Nel corso della conferenza stampa tenuta dall’Istituto Superiore di Sanità questa mattina, è emerso come lo scenario per cui oltre 151mila pazienti sarebbero finiti in terapia intensiva nel caso di una ripartenza totale «non è considerato come realistico». A dirlo è stato Stefano Merler della Fondazione Kessler, che ha realizzato il documento che avrebbe convinto Giuseppe Conte alla fase due “rallentata”. Merler ha detto che lo scenario «è solo per darci un’idea di quello che potrebbe succedere ignorando che cos’è Covid».
In altre parole, la previsione di 151 mila pazienti in terapia intensiva sarebbe possibile solo se i cittadini e le istituzioni si dimenticassero di questi mesi passati in emergenza sanitaria e approcciassero la vita quotidiana senza precauzioni come all’inizio della pandemia: senza dispositivi di protezione, senza rispettare le norme sanitarie e senza la minima conoscenza delle caratteristiche di trasmissibilità del virus. Secondo Merler però «nessuno di noi si comporterà in un modo così sciocco da non assumere un minimo di protezioni».
Come sottolinea l’analisi fatta dalla holding Carisma, presieduta da Giovanni Cagnoli, ripresa nell’articolo de Linkiesta, il paper del Comitato tecnico scientifico, titolato “Valutazione di politiche di riapertura utilizzando contatti sociali e rischio di esposizione professionale”, nel quale compaiono queste previsioni, è stato preso dal governo come punto di riferimento per organizzare la Fase due.