Cosa pensi di aver sfogliato? Oh! Dico a te! Sì, parlo con te, proprio con te che stai leggendo. Te lo domando di nuovo: cosa pensi di aver appena sfogliato? Inutile che abbassi i lati della bocca, che strizzi le spalle… e levati dalla faccia quel sorriso presuntuoso! Tanto lo so cosa ti stai dicendo: ma che vuole questo? O questa, o… maccheneso. Cosa vuoi che abbia appena sfogliato?, ti stizzirai infine… un libro di fotografie ho sfogliato, non lo vedi?
Che tenerezza. Eppure non è colpa tua, ormai ci hanno abituati così, a osservare tutto di corsa. Non ti preoccupare, è successo anche a me la prima volta. Lo so, sai, dei sorrisi che ti sono scappati girando le pagine. “Oddio, quello me lo ricordo… e lei? Com’è che si chiamava lei?” E so anche dei tuoi accenni di biasimo, di imbarazzo: “Diomio, che roba però…” Ammettilo, per un attimo è stato un po’ come guardare il vecchio album di uno zio.
Be’, non hai capito niente. Questa è una radiografia. Questa è la tua radiografia. Sì, proprio così. Questo sei tu. Sei tu ora e sei tu domani. Sei tu e sono io e siamo tutti. Questa è l’immagine di ciò che ti sgambetta dentro. Che ti ammicca. Che ti attrae e ti tormenta. Le viscere della tua mente. Scolorite, scarnificate, bianco su nero, lì, spiattellate davanti ai tuoi occhi.
Da “TELEVISIVA”, di Stefano De Luigi, L’Artiere Edizioni, 500 copie