In questa serie di articoli che nel corso di queste settimane vi abbiamo proposto c’è stata la puntuale analisi di azioni e di iniziative fuori dal quadro della legalità e delle disposizioni europee da parte di soggetti che agiscono, tramite committenti privati, per rilanciare la propaganda del Cremlino, e che passano sotto il silenzio delle istituzioni e del governo italiano.
Non siamo nel Regno Unito, dove il ministro degli Esteri David Lammy ha definito i tentativi di interferenze e di disinformazione come un’emergenza nazionale: siamo molto più semplicemente in Italia, patria del compromesso e dell’ignavia, terra quindi prospera per essere cassa di risonanza e ricettacolo di ogni genere di nefandezze.
Più volte abbiamo analizzato il caso di Andrea Lucidi e di Vincenzo Lorusso, i due “freelance” della propaganda putiniana in Italia, più volte abbiamo raccontato modalità di finanziamento e di azione nella sfera del dibattito pubblico italiano, ma se la loro missione lavorativa per conto terzi è nota, non è nota la modalità in cui avviene.
Secondo quanto appreso da fonti del Ministero dell’Interno ucraino, Lucidi e Lorusso si troverebbero in territorio ucraino occupato dall’esercito russo in modo irregolare, poiché non hanno nessun permesso del governo di Kyjiv che per il diritto internazionale ha la giurisdizione nelle aree del Donbas e del Luhansk. Infatti, secondo il Regolamento dell’ingresso nel territorio della Repubblica d’Ucraina temporaneamente occupato (Decreto del Gabinetto dei Ministri dell’Ucraina N. 367 del 4 giugno 2015), ogni cittadino straniero che vive, lavora, e opera in suddetti territori deve essere autorizzato prima di entrare, e può permanere per un numero limitato di mesi.
Fra l’altro, il Regolamento prevede che l’ingresso dei cittadini stranieri e delle persone senza cittadinanza nel territorio ucraino temporaneamente occupato dai russi si svolga tramite punti di controllo. Le persone devono essere munite del passaporto valido e del permesso speciale, rilasciato dall’organo territoriale del Servizio Statale delle migrazioni. Ovviamente Lucidi e Lorusso non hanno cittadinanza ucraina, e tanto meno visti o permessi di soggiorno, e quindi risiedono illegalmente nel Paese dove svolgono un’attività giornalistica che diffonde contenuti giustificazionisti della politica genocidaria del Cremlino.
La situazione di Lucidi è stata più volte segnalata dalle autorità ucraine al ministero degli Affari Esteri e allo stesso ministro Antonio Tajani, che a oggi – secondo quanto apprendiamo – non hanno intrapreso nessuna iniziativa significativa.
La diplomazia ucraina ha chiesto al ministero a più riprese, dopo il deposito di un’istruttoria accurata, di procedere con l’inserimento del propagandista nell’elenco dei sanzionati. La risposta è stata sorprendente: «L’Italia applica solo le sanzioni europee o internazionali».
Anche per questo motivo nel corso dei giorni scorsi è iniziato l’iter per includere Lucidi e Lorusso tra i sanzionati del governo ucraino, per poi trasmettere formale richiesta all’Alto Rappresentante designato della politica estera europea, Kaja Kallas, per rendere il provvedimento omogeneo in tutta Europa, anche in virtù del nuovo pacchetto di sanzioni approvato lo scorso ottobre dal Consiglio europeo che prevede per propagandisti e agenti stranieri il blocco dei beni e divieto di viaggi internazionali.