Spaccato a metà, con quei chicchi rossi e fitti che sembrano traboccare dalla scorza, ricco di succo e di profumo, il frutto del melograno dà esattamente l’idea di quello che è, un simbolo che fin dall’antichità è stato scelto per rappresentare la fertilità, l’abbondanza, il dono benedetto di una natura rigogliosa e amica. Pianta sacra ad Afrodite, che ne fece dono all’isola di Cipro, di cui è il simbolo, e dove ancora oggi prospera. Nel mondo romano, sacra a Giunone, dea protettrice dei matrimoni fecondi, tanto che le spose ne intrecciavano i rametti negli addobbi nuziali, come segno di buon auspicio. Ma anche protagonista della cena della prima sera di Rosh Ha-Shana, il capodanno ebraico, quando si usa consumare sia qualcosa di dolce, come una mela intinta nel miele, sia cibi che diano l’idea della molteplicità e dell’abbondanza, come la melagrana, rimonim, per augurarsi un anno dolce e prospero: «Moltiplicheremo i nostri meriti come i grani della mela granata».
Da un punto di vista naturalistico, il melograno è una pianta tipica della macchia mediterranea, amato sia per i suoi bellissimi fiori rossi, sia per i frutti, usati in cucina in tanti modi diversi, dai dolci alle insalate, ai sughi. Cresce in climi caldi e temperati e dai fiori primaverili si formano i frutti, che, a seconda del clima e della varietà della pianta, maturano da agosto a novembre. Durante questo periodo, le melagrane crescono e il loro colore cambia da verde a rosso o rosa. Una volta mature, possono essere conservate per diversi mesi.
E quindi, attenzione al momento della raccolta, o dell’acquisto. Una melagrana matura ha una buccia liscia e brillante, con un colore che va dal rosso al rosa. Il frutto dovrebbe essere pesante per la sua dimensione, segno che è pieno di succo. Inoltre, un frutto maturo emette un suono metallico o tintinnante quando viene colpito leggermente. Se il frutto è troppo leggero, o se la pelle è rugosa o danneggiata, è probabile che non sia maturo; o, al contrario, che sia troppo maturo.
La melagrana è un frutto altamente nutriente, ricco di vitamina C, vitamina K, fibre e potassio. È anche una fonte eccellente di antiossidanti, che aiutano a proteggere il corpo dai danni dei radicali liberi.
Grazie alla sua grande versatilità, il consumo di melagrana può portare benefici per la salute in diversi periodi dell’anno. In autunno e in inverno gli alti contenuti di vitamina C aiutano a rafforzare il sistema immunitario e a prevenire le malattie stagionali. Ma in ogni periodo è noto per i suoi effetti benefici, tra cui la prevenzione di malattie cardiache e la riduzione del rischio di ammalarsi di alcuni tipi di cancro.
Il tutto, senza alcun sacrificio dietetico, perché i frutti del melograno compaiono in una quantità di ottime ricette dolci e salate, che fanno parte del patrimonio comune della cucina mediterranea e mediorientale. A cominciare dal succo di melagrana fresco, una spremuta di sapore, salute e raffinatezza che sta conquistando nuovi mercati oltre quelli tradizionali del Medio Oriente, dove è un rinfresco comune, ma molto apprezzato.
Se ne fa grande uso nella cucina iraniana tradizionale, soprattutto in occasione del Natale zoroastriano, lo Shab-e-Yalda, una festività persiana che risale alla notte dei tempi e si celebra il 21 dicembre, il solstizio d’inverno, e durante la quale si offrono ai commensali l’anguria, simbolo di salute e benessere, la melagrana, i cui grani simboleggiano il ciclo della vita, e l’ajil-e moshkel gosha ossia l’ajil che risolve problemi, una miscela di datteri, pistacchi, nocciole, mandorle, uva e varie bacche secche. Ne fanno parte anche deliziosi piatti classici e antichi come il khoresh fesengian, lo stufato di carne con noci e succo e chicchi di melagrana, o la ash-e anar, la zuppa di melagrana. La cucina georgiana propone invece i badrijani, i classici involtini di melanzane con crema di noci e chicchi di melagrana.
Con le melagrane, in realtà, si può allestire un pasto completo dal cocktail dell’aperitivo, il Tintoretto, al sorbetto, fino al liquore di fine pasto, passando per il risotto, al secondo di carne, o di pesce.
L’unico vero problema dei frutti del melograno è come ricavarne i semi senza assassinarli e senza macchiarsi. In realtà è semplice: tagliate la melagrana a metà con un coltello affilato; girate le due metà con la parte dei semi rivolta verso la superficie del tagliere, tenendole leggermente sollevate; battete con una certa decisione sulla buccia del frutto, con il dorso di un cucchiaio: i chicchi cadranno da soli.