L’incredibile scalata di Reform Uk è una delle sorprese politiche più eclatanti degli ultimi mesi nel Regno Unito. Nato sulle ceneri del fallito Brexit Party di Nigel Farage, il partito britannico più di destra ha compiuto un balzo notevole nei sondaggi, arrivando a insidiare il governo laburista guidato dal primo ministro Keir Starmer.
Dopo soli pochi mesi dalle elezioni generali tenutesi nel luglio scorso, Reform Uk è ormai a un passo dal superare il partito al governo, con una distanza di appena un punto percentuale. Secondo un recente sondaggio condotto da YouGov, il consenso del pubblico per il Labour è infatti fermo al ventisei per cento, mentre quello per Reform Uk è salito al venticinque per cento, guadagnando terreno sui conservatori, scesi invece al ventidue per cento. Questi dati segnano l’inizio di una nuova era politica, in cui il Regno Unito potrebbe vedere un sistema multipartitico, con un terzo protagonista pronto a sfidare il dominio storico dei due grandi partiti.
Ma come è possibile che un leader pro-Brexit, che molti consideravano ormai un capitolo chiuso della politica britannica, stia vivendo una rinascita così sorprendente? La risposta sta in parte nelle preoccupazioni concrete di un elettorato che si sente sempre più ignorato e deluso.
Secondo l’editorialista del Times, Janice Turner, il successo di Reform Uk è strettamente legato all’immigrazione. I dati rilasciati dal ministero dell’Interno sugli arrivi illegali nel Paese sono sbalorditivi: nel 2024 sono oltre 35.800 i migranti arrivati nel Regno Unito attraverso il Canale della Manica, rispetto ai 29.400 dell’anno scorso; con la spesa pubblica per la gestione delle richieste d’asilo che è salita a 5,38 miliardi di sterline (6,39 miliardi di euro) nel 2023/24, in aumento del trentasei per cento rispetto al periodo 2022/23. Inoltre, secondo l’Ufficio nazionale per le statistiche (Ons), la migrazione netta nel Regno Unito ha raggiunto il record di novecentoseimila persone nell’anno fino a giugno 2023.
L’immigrazione è da sempre un cavallo di battaglia di Farage, il quale non si è mai nascosto dietro giri di parole. La sua posizione è chiara: le politiche migratorie hanno avuto effetti negativi sulle risorse del Paese, contribuendo alla carenza di abitazioni disponibili, all’aumento degli affitti e alle pressioni insostenibili sulle strutture pubbliche; in particolare sanità e scuole.
Reform Uk è riuscito a capitalizzare il suo successo grazie a queste tematiche che, secondo i sondaggi, sono una priorità per la maggior parte dei cittadini britannici. Farage ha così reso Reform Uk il partito della verità scomoda, capace di parlare apertamente dei temi che i principali partiti non vogliono invece affrontare apertamente. «A luglio sembrava che il Regno Unito avesse schivato l’ondata populista che travolgeva l’Europa», ha dichiarato Turner, commentando: «Ma forse Starmer è il nostro Biden e noi siamo semplicemente un’elezione dietro».
Che sia o meno un uomo del popolo, Farage è sicuramente un riferimento di molte persone che si sentono costantemente ignorate. Ma se pensate che l’elettore tipo di Reform Uk sia un uomo bianco anziano scontroso che odia l’avocado toast quasi quanto odia Bruxelles, vi sbagliate. Queste elezioni hanno infatti visto un aumento del numero di giovani elettori attratti dall’aura di Farage. Anche i giovani, in particolare quelli tra i sedici e i venti anni, stanno iniziando a guardare a Reform Uk con favore. Merito o colpa di un cambio di marcia nella comunicazione. In questo modo partito ha infatti saputo adattarsi ai nuovi linguaggi e alle nuove dinamiche dei social media, riuscendo a raggiungere anche le generazioni più giovani, con contenuti leggeri ma incisivi, come video ironici su TikTok che strappano sorrisi ma allo stesso tempo pongono interrogativi politici.
