Viva la FifaPeter Kenyon consulente strategico per Suning: una buona notizia per l’Inter. Oppure no?

Secondo alcune indiscrezioni pubblicate da CalcioFinanza e Espn, l'ex amministratore delegato di Chelsea e Manchester United, Peter Kenyon, sarebbe in trattativa avanzata con Suning per diventare c...

Secondo alcune indiscrezioni pubblicate da CalcioFinanza e Espn, l’ex amministratore delegato di Chelsea e Manchester United, Peter Kenyon, sarebbe in trattativa avanzata con Suning per diventare consulente strategico dell’Inter, di cui il colosso cinese è azionista di maggioranza.

Kenyon, secondo le indiscrezioni che troverebbero conferma in ambienti vicini al club, ricoprirebbe il ruolo di consulente globale per le attività di Suning in Europa. Questo è un dettaglio importante: Kenyon non lavorerebbe solo per l’Inter, ma coordinerebbe di fatto la strategia di calcio-business dei cinesi nel Vecchio Continente. Suning, che è proprietaria del club cinese Jaingsu, oltre che dei nerazzurri, sarebbe molto interessata ad investire in altri club europei, soprattutto in Belgio e Portogallo. Altro dettaglio importante: Kenyon sarebbe stato avvicinato a Suning da Kia Joorabchian, altro consulente che gravita in zona-Inter ormai da mesi: è stato lui, ad esempio, a rappresentare Frank De Boer nella trattativa che lo ha portato sulla panchina dell’Inter, così come è avvenuto per l’arrivo in nerazzurro del centrocampista dello Sporting Lisbona Joao Mario.

L’arrivo di Kenyon nell’orbita nerazzurra, secondo le prime analisi, potrebbe rappresentare un depotenziamento di Piero Ausilio, che attualmente ricopre la carica di capo dell’area tecnica per l’Inter. Questo non è però un aspetto ancora definibile, poiché solo con l’ufficialità conosceremo l’effettivo ruolo di Kenyon in relazione al club.

Ma cosa sappiamo, invece, di Kenyon. Il suo curriculum parla di esperienze importanti con Chelsea e Manchester United. In entrambi i casi, ha contribuito da Ceo a rafforzare i rispettivi club. Delle due esperienze, quella con i Red Devils resta la più positiva: negli anni tra il 1997 e il 2003, Kenyon ha contribuito a rafforzare l’immagine e la brand identity di un club che in Ingilterra prima e in Europa poi ha potuto centrare diverse vittorie, rese poi dal board guidato da Kenyon molto remunerative dal punto di vista commerciale: di fatto, il Manchester United ha posto in quegli anni le basi per i propri futuri successi in campo finanziario, visto che oggi, pur non essendo in Champions, è il club con il più alto fatturato al mondo. Ad esempio, fu lui ad ottenere un contratto da 30 milioni di sterline all’anno con Vodafone come nuovo sponsor di maglia. Kenyon ha fatto bene anche al Chelsea, sebbene abbia avuto qualche problema nel caso dell’acquisto dall’Arsenal di Ashley Cole.

Insomma, fin qui le buone notizie: in fondo, Suning è alla costante ricerca di una strategia che prevede l’utilizzo del calcio come veicolo per imporre il proprio brand in Europa. E usare un grande club con un brand a sua volta forte è la pietra angolare di tale strategia. E utilizzare un manager di comprovata esperienza come Kenyon non è una mossa sbagliata, sulla carta. C’è però un aspetto negativo, riguardo Kenyon. E riguarda il suo modo di condurre affari e con chi. nel 2014, secondo un’inchiesta del Guardian, emerse che il potente agente portoghese Jorge Mendes avesse infranto le regole riguardanti i limiti posti dalla Fifa sulle Tpo, le famose terze parti di cui qui su LK vi abbiamo dato conto, nel caso dell’Atletico Madrid. Il problema delle Tpo nel calcio, in sostanza, è che rischiano di influenzare il mercato dei calciatori, costringendo una squadra a vendere a un’altra secondo i voleri dei procuratori e lasciando i conti dei club venditori in rosso, poichè spesso i fondi d’investimento coinvolti intervengono come finanziatori di squadre in crisi economica, come ormai il famosissimo fondo Doyen.

In tutto questo, il nome di Kenyon si inseriasce proprio nei rapporti e negli affari con Mendes, a cominciare dal caso Atletico. nel 2015, il Daily Mail ha pubblicato un’analisi che spiega come il manager inglese sia stato un uomo-chiave negli affari dei Colchoneros, in veste di Financial Advisor e Assessore del consiglio amministrativo. In che modo? Ad esempio, quando Radamel Falcao è passato dall’Atletico Madrid al Monaco per 60 milioni di euro, solo 18 sono andati ai Colchoneros, mentre il resto della torta è finito nelle tasche della Doyen e di Mendes stesso, proprietario del 50% del cartellino del colombiano. La Doyen compra e vende, Mendes media. Non lo fa sempre in prima persona, ma talvolta attraverso un altro fondo, il Quality, assieme a Kenyon, che ha partecipato all’operazione Falcao. Il fondo ha sede nel Jersey, nella Manica, zona nota per la sua morbidezza fiscale. Così come ne ha un’altra in Irlanda: con questo in particolare sono stati i legami con il Chelsa di Kenyon. Una caratteristica tipica dei fondi impegnati nel calcio, quella di stare nei paradisi fiscali. Il Dis di Delcir Sonda, re brasiliano dei supermercati, ha sede poco dopo il confine con l’Uruguay mentre l’Msi diKia Joorabchian (dove avete letto questo nome già?), risulta nelle Isole Vergini. Il fondo Quality ha utilizzato una società di Kenyon, la Opto (la stessa che ora parla di affari in Cina), come advisor per mettere in contatto società emergenti in Spagna e Portogallo con i top club Europei, per la compravendita di giocatori dalla quale poi gli investitori del fondo potessero trarre profitto, con il rischio di influenzare il mercato con la loro presenza.

Foto Guardian

Il fatto che si parli del mercato spagnolo e portoghese è un alto tratto della questione sul quale porre attenzione. Perchè come detto, Suning vorrebbe investire in Portogallo, ma anche in Belgio, dove i fondi hanno già messo radici. Come analizzato tempo fa qui su LK, il Benelux ha rappresentato la nuova frontiera per fondi e club desiderosi di fare affari. Qui è attivissimo ad esempio Pini Zahavi, che tramite il fondo Gol Football Malta ha comprato il Mouscron, in Belgio, per aggirare i divieti sulle Tpo. Ad aiutarlo nell’impresa c’è Roman Abramovich, patron del Chelsea, che da Zahavi venne aiutato ad acquistare il club nel 2003 e che venne coinvolto nei problemi relativi all’acquisto di Cole, quando Kenyon era ceo dei Blues, molto attivi anche in Olanda con il Vitesse, non senza problemi. Il punto focale della questione-Belgio sta nei giovani: lo dimostra anche il caso del Kas Eupen, rilevato dalla famiglia reale del Qatar. La stessa che gestisce l’accademia Aspire, che ha una rete molto forte in Africa: da qui, molti ragazzi francofoni possono essere comodamente girati al Belgio: un Paese doce è molto più facile ottenere il doppio passaporto.

In attesa ovviamente dell’ufficialità dell’arrivo di Kenyon come consulente, la sua presenza potrebbe significare la possibilità che Suning voglia legarsi al mondo dei fondi d’investimento. E non è detto che sia una buona notizia.

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