Adesso dovranno trovarsi un lavoro anche loro. Instagram impedisce ai follower di vedere i like che riceve un post (ma è solo una operazione sperimentale messa in atto in Australia, Brasile, Giappone, Nuova Zelanda, Irlanda e Italia) e tra gli influencer scoppia la disperazione.
In teoria, la mossa vorrebbe (sulla scorta di alcuni studi scientifici) spingere gli utenti a guardare di più i contenuti pubblicati senza lasciarsi influenzare dal numero di like che ricevono. Sarebbe un modo per tutelare la loro autostima (messa a dura prova in questa epoca di social) e, soprattutto, la loro salute mentale.
Bene, anzi benissimo. Peccato che, sostiene la influencer Mikaela Testa, una mossa del genere va a colpire proprio il suo business. In una intervista rilasciata qui lancia alcune lamentele: “Io ho il mio sito – cui si deve sottoscrivere – dove condivido immagini provocatorie. Mi dà un sacco di soldi. E Instagram mi serve per farmi pubblicità. Ho cominciato da poco, ma funziona. In solo cinque mesi ho già fatto 45mila dollari”, spiega. Non contenta del suo grido d’allarme, ha anche diffuso un post in cui spiega: “Ci ho messo il sangue, il sudore e le lacrime soltanto per vedermelo portato via. Non è una sofferenza solo per me, ma è anche per ogni brand e business che conosco”.
Forse esagera. Ma almeno conferma che, per fare gli influencer, occorre essere del tutto privi del senso del ridicolo. Una sua collega, che ha il pudore di restare anonima, rincara: “Prima lavoravo sei ore al giorno. Adesso, per colpa del calo dei “like”, devo lavorarne otto”. E verrebbe da dirle: benevenuta nel mondo reale.
Instagram, dal canto suo, sostiene che questo cambiamento non avrà impatti sulle revenue degli influencer, perché continueranno a vedere quanti like ricevono i loro post.