«Una pianta ha radici e non può muoversi nello spazio. Le idee invece possono. E cosa può nascere da un nuovo seme di grano non credo sia riassumibile solo nella pianta che genererà». È condensata in poche parole, emotive e razionali allo stesso tempo, la storia e le origini del Pastificio Agricolo Mancini, realtà incasellata in quel territorio marchigiano, che sa di fatica, rinunce e prospettive. Una realtà che abbiamo avuto modo di raccontarvi più volte e che rappresenta in qualche modo l’Italia bella e produttiva, quella delle famiglie che sono state in grado di costruire un tessuto imprenditoriale pratico e visionario, partendo dalle basi e dagli insegnamenti delle generazioni passate. Ci siamo trovati tante volte a discutere di quanto la narrazione intorno ai legami del passato sia preponderante nel contesto culturale attuale, di come le basi per il racconto del mondo del cibo e del vino partano sempre dai ricordi, dalla famiglia e dai nonni. E molto spesso queste basi sono solo orpelli che cercano di creare sovrastrutture emozionali, che a uno sguardo attendo vengono fuori poi come vacue e prive di tattilità reale. Ecco perché, quando si inciampa in un’azienda, come quella del Pastificio Agricolo Mancini, che quella storia familiare la prende davvero sul serio e la trasforma in un futuro visionario, non si può non rimanerne abbagliati, commossi quasi.
«Ci sono alcuni ricordi impressi nella mia memoria più di altri: l’essersi distinto per la convinzione con cui ha investito sui primi mezzi agricoli meccanizzati; il rischio corso da portavoce di una categoria di lavoratori venendo alle mani contro un prepotente fattore del paese; quel bisogno insistente di parlare con ogni giovane che lo incrociasse per cercare di leggerci il futuro; il pericolo corso in silenzio (nemmeno nonna sapeva!), misto a un po’ di soddisfazione, nel lasciarmi provare la sensazione di guidare da solo, ancora bambino, il suo trattore come “premio” alla mia passione crescente per la campagna». Eccolo tutto il significato di quella storia familiare e anche di un mondo, quello dell’agricoltura, che per Massimo Mancini, nipote di Nonno Mariano, è stato tradotto con l’impegno verso la terra e verso un’azienda che oggi riflette gli stessi desideri e la stessa progettualità innovativa fatta da Mariano Mancini tanti anni, quando nel 1938 diede l’avvio all’azienda agricola.
Il perché di questa premessa è d’obbligo e trova il suo compimento in un libro realizzato dal pastificio in occasione di un raccolto speciale e di una collezione di spaghetti altrettanto unica: «La varietà di grano duro Nonno Mariano nasce per esprimersi al meglio nello stesso territorio dove lui ha vissuto ma senza esserne limitata: sarà a disposizione infatti di tutti i coltivatori che la vorranno». Tra i vari grani coltivati dal Pastificio Agricolo Mancini c’è una varietà dedicata proprio al suo fondatore, sviluppata attraverso un percorso di ricerca durato circa sette anni, e che oggi ritroviamo in un omaggio esplicitato in mille e centocinque (come il numero degli anni che ha vissuto) cofanetti esclusivi e numerati di Spaghetti monovarietali «Nonno Mariano», per un tributo al grano che porta il suo nome e alla bellezza del Raccolto 2024. Dato importante questo e da sottolineare, in quanto le previsioni per questo nuovo anno non si sono manifestate subito in modo positivo, ma anzi.
L’abbiamo ripetuto più volte: non è l’uomo a decretare il successo di una stagione agricola. O meglio, l’uomo con la sua azione e la sua competenza può dialogare con la terra, ma è la campagna a dettare le regole e l’uomo può e deve semplicemente trarne giovamento e insegnamento. A dispetto di tutto, però, l’ultimo raccolto è stato come quei versi di una canzone che arrivano inaspettati a dare risposte e conforto: «Dopo le difficoltà legate agli estremi climatici delle ultime due stagioni, ricorderemo il 2024 per i suoi aspetti positivi, che l’hanno reso esattamente il raccolto come ce lo auguriamo sempre: andamento meteorologico favorevole e caratteristiche di colore, profumo ed equilibrio del grano di cui siamo particolarmente orgogliosi e soddisfatti» — ha sottolineato infatti Massimo Mancini. Da qui l’idea di creare un prodotto nuovo e quasi da collezione, se vogliamo, in un cofanetto che contiene anche un libro con il racconto proprio di quell’uomo forte e sincero da cui tutto e partito e che vuole essere un assaggio di grano, di storia e di passione, che si può portare a casa approdando nello shop online e nel negozio fisico a Monte San Pietrangeli. E no, non è un regalo da fare a chiunque per Natale, ma solo a coloro che quando addentano una forchettata di spaghetti, dentro ci ricercano il sapore della terra e il profumo del grano.