In “Civilization”, una serie di videogiochi di strategia basati sulla storia dell’umanità, capita di giocare contro Cesare, Washington, Gandhi e altri grandi leader a capo delle loro rispettive civiltà, che adottano un comportamento coerente con quello che hanno tenuto in vita. Quindi Cesare costruisce un impero, Washington sceglie la democrazia come forma di governo e Gandhi bussa alla porta dei tuoi ambasciatori con la minaccia di sganciare la bomba atomica. Come dite? Qualcosa non torna? Be’, neanche alla vasta comunità di appassionati di Civ, che hanno fatto diventare il “Gandhi nucleare” una gag e un mene.
Wise Elon
byu/Ulinskyy inciv
Nel post qui sopra Elon Musk fa riferimento a una storia così famosa tra i videogiocatori di “Civilization” che è stata indirizzata direttamente dal leggendario creatore del gioco Sid Meier nel suo libro “Una vita nei videogiochi”, pubblicato in Italia da Baldini+Castoldi. «Il leader per antonomasia di ogni civiltà – scrive Meier nella sua autobiografia – era generalmente la loro figura storica più rappresentativa: gli americani erano guidati da Abe Lincoln, gli inglesi da Elisabetta e così via. Anche se si trattava di un’ottima scorciatoia per caratterizzare i Paesi, a volte creava dei problemi. In particolare: il leader più riconoscibile per l’India era il Mahatma Gandhi, che però non era esattamente la figura più adatta con cui andare alla conquista del mondo».
Per determinare il comportamento di ogni leader nel gioco, scrive Meier, «venivano assegnati dei punteggi da 1 a 12 su una serie di variabili, e l’aggressività militare di Gandhi era posta a 1, come ci si poteva aspettare. Un’altra parte del codice di gioco però diminuiva automaticamente di due punti l’aggressività militare ogni volta che un Paese adottava la democrazia, il che teoricamente avrebbe portato Gandhi a un punteggio di -1. Ma poiché i valori negativi non venivano accettati in questo tipo di conteggio, un errore di overflow spingeva il valore al vertice della lista numerica, assegnando a Gandhi un punteggio di 255». Come risultato, il pensatore della non violenza diventava un feroce guerriero e iniziava a bombardare qualsiasi civiltà gli capitasse a tiro.
Ora, la parte più divertente di questa storia è che non c’è nessun errore (o bug) nel comportamento del leader indiano. È vero che Gandhi minaccia frequentemente il giocatore, dal momento che uno dei modi per mantenere la pace è la deterrenza, ma lo script «le nostre parole sono supportate da armi nucleari» è identico a quello di Napoleone e di qualsiasi altro leader nel gioco. In “Civilization V” (2010) l’aggressività dell’India è effettivamente stata impostata a 12 dal lead designer Jon Shafer, ma questo è successo dopo che la storia era diventata famosa, quindi si tratta a tutti gli effetti di una strizzatina d’occhio, insomma di un Easter Egg.
Meier ripercorre la storia di questa leggenda urbana: «Il primo riferimento fece capolino nel luglio 2012 – due anni dopo la pubblicazione del gioco di Jon e oltre due decenni dopo quella del gioco originale – quando un utente di nome Tunafish pubblicò la notizia bizzarra su un sito web, TVropes.org, che può essere modificato da chiunque». Quindi «una versione depotenziata della stessa storia venne postata da un utente anonimo su Wikia, un sito di cultura pop simile a Wikipedia». Nelle settimane successive, iniziò a circolare sui forum, poi nel successivo anno e mezzo occasionalmente su Reddit e Tumblr. «La svolta arrivò nell’ottobre del 2014, quando una striscia comica chiamata “Gandhi della vita reale contro Gandhi di Civilization” venne ripubblicata su Reddit. La striscia in realtà risaliva a diversi anni prima, e trattava solo di sfuggita l’aspetto umoristico dell’idea di Gandhi con il dito sul pulsante nucleare, ma nei commenti sottostanti, una mezza dozzina di utenti si affrettano a tirar fuori la storia del presunto errore di overflow. Con così tante persone concordi, la storia divenne verità».
Do you remember Nuclear Gandhi? pic.twitter.com/QCHCjxL4yu
— joy (@jeeveshsharma00) October 2, 2024
Oggi forse abbiamo accumulato un maggior grado di scetticismo nei confronti di spiegazioni che appaiono plausibili ma sono pubblicate da utenti anonimi in discussioni aperte a tutti. Insomma, il “Gandhi nucleare” è figlio di un’altra epoca di internet, quando la rete ci sembrava (e forse era) meno distopica. L’altro aspetto è che c’è sempre un livello di coinvolgimento emotivo in una leggenda metropolitana, come sa bene chi vi scrive, un avellinese che per anni ha sentito ripetere dai suoi concittadini il racconto di un fantasma che avrebbe profetizzato il terremoto in Irpinia del 1980.
I videogiochi hanno almeno sessant’anni di storia ed è per questo che le loro leggende urbane hanno una cifra e un’estetica generazionale. Ad esempio, c’è quella di Polybius, figlia dell’epoca delle sale giochi, secondo la quale i servizi segreti americani avrebbero distribuito un cabinato per sperimentare i suoi effetti psicologici sui giocatori ignari. E poi c’è la lore oscura di Super Mario 64, che racconta di un’intelligenza artificiale nascosta nella cartuccia in grado di accordarsi allo stato d’animo del giocatore: ogni copia di Mario 64 è personalizzata, e, se sei triste, anche il gioco diventa triste con te.
Si tratta di manifestazioni “non ufficiali” del dominio culturale di un medium che non ha nulla da invidiare al cinema o alla televisione: non soltanto adattamenti, convention, collaborazioni con i brand di alta moda. I videogiochi sono incisivi anche perché il commento di un giocatore trova terreno fertile e si espande in una valanga, venendo infine indirizzato dal creatore di quello stesso videogioco. Ma questo non sarebbe stato possibile senza una comunità che vuole condividere la propria passione e che quindi interagisce, commenta e scopre esperienze condivise. Il Gandhi nucleare è una di queste.