Lunedì il Consiglio degli Affari Esteri ha approvato il quindicesimo pacchetto di sanzioni che per la prima volta include i responsabili delle azioni di guerra ibrida e propaganda a favore del regime russo. Un risultato molto importante raggiunto con un lavoro capillare da parte della Commissione Europea e degli uffici dell’Alto Rappresentante della politica estera Kaja Kallas e del suo precedessore Josep Borrell.
I nomi inclusi all’interno del pacchetto sono stati oggetto di indagine a partire dal maggio del 2024, e per questo si è reso necessario aggiornare la regolamentazione della normativa sanzionatoria, poiché non erano previste misure repressive per coloro che attuano campagne sistemiche di disinformazione e influenza contro gli Stati europei.
Sulla scorta di questa innovazione, l’Unione europea è riuscita così a determinare una rosa di nomi che nel corso di questi anni hanno pianificato, elaborato e contribuito a generare azioni di guerra ibrida.
Scorrendo la lista dei sanzionati si può assistere alla decapitazione de facto della centrale operativa della propaganda russa in Europa e in Africa. Tra le entità sanzionate troviamo l’Unità 29155 del Gru (Servizio segreto militare russo) che si occupa delle politiche di reclutamento e di azioni di propaganda nel territorio europeo (con particolare attenzione ai Paesi Baltici).
Secondo quanto riportato dal documento della Commissione Europea, «l’unità 29155 del Gru è un’unità occulta all’interno dell’agenzia di intelligence militare russa (Gru), nota per il suo coinvolgimento in omicidi all’estero e attività di destabilizzazione in tutta Europa. Attraverso colpi di Stato, omicidi, attentati dinamitardi e attacchi informatici contro altri Paesi in tutto il mondo in relazione alla guerra in Ucraina, cerca di creare il caos e di destabilizzare i Paesi dell’Unione europea. Realizzando tali azioni, cerca di aiutare la Russia e di apportare vantaggi a quest’ultima. L’unità Gru 29155 ha compiuto attacchi informatici e di altro tipo contro infrastrutture critiche. È pertanto responsabile della pianificazione e direzione di attività di destabilizzazione nonché di tentativi di destabilizzazione nei paesi dell’Unione europea».
Nel novero delle sanzioni troviamo Artem Sergeevich Kureev, caporedattore di “African Initiative” e figura molto importante per il panorama mediatico russo, Tinatin Kandelaki, figura di spicco di Gazprom Media (entità sanzionata) ritenuta responsabile di veicolare la propaganda russa nei territori illegalmente occupati e di usare il suo peso mediatico per giustificare l’invasione.
Ma il vero colpo destabilizzante per la rete europea dei propagandisti arriva con le sanzioni ad Alesya Miloradovich, un nome che dice poco al grande pubblico, ma è lei che – come si legge nel dispositivo della Commissione – «in qualità di collaboratrice del governo di Mosca organizzò una missione di “osservazione elettorale” nei territori ucraini occupati illegalmente dalla Russia, nel contesto del referendum di annessione di tali regioni alla Russia, e ha reclutato cittadini francesi che hanno partecipato alla missione. Ha ammesso pubblicamente di aver agito in tal modo a vantaggio del governo russo. È stata inoltre co-organizzatrice di visite presso l’Artek International Children Centre nella Crimea illegalmente annessa, finanziate dal governo della Federazione russa. È stata altresì coinvolta nel progetto di propaganda russa “Giornalisti stranieri per la Russia” e ha contribuito a diffondere opinioni filorusse, anche affermando che la società francese e la società occidentale sostengono le azioni russe contro l’Ucraina. Alesya Miloradovich è pertanto responsabile di azioni o politiche del governo della Federazione russa che compromettono o minacciano la democrazia, lo Stato di diritto, la stabilità o la sicurezza di un paese terzo, ovvero compie o sostiene tali azioni o politiche o ne trae vantaggio mediante la pianificazione o la direzione di azioni che ostacolano o compromettono il processo politico democratico di un paese terzo, anche tentando di destabilizzare l’ordine costituzionale, ovvero l’implicazione diretta o indiretta in tali azioni o l’agevolazione in altro modo delle stesse».
Nella missione “Giornalisti stranieri per la Russia”, che viene ritenuta la spina dorsale del reclutamento della propaganda russa in Europa, secondo una lista inviata dal governo ucraino alle istituzioni europee, fanno parte anche gli italiani Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso, che compaiono in compagnia di Miloradovich in vari scatti di una missione proprio nei territori occupati.
Un funzionario del governo francese ci conferma che i nomi di «Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso sono stati inviati a novembre da Kyjiv e segnalati alle autorità europee».
Del think tank che assicura supporto, logistica e protezione fanno parte anche altri sedicenti giornalisti di cui siamo in grado di riportare i nominativi: Enrique Javier Refoyo Acedo (Spagna), Arnaud Develay, Thierry Saint-Hermes, Laurent Briard (Francia), Fiorella Majorca, Patrick Lancaster (Stati Uniti), Andrea Lucidi, Vincenzo Lorusso (Italia), Sonya van den Ende, Mirjam Mahmoud (Olanda), Carlos Fernando Mamani Aliaga (Perú), Kosti Heiskanen (Finlandia), Cem Kiran, Okay Deprem (Turchia), Vadim Alekseev (Lettonia), Haukur Hauksson (Islanda) e Mehnoor Singh (India).
Alesya Miloradovich, in virtù di “diplomatica ombra”, secondo la nostra fonte avrebbe interceduto anche presso numerose ambasciate e sedi consolari di Paesi europei per facilitare il rilascio dei visti per personale dei servizi segreti russi sotto copertura.
Un’internazionale della propaganda che dallo scorso novembre è entrata nei circuiti di segnalazione internazionale e che secondo molti rumor riceverà sanzioni paritetiche tra gennaio e febbraio, quando il Consiglio degli Affari Esteri si riunirà per aggiornare la lista.
In conclusione, è da notare un altro importante provvedimento sanzionatorio nei confronti di Anatolii Prizenko, un uomo d’affari moldavo che lavora per la società Oriflam Cosmetics S.A., il quale si è reso protagonista alla fine di ottobre del 2023, per conto del governo russo, di una campagna antisemita in Francia denominata “Operazione Stella di Davide”.
Prizenko ha inviato a Parigi, dietro corrispettivo, moltissimi cittadini moldavi che hanno dipinto stelle di David per le strade. «Tale operazione ha avuto una grande risonanza mediatica – viene sottolineato dal documento della Commissione – e ha prodotto un significativo effetto destabilizzante nel contesto del conflitto tra Israele e Hamas a seguito dell’attacco del 7 ottobre 2023. Le immagini di tale operazione sono state diffuse per prime dalla rete mediatica Recent Reliable News, che è associata al governo della Federazione russa e utilizzata da attori russi per condurre campagne di disinformazione».
Anatolii Prizenko ha rivendicato l’operazione, e secondo quanto riferito «tale operazione destabilizzante è stata effettuata a vantaggio del servizio di intelligence militare russo (Gru) con l’obiettivo di alimentare le tensioni all’interno della società francese».
Il caso Prizenko dimostra ancora una volta come le vie della propaganda siano infinite e di come esista una saldatura chiara tra l’antisemitismo sistemico, Hamas e la Russia, un elemento polarizzante utilizzato per screditare la tenuta delle nostre istituzioni. Ancora una volta i nemici della democrazia si trovano dalla stessa parte della barricata.