Il Covid-19 rischia di chiudere l’anno scolastico 2019-2020. Le scuole potrebbero non riaprire entro giugno, ma l’anno scolastico sarà comunque valido in deroga al limite dei duecento giorni minimi. Lo ha spiegato ieri la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, durante il question time in Senato. E anche la maturità, se il ritorno in classe sarà rimandato, subirà diverse variazioni. La ministra ieri ha ipotizzato una formula di maturità “leggera”: le commissioni d’esame composte dai professori della classe, con la sola figura esterna del presidente nella funzione di “garante”. Il Miur interverrà sui criteri di ammissione all’esame di Stato: scompariranno i requisiti delle prove Invalsi e dell’alternanza scuola lavoro.
«In merito agli esami di Stato, abbiamo più volte ribadito la necessità di predisporre modalità che garantiscano un esame serio, che tenga conto dello sviluppo reale degli apprendimenti», ha detto la ministra. «Questo approccio non vuole essere finalizzato alla rigidità formale, al contrario intende volgersi alla valorizzazione dei percorsi di ognuno, attraverso lo strumento più idoneo per tutti. Proprio per questo motivo, anticipo sin da ora quella che può essere una diretta conseguenza di questo approccio di valorizzazione, che riguarda la composizione delle commissioni d’esame per la scuola secondaria di secondo grado: il mio orientamento è di proporre una commissione formata da soli membri interni, con presidenti esterni».
Questa decisione, secondo la ministra, tutelerebbe quindi «gli apprendimenti effettivamente acquisiti» dagli studenti, mentre allo stesso tempo un presidente esterno «si fa garante della regolarità dell’intero percorso d’esame».
Per il voto di ammissione, è possibile che si allarghino un po’ le maglie, con la possibilità di ammettere anche con il cinque, come chiedono le associazioni degli studenti. E nella composizione del voto finale, potrebbe cambiare anche il peso delle singole prove: finora il 40% era dato dalla media dei voti degli ultimi tre anni e il 60% dalle tre prove d’esame. Tra le ipotesi, anche quella che la seconda prova potrebbe saltare.
Quanto alle promozioni, la ministra ha assicurato che «non ci sarà il 6 politico». Quindi nessuna promozione d’ufficio. I professori, tenendo conto delle difficoltà di questi mesi, potranno decidere. Tra registro elettronico e nuove piattaforme, il 67 per cento delle scuole si è impegnato sulla novità e il 48 per cento, secondo le indicazioni dell’Istruzione, ha allestito un collegio docenti online.
Ma resta il fatto che la didattica a distanza non viene assicurata in tutto il Paese. Degli 8,3 milioni di studenti costretti a casa, «ne sono stati raggiunti 6,7 milioni». Quindi 1,6 milioni di studenti in questi giorni non hanno seguito alcuna lezione.