Ieri mi sono imbattuto in una serie di discussioni surreali tra il giornalista Alberto Infelise e un nutrito gruppo di persone convinte che sia legale fotografare un’articolo di giornale, nello specifico un’intervista a Carlo Calenda.
https://twitter.com/albertoinfelise/status/1161398050037870593?ref_src=twsrc%5Etfw
Mentre dai tempi della scuola dell’obbligo dovrebbe essere noto a tutti che far fotocopie di un libro di testo è illegale, l’azione, assolutamente analoga di fotografare un articolo di giornale e pubblicarlo sui social, sembra essere dai più ritenuta lecita. In particolare, quando si tratta di un’intervista, l’opinione diffusa è che la proprietà intellettuale del pezzo sia dell’intervistato.
Contributo non da poco alla confusione è derivato dal fatto che l’intervista sia stata pubblicata su Twitter dall’intervistato stesso:
https://twitter.com/albertoinfelise/status/1161171645316378625?ref_src=twsrc%5Etfw
Facciamo un passetto alla volta e proviamo a chiarire con un esempio.
Mettiamo che io abbia una teoria sui meccanismi decisionali che presiedono all’azione dei principali attori della politica italiana, diciamo questa teoria. Se la diffondo sui miei account social o su un blog o altro sito disponibile gratuitamente, ognuno può riprodurre il testo liberamente (citando la fonte secondo quanto descritto dalle licenze dei siti).
Se però il giornalista Pinco Pallini decide di farmi un’intervista su questo tema e la pubblica sulla Gazzetta Tal Dei Tali, anche se i contenuti sono gli stessi, l‘intervista è un articolo di Pinco Pallini ed è proprietà intellettuale della Gazzetta Tal dei Tali. Se io fotografo l’intervista e la diffondo infrango la legge. Posso scrivere sui miei social “Oggi sulla Gazzetta una mia intervista…” e inserire un link al sito o una foto al titolo che non lasci leggere il testo, ma non posso diffondere il testo dell’intervista senza il permesso del giornale.
Possibile che io non possa diffondere delle idee che sono farina del mio sacco? Sì che posso. Le posso raccontare con altre parole ad altri giornali. Le posso riepilogare con altre parole su qualche sito leggibile gratuitamente. Quello che non posso fare è diffondere le esatte parole dell’intervista poichè quelle fanno parte di un articolo firmato Pinco Pallino.
E’ così difficile da capire? Forse si.
https://twitter.com/albertoinfelise/status/1161392967875211264?ref_src=twsrc%5Etfw
Naturale che poi la discussione sia degenerata sulla qualità dei giornali, sulle news gratuite che uccidono le testate ufficiali e sul fatto che grazie ai social tutti si sentano giornalisti. Provo a mettere insieme due pensieri su questo.
Oggi esistono tante possibilità di ottenere informazioni in modo gratuito ed è impensabile che questo non abbia ripercussioni sulle imprese che fanno utili facendosi pagare per dare informazioni. Questo non vuol dire che il giornalismo sia morto o condannato. Vuol dire che una serie di contenuti di bassa qualità, per i quali in passato si riusciva a farsi pagare, oggi vengono messi fuori mercato da alternative gratuite.
E non è solo un tema di bassa qualità. Ad esempio su alcuni siti* quali lavoce.info oppure Phastidio.net oppure Noisefromamerika.org che non richiedono un abbonamento, ma donazioni libere e in qualche caso pubblicità, è possibile leggere analisi ti tipo economico, politico e sociale mediamente superiori a quanto si strova sulla stampa a pagamento.
A questo va aggiunto che non di rado l’informazione fornita dalle testate tradizionali lascia a desiderare
Così come Video killed the radio star si può dire che le news gratuite stiano uccidendo gli articoli di bassa qualità.Tuttavia esiste ancora una domanda e una disponibilità a pagare per il giornalismo di alta qualità che putroppo deve fare i conti con la concorrenza di blog specialistici e altre fonti simili.
Per riassumere:
- Non si diffonde senza permesso la proprietà intellettuale degli altri,neanche se è farina del nostro sacco – da quando concediamo loro il diritto di pubblicarla quella specifica versione delle nostre idee è roba di chi l’ha pubblicata
- Non è la pirateria a minacciare il futuro delle testate giornalistiche, ma la concorrenza di alternative che presentano costi inferiori e/o qualità superiore
PS uno dei modi con cui si possono trovare lettori paganti è quello di fare domande sconvenienti
https://twitter.com/MassimoFamularo/status/1161520879836286976?ref_src=twsrc%5Etfw
*Nota conflitto d’interesse, su due dei 3 siti menzionati ho scritto saltuariamente anche io