Länder orientaliPerché è così importante il voto di settembre nella Germania dell’est

Tra qualche settimana ci saranno le elezioni in Turingia, Sassonia e Brandeburgo. Nonostante sia una tornata elettorale solamente locale, potrebbe avere un impatto significativo sul piano nazionale

AP/Lapresse

Articolo originariamente pubblicato su Kater, un blog collettivo che parla di Germania – o almeno ci prova – al di là di semplificazioni, stereotipi e luoghi comuni.

A settembre si vota a Est, in tre Länder orientali: il primo in Sassonia e Turingia, il 22 in Brandeburgo, la regione che circonda Berlino come l’impasto di una ciambella circonda il buco al centro.

Se seguite Kater saprete già che le elezioni locali in Germania sono importanti, sia per le competenze che i Länder hanno su numerose questioni politiche ed amministrative sia per le conseguenze che spesso hanno a livello nazionale. Queste però, se possibile, sono ancora più importanti del solito.

Stavolta, infatti, ad AfD può davvero riuscire il colpaccio. Gli alternativi sono primi in tutte e tre le regioni, con distacchi che vanno dal 3% al 9%.

Al di là dei numeri, la sensazione è che AfD ce la possa fare anche perché su queste elezioni locali ha investito moltissimo, in termini di campagna e visibilità, arrivando anche a candidare esponenti estremamente noti (ci arriviamo). Già alle Europee di giugno, dopo aver sbagliato quasi tutto lo sbagliabile – fra un candidato semi-imbarazzante e una campagna funestata da uno scandalo dietro l’altro – erano riusciti a prendere quasi il 16% come secondo partito a livello nazionale. Ora che invece sembrano essersi messi veramente d’impegno c’è la concreta possibilità di arrivare a sfiorare, o addirittura a sfondare, il muro del 30% in almeno un paio di regioni.

Bisogna capirsi però su cosa potrà scaturire da numeri così lusinghieri – e cioè su cosa voglia dire davvero, per AfD, “farcela”. Nonostante tutto, la possibilità che dalle urne esca un Ministerpräsident alternativo che possa formare un governo vero e proprio è estremamente remota. Per come funziona il sistema tedesco, per governare bisogna allearsi, e per ora – per ora – ad allearsi con AfD non ci pensa nessuno. Avere tuttavia un drappello così consistente in un Landtag, un Parlamento regionale, consente di influenzare il governo locale in modo pesantissimo su questioni cruciali, dalla nomina degli organi di garanzia alla composizione del Bundesrat, il Senato Federale che ha competenze estremamente importanti per l’intero Paese. Disporre di un terzo dei voti in un Landtag significa sostanzialmente poter rendere la vita del governo un inferno, e AfD sembra non vedere l’ora di poterlo fare.

Come detto, per queste elezioni AfD ha schierato l’artiglieria pesante, a livello di personale. Soprattutto in Turingia: lì il capolista è Björn Höcke, uno dei volti più noti del partito e capo della corrente più estremista e radicale, già protagonista della manovra che, nel 2020, provocò un terremoto nella politica tedesca e condusse Annegret Kramp-Karrenbauer, allora leader della CDU, a rinunciare alla guida dei conservatori e sostanzialmente al tramonto di ogni sua ambizione politica. Stavolta sembra che nulla possa impedire a Höcke di risultare il vincitore, almeno nominalmente – anche se, come già ricordato, questo non significa che ce lo ritroveremo Ministerpräsident. Quello che ricopre la carica al momento, Bodo Ramelow della Linke, è ancora piuttosto amato dai suoi elettori, ma è il partito che se la passa molto male. Il governo con Grünen e SPD si è rivelato parecchio accidentato, con tensioni crescenti che hanno minato stabilità e popolarità. In più, la Linke è ormai da tempo in crisi permanente, fra emorragie di deputati e iscritti in direzione del BSW, il movimento fondato dalla ex leader Sahra Wagenknecht a inizio anno, e costanti terremoti al vertice – tanto che il criticato Spitzenduo che ha guidato fino ad ora il partito a livello nazionale, composto da Janine Wissler e Martin Schirdewan, si è dimesso domenica 18 agosto, senza che nessuno dei due abbia intenzione di ricandidarsi.

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