Per ora il primo a chiamarlo sogno è stato lo stesso Zuckerberg. Connettere 5 miliardi di persone attraverso internet sembra infatti una grande ambizione, anche se a proporlo è uno che ha creato il social network più famoso al mondo, in grado di mettere in contatto persone a qualunque distanza e di condividere quello che succede nelle nostre vite da cellulari, computer e tablet.
Il progetto chiamato Internet.org è stato spiegato da Zuckerberg in un white paper dal titolo E’ la connettività un diritto umano? Un report dettagliato in cui e’ lo stesso Marc a spiegare non solo cosa internet rappresenti oggi per tutti noi, ma anche gli ingredienti per realizzare il progetto: una navigazione dati più efficiente; utilizzo dati internet attraverso applicazioni (apps) migliori; sostegno alle aziende nell’accesso a internet e sviluppo di un modello che permetta a tutti di essere online.
Fin qui decisamente ammirabile l’aspirazione di voler dare a chi vive nei paesi in via di sviluppo gli stessi servizi del resto del mondo. Non si possono però ignorare problemi strutturali, da risolvere prima ancora che il progetto possa veramente iniziare.
Prima di tutto, nei paesi in via di sviluppo esiste ancora l’incognita elettricità. I nostri smartphone consumano quantità di elettricità non indifferente, specialmente quando si naviga su internet. Oggi, in Africa, due terzi della popolazione vive senza elettricità, percentuale che si alza nelle zone rurali all’85%. Non a caso, a giugno, il presidente Obama ha lanciato un piano da nove miliardi, investiti da privati, che dovrebbe aiutare tutti quei paesi colpiti da frequenti interruzioni di corrente. Per realizzare il progetto internet.org bisognerebbe costruire migliaia di torri per cellulari lungo tutto il continente africano, visto che la realta’ di oggi e’ quella di tante persone costrette a guidare migliaia di km per raggiungere la città più vicina e ricaricare, ad esempio, le batterie delle auto. Il mercato delle stazioni che usano l’energia solare si e’ raddoppiato, come del resto i prezzi per usufruirne.
Un’altra questione è quella legata all’assenza della banda larga. Utilizzare il cellulare per telefonare è sicuramente diverso rispetto a scaricare musica o connettersi ai social networks. Costruire stazioni di banda larga vicino a villaggi isolati costerà non poco in termini di soldi ma anche di tempo. Inoltre sara’ necessario che queste torri di controllo funzionino in maniera impeccabile per far fronte a migliaia di persone che, prese probabilmente dalla novità della rete, useranno i propri cellulari tutte insieme.
Zuckerberg ha anche citato la necessità di migliore le app per gli smartphones, in modo da usare i dati internet in maniera efficace e ridurre al minimo il tempo di utilizzo. L’esempio è quello delle postazioni hotspot, ormai presenti ovunque, che portano wi-fi anche nelle zone isolate di paesi dove l’accesso a internet non rappresenta certo un problema.
Infine, non bisogna trascurare la questione culturale. Paesi come quelli africani e l’India hanno una varietà di lingue che richiedono un ulteriore sforzo nella realizzzione del progetto. Anche lo stesso FaceBook ha avuto problemi nella gestione dello spelling delle parole e nella traduzione di testi. Diverse lingue dovranno essere disponibili sia nei telefoni sia nelle apps, perché sembra quasi impossibile poter utilizzare un telefono senza saper prima di tutto leggere la lingua di impostazione.