C’è poi un altro fattore cruciale che ha aver dato un’ultima spinta a Reform Uk: l’endorsement di una figura influente (che ci piaccia o meno) come Elon Musk. Nelle ultime settimane, infatti, Musk ha usato la sua piattaforma X per attaccare il governo di Starmer e appoggiando in tutto Reform Uk. E sebbene il rapporto tra Musk e Farage abbia preso una piega negativa quando il miliardario statunitense ha scritto su X che il partito «ha bisogno di un nuovo leader», in quanto Farage «non ha le carte in regola», l’appeal internazionale del partito è ormai indubbio.
Il brand Reform Uk è diventato così simbolo di un’alternativa alle politiche del governo in carica, che ha mostrato segni di incertezze e scelte impopolari; soprattutto in ambito economico e sociale. Per Farage, questa è l’opportunità di colmare il vuoto che molti elettori sentono tra le promesse non mantenute dalla classe politica tradizionale; sia laburista che conservatrice.
Il suo obiettivo va ben oltre il desiderio, ormai realizzato da tempo, di diventare una celebrità politica. Ma in questo contesto di incertezze e nuovi protagonismi, la vera domanda resta: Reform Uk può davvero diventare un contendere serio per la guida del governo? Farage ha sempre dichiarato di non voler solo criticare le policies dei partiti tradizionali, ma di costruire una nuova realtà politica che possa rispondere alle esigenze di milioni di elettori che in qualche modo si sentono traditi e abbandonati dagli altri deputati. E la sua visione di Reform Uk come un’alternativa credibile e potente al bipartitismo del Regno Unito si sta gradualmente concretizzando.
Uno dei fattori più importanti per il successo di Reform Uk sarà il consolidamento della sua base elettorale. Il leader riformista ha identificato i settori della società dove può attrarre nuovi sostenitori: la classe operaia, i lavoratori più giovani, e in generale i votanti delusi dalla promessa mai mantenuta di un cambiamento significativo. Il partito ha già cominciato a guadagnare terreno in questi ambiti, conquistando gli elettori che in passato votavano conservatori o laburisti.
Il successo alle prossime elezioni locali, in programma per maggio di quest’anno, sarà fondamentale per Reform Uk se vuole stabilirsi come una forza elettorale credibile. Con oltre centottantamila membri, il partito si sta preparando a sfidare Tory e Labour in numerosi collegi; un passo necessario per dimostrare che non è solo un fenomeno di protesta, ma una realtà politica in grado di competere nelle urne.
Tuttavia, le sfide rimangono notevoli. Il sistema elettorale britannico, che premia i partiti con un supporto concentrato piuttosto che una diffusione omogenea dei voti, rappresenta un ostacolo significativo per Farage. Anche se Reform Uk sta crescendo nei sondaggi, gli analisti sottolineano che la strada per ottenere una maggioranza alle prossime elezioni nazionali rimane difficile. I modelli di previsione dei seggi mostrano che, anche con un significativo aumento del voto nazionale, Reform Uk potrebbe non riuscire a raggiungere un numero sufficiente di seggi da governare da solo.
Secondo alcuni analisti, il percorso più probabile per Farage verso Downing Street è un parlamento senza maggioranza, in cui si negozi un accordo tra Tory e Reform Uk. La possibilità di una “coalizione di destra” è ancora molto lontana; per il momento infatti entrambi i partiti respingono categoricamente l’idea. Ma l’idea non sembra poi così assurda: una parte dei deputati conservatori potrebbe preferire una collaborazione con il leader riformista per scongiurare una possibile ascesa del Labour.
Sebbene l’ascesa al potere di Reform Uk possa sembrare a molti assurda, l’incertezza politica che segna questa fase storica del Regno Unito potrebbe consentire a Farage di compiere il salto da leader di un movimento di protesta a principale contendente per il governo. Ma le elezioni sono ancora lontane.