Le Olimpiadi di Parigi hanno acceso i riflettori su un tema di rilevanza moderna: la balneabilità dei grandi corsi d’acqua urbani. In preparazione ai Giochi, la capitale francese aveva infatti lanciato un ambizioso progetto di bonifica della Senna, mirato a rendere il fiume sicuro per le competizioni di nuoto e, dal 2025, per i bagnanti.
Un vero e proprio sforzo olimpico, lungo dieci anni, che ha visto Parigi investire circa 1,4 miliardi di euro (con metà dei fondi provenienti dallo Stato). Il progetto includeva la costruzione di un grande bacino per i reflui fognari e il risanamento delle acque per eliminare batteri nocivi come Escherichia e Enterococcus. Nonostante la qualità dell’acqua del fiume sia stata messa sotto accusa in un paio di occasioni durante le Olimpiadi, questa iniziativa non solo ha catturato l’attenzione del mondo, ma ha anche stimolato altre grandi città a riflettere sulla qualità dei propri corsi d’acqua.
Tra queste, Londra ha risposto con un piano altrettanto audace: rendere parte del fiume Tamigi balneabile entro il 2034. Una sfida che, se realizzata, segnerebbe una trasformazione storica per la capitale britannica. Annunciando i suoi piani, il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan, rieletto a luglio per il terzo mandato consecutivo, ha descritto il fiume come un «imbarazzo nazionale», dichiarandosi desideroso di imitare i piani di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, che vuole riaprire la Senna ai cittadini come parte dell’eredità olimpica della città.
L’idea di un Tamigi balneabile può sembrare impensabile per chi conosce questo fiume, con le sue acque considerate notoriamente insicure e fortemente inquinate. Sebbene negli ultimi anni il Tamigi sia stato oggetto di numerosi interventi di riqualificazione, le sue acque restano infatti ancora fortemente compromesse da sostanze chimiche, batteri pericolosi e rifiuti di ogni tipo.
Regolarmente, nel fiume, si svolgono missioni di ricerca e salvataggio, con i sub che definiscono le loro imprese «traumatiche». Basti pensare che nel 2022 sono stati ritrovati ventitré cadaveri nel fiume, un numero in diminuzione rispetto agli anni precedenti ma ancora significativo. Oltre a queste scoperte macabre, nel Tamigi sono stati trovati anche alcuni oggetti particolari. Nello specifico, reperti di epoche passate come spille per capelli romane, elmi celtici, statue e gioielli.
In ogni caso, considerando queste informazioni, non dovrebbe sorprenderci la presenza di tonnellate di batteri nocivi attualmente nascosti nelle acque del fiume londinese. Lo conferma anche l’organizzazione benefica River action, che ha testato l’acqua del Tamigi prima delle regate di Oxford e Cambridge che si sono tenute a Marzo di quest’anno, riscontrando livelli di E.coli dieci volte superiori a quelli che l’Agenzia europea dell’ambiente considera il limite sicuro per la balneazione.
A destare ulteriore preoccupazione è il ruolo di Thames Water, l’azienda pubblica responsabile della distribuzione dell’acqua e del trattamento delle acque reflue. L’ente è al centro di uno scandalo nazionale a causa dell’aumento esponenziale delle fuoriuscite di acque reflue nel fiume: secondo gli ultimi dati, solo nell’ultimo anno Thames Water ha scaricato 14,2 miliardi di litri di liquami nel fiume Tamigi: un aumento cinque volte maggiore rispetto all’anno precedente.
Questa situazione non solo ha suscitato indignazione, ma ha anche messo in discussione la fattibilità del progetto di Khan. «I livelli di liquami che le compagnie idriche stanno riversando nei nostri fiumi sono uno scandalo», aveva dichiarato il sindaco di Londra, aggiungendo che «Thames Water deve urgentemente migliorare e prendere in mano la situazione».
L’azienda, però, è sull’orlo del collasso, sommersa da oltre quindici miliardi di sterline (17,5 miliardi di euro) di debiti e costretta ad affrontare diverse multe e indagini regolatorie legate al caso in questione. Nonostante le evidenti difficoltà, Khan è determinato a trasformare il Tamigi da «vergogna nazionale» a risorsa per la comunità. «Abbiamo fatto enormi progressi nella pulizia dell’aria di Londra, superando le aspettative. Ora è il momento di pulire anche i nostri corsi d’acqua e di elaborare un piano per rendere i fiumi di Londra di nuovo balneabili entro dieci anni», ha dichiarato il sindaco, annunciando un nuovo capitolo nella sua battaglia contro l’inquinamento e per una maggior vivibilità dello spazio pubblico.
Se c’è chi lo accusa di aver spinto troppo in là le sue politiche o, al contrario, di non essere andato abbastanza lontano, è innegabile che Khan abbia reso l’inquinamento atmosferico uno dei temi centrali del suo mandato. Un esempio evidente è stata l’espansione della Ultra low emission zone (Ulez) nel 2021, una misura che ha avuto un impatto significativo sui veicoli più inquinanti. Nonostante le pressioni politiche ricevute per fare marcia indietro su questa decisione, Khan ha mantenuto la rotta ed è stato rieletto. E ora il sindaco di Londra ha rivolto la sua attenzione alla balneabilità del Tamigi, mettendo al centro dei suoi piani il Tideway Tunnel, un’opera in costruzione da anni.
Questo sistema fognario, lungo venticinque chilometri e dal costo di 5,8 miliardi di euro, corre sotto il Tamigi nel centro di Londra e libererà il fiume dal deflusso di liquami. Si prevede infatti che il Tideway Tunnel, terminato proprio quest’estate, sarà in grado di connettere trentaquattro condotti di scarico delle acque piovane, deviando le acque reflue verso un impianto di trattamento nell’est di Londra, con una capacità di contenimento pari a seicento piscine olimpioniche.
«Questo è il momento che stavamo attendendo da molto tempo», ha dichiarato all’emittente televisiva Bbc News Andy Mitchell, Ceo di Thames Tideway, aggiungendo: «Da oggi in poi saremo in grado di catturare e trattare la maggior parte delle acque sporche oggi sversate nel Tamigi, e questo significa un fiume più pulito».
Tuttavia, gli esperti avvertono che, con il cambiamento climatico che porterà piogge più intense nel Regno Unito, questa infrastruttura potrebbe non essere sufficiente nel lungo periodo. Non solo: le autorità sottolineano anche che tutto questo sarà inutile se Thames Water non risolverà a monte il problema delle perdite dalle sue infrastrutture.
Sadiq Khan è consapevole che il successo di questo progetto richiederà uno sforzo congiunto e trasversale. «La carica di sindaco non dispone né del potere, né delle risorse necessarie per risolvere da sola il problema dell’inquinamento dei nostri fiumi», ha ammesso, sottolineando così l’importanza di un impegno politico condiviso per realizzare un vero cambiamento. La trasformazione di un fiume urbano in un luogo sicuro per la balneazione è possibile, ma richiede volontà politica, investimenti ingenti e, soprattutto, tempo. La promessa di Khan di rendere parte del Tamigi balneabile entro il 2034 rappresenta un’opportunità unica per Londra di riscattarsi sul piano ambientale, ma il percorso è ancora lungo e irto di ostacoli.