Notes da (ri)vedereIl volto digitale di Barovier&Toso

L’icona veneziana dell’illuminazione di lusso dal 1295 diventa digitale. Con questa trasformazione storica può presentarsi al pubblico internazionale con l’ausilio del web per valorizzare il patrimonio artistico e culturale. È una strategia fondamentale quella di posizionarsi sul mercato con un approccio digitale, al fine di avvicinare più fasce di età alla tradizionale tecnica del vetro soffiato, senza dimenticare di divulgare la storia dell’azienda anche oltre confine. Con questi obiettivi nasce la collaborazione tra Barovier&Toso e IM*MEDIA, agenzia di Palermo che opera nel settore della comunicazione da più di 25 anni per la progettazione e lo sviluppo di siti web, ma anche branding, e-commerce, web marketing, social media marketing e realizzazione di app che strizzino l’occhio ai trend estetici più in voga con un layout semplice, ma accattivante. Una realtà, quella scelta dall’azienda muranese, che negli anni ha saputo affermare il proprio nome in Sicilia, una terra da sempre destinata a scalpitare per emergere ma che ha saputo neutralizzare i pregiudizi legati alla propria posizione geografica, avvalendosi delle nuove tecnologie e del lavoro agile per espandersi anche fuori regione. Con Pasquale Esposito Lavina, co-founder e CEO di IM*MEDIA cerchiamo di approfondire il progetto di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, realizzato con il digitale.

Il digitale come valorizza la storia e l’artigianato?

«In un mondo sempre più connesso e in cui la dimensione virtuale è sempre più parte integrante della nostra realtà, il digitale offre una vetrina globale per preservare, riscoprire e promuovere in modo autentico e coinvolgente il nostro patrimonio storico e manifatturiero. Sono infinite le possibilità che il digitale offre per valorizzare l’eredità culturale, permettendo all’utente di mettere un piede virtuale nel passato e di scoprirne le sue bellezze. Chiaramente non sono esperienze sostitutive ma logiche alternative che hanno l’enorme vantaggio della facile accessibilità, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi».

Che ruolo svolge la tecnologia a beneficio della cultura?

«Ora più che mai è semplice e intuitivo accedere e consultare nell’immediato qualsiasi informazione e, grazie all’innovazione tecnologica, anche la cultura viene resa accessibile soprattutto tra i più giovani. La sfida di oggi è proprio quella di proporre nuovi format che mettano al centro i ragazzi per coinvolgerli e conquistarli. La tecnologia permette di porre il digitale al servizio della cultura, di per sé immortale, ma che necessita di essere raccontata e fruita secondo i nuovi mezzi di comunicazione».

Il digitale aumenta l’importanza del patrimonio culturale italiano perché viene divulgato in tutto il mondo proprio mediante il web. Come sfruttare questa potenzialità?

«Il nostro Paese vanta un numero elevatissimo di beni culturali sparsi in modo eterogeneo sull’intero territorio nazionale. Se in un primo momento la tecnologia ha ricoperto un ruolo fondamentale nella loro promozione attraverso i mezzi digitali, oggi assistiamo anche alla creazione di esperienze sempre più immersive e di condivisione: basti pensare alla realtà aumentata, uno dei campi in cui sono stati fatti i maggiori passi in avanti. Entrambi gli esempi sono accomunati dal fatto che le tecnologie digitali permettono di espandere l’esperienza in loco, estendendola al di fuori dei confini territoriali, favorendone la condivisione grazie a un ecosistema, quello digitale, sempre più complesso e predominante. Dai social alla realtà aumentata, abbiamo una grande opportunità: far conoscere il nostro patrimonio al di fuori dei confini italiani, generando quella che possiamo definire una vera e propria “contaminazione culturale”».

Francesco Fravolini

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