperi  (“Il Costruttore” nel libro di Antonio Polito), è in pieno svolgimento anche da parte degli ex missini e dei loro figlioli politici. I quali non si stancano di ricordare l’omaggio di Almirante al feretro di Berlinguer. Per cui non è bastata la visita a titolo privato (?) della premier alla mostra organizzata al Mattatoio di Roma da Ugo Sposetti, custode della memoria berlingueriana.

Un altro omaggio che sorprese, quasi una profanazione per le curve bipolarizzate, ma che fa parte di un’operazione politica e culturale che continuerà a ottobre quando, impegni istituzionali permettendo, la premier aprirà la festa del Cinema all’Auditorium di Roma. Con quale film? Uno americano? Un film italiano con grandi attori popolari? No, con un film tutto politico – “Berlinguer. La grande ambizione”, diretto da Andrea Segre, interpretato da Elio Germano.

Il sindaco Roberto Gualtieri, che nelle sezioni romane e berlingueriane è cresciuto, l’ha invitata. Nella sua presenza ci spera tanto Salvo Nastasi, che Gualtieri ha voluto alla guida della Festa del cinema. «E lo ha voluto – ha scritto Mario Ajello sul Messaggero – perché potesse rendere questo evento spettacolare un’occasione, “politica” appunto, capace di raccontare l’identità della capitale d’Italia in una fase in cui Roma è sempre più al centro di tutto». Addirittura.

Un Berlinguer omnibus si aggira per il Palazzo politico italiano. Che viene utilizzato, tenetevi forte e non strabuzzate gli occhi, anche da Matteo Salvini. L’altra sera a Cervia, alla festa della Lega, quella del mojito al Papeete, ha detto che da bambino guardava la tv e vedeva Enrico Berlinguer, «e ne ero affascinato. Guardavo le tribune politiche con Berlinguer e Almirante e, al di là delle differenze, vedevo due galantuomini». L’altro giorno a un convegno di Fratelli d’Italia a Pescara, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa ha esaltato la figura del segretario del Pci e non solo per educazione nei confronti dell’ospite d’onore Bianca, la figlia di Enrico che brilla nella scuderia Mediaset.

Gli eredi del Msi non riconoscono il valore fondante della Repubblica e della Costituzione della Resistenza, non festeggiano il 25 aprile, non si dichiarano antifascisti perché negli anni Settanta i loro amici o fratelli maggiori venivano uccisi in nome dell’antifascismo, negano la matrice neofascista delle stragi che servivano a fermare non solo l’avanzata del Pci, ma di tutto il movimento dei diritti civili della sinistra moderna ed europea. Maggioranza e opposizione oggi non condividono le fondamenta della Repubblica, però Berlinguer (e Almirante) è un’altra cosa: vuoi metterlo nell’album di famiglia di Elly Schlein, a cui non va bene nulla delle cose che fa Meloni?

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