C’era una volta, in una galassia lontana lontana, un pianeta in campagna elettorale e un signore che aveva perso ogni credibilità al punto da non potersi candidare in prima persona ed essere costretto fare da sponsor al proprio partito. L’aveva persa perché, sistematicamente prometteva una cosa e poi realizzava l’opposto.
La mattina annunciava trionfalmente A è vero, la sera rettificava dicendo “hanno travisato le mie parole, intendevo che A è falso”. Una settimana dopo con sorriso sornione faceva battute sul fatto che A non fosse in fin dei conti nè falso nè vero e poi a dirla tutta: chissenefrega?
Nel momento del bisogno, questo signore di cui abbiamo chiaro il profilo, trovandosi momentaneamente in cerca disperata di visibilità, decise di venir fuori con affermazioni improbabili al limite della decenza.
Quale reazione potevamo attenderci da parte dell’universo conosciuto?
I sacerdoti della verità, o sedicenti giornalisti, presero immediatamente ad opprimere i bravi cristiani chiedendo opinioni sul nulla e analisi particolareggiate sul sesso degli angeli. Tutte le porte della visibilità mediatica si spalancarono per il cazzaro cosmico che, a destra e a manca poteva dire: se la mia proposta è appetibile cosa importa se poi si può realizzare o meno? A chi interessano tali dettagli inutili?
A chi timidamente obiettava: con tutti i problemi seri che affliggono il paese a chi giova (cazzaro a parte) discettare di cotali stronzate? I sacerdoti arcigni pronti rispondevano: populus vult, la gente quando sente parlare dei problemi veri cambia canale invece questo qui è divertente perché non sai mai cosa tira fuori dal cilindro.
Nessuno osava ribattere: ma voi fate informazione o cabaret? Ma un cittadino che volesse, che so io, farsi un’idea ragionevole delle alternative da votare che deve fare? Arrivare a leggersi i programmi? E se non li trova?
Se poi capisce che sono tutti una presa per i fondelli?
Il giullare non si stancava di ripetere: “io le cazzate le sparo gratis, mentre i comici di mestiere si fanno pagare milioni.” Peccato che il conto con gli interessi arrivava ogni volta che veniva eletto ed era ogni volta più salato.
Last but not least, ma quei soldi che alla gente che lavora venivano estorti con la scusa del servizio pubblico non dovrebbero servire ad arginare personaggi del genere, che tra l’altro usano i soldi del finanziamento pubblico per ammorbare i cittadini con la loro propaganda?
Stanco di questo andazzo, un certo giorno il neo candidato Adamo, una delle poche novità sul panorama politico e dei pochissimi che avevano cose sensate da dire e intendevano parlare di programmi e proposte ebbe un’idea.
In uno dei rari spazi che gli venivano concessi si presentò in calzamaglia rosa con una foglia di fico disegnata sull’inguine. Le letture inconografiche erano ovviamente innumerevoli dal gioco sul nome alla demagogia messa a nudo eccetera. Tuttavia quando venne il momento di parlare per 30 secondi come da (in)par condicio il presentatore chiese: “cosa ne pensa dell’abolizione dell’IMU?”
“E’ una troiata, manca la copertura.” Avrebbe dovuto prontamente rispondere.
“Un’idea demagogica, priva di fondamento economico poiché è molto più importante e urgente ridurre le imposte sul lavoro e le imprese. In realtà, un’imposta sugli immobili è meno distorsiva di altre assurde come l’IRAP (che grava anche sulle università e punisce le imprese oneste premiando quelle disoneste) e se il gettito e trasferito agli enti locali, come avviene ovunque nel mondo, ha un senso. Detassare la prima casa è invece regressivo, aumenta la disparità verso chi vive in affitto e produce incentivi perversi.” Avrebbe voluto dire, ma naturalmente non gliene diedero il tempo.
Alla fine aprì la bocca e a quella esitazione il sedicente giornalista incalzò: “insomma IMU sì o IMU no?”
Sorpresa di fronte all’assurdità della domanda e poi tempo scaduto.
La calzamaglia ottenne l’effetto sperato di attirare l’attenzione e ben tre elettori arrivarono addirittura a guardare il programma sul sito. Tuttavia gli autoproclamati Maître à penser e i leccaculo di regime adiotelevisivo non vollero saperne di parlare di proposte e programmi e continuarono a concentrarsi sull’aria fritta, così che il povero Adamo e suoi seguaci dovettero continuare a predicare per la strada.
PS
Qualsiasi riferimento a fatti o cose realmente esistenti è puramente casuale.
PPS
se il PS vi sembra una presa per i fondelli, come lo chiamate chi predica per 20 anni il federalismo e la riduzione delle imposte e poi razzola male facendosi i cazzi propri?
Come chiamate chi dice da sempre che è dalla parte dei più deboli e poi difende le rendite e la parte marcia dello stato, che per ogni euro di spesa utile ne distrugge 8 tra autosussitenza?