Effetti destabilizzantiLe nuove tecnologie possono essere un rischio per la sicurezza globale

Uno studio dell’Atlantic Council sostiene che intelligenza artificiale, bioscienze e informatica quantistica sono potenzialmente pericolose. Senza una regolamentazione, aumenterà il divario tra ciò che possiamo fare e ciò che possiamo controllare

Le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e l’editing genico possono rappresentare un rischio per la sicurezza globale. È questa la sintesi dello studio dell’Atlantic council, dal titolo Emerging Technologies: New Challenges to Global Stability, pubblicato dal sito americano Axios.

«Intelligenza artificiale, bioscienze, minacce informatiche e armi autonome sono sul punto di trasformare ogni aspetto della vita», spiega al giornale Robert Manning, residente senior presso il Scowcroft Center for Strategy and Security dell’Atlantic Council e l’autore del rapporto. «Eppure il deficit di governance è pericolosamente ampio».

L’obiettivo di questo studio è quello di portare all’attenzione dei governi il danno reale che le nuove tecnologie minacciano di fare in termini di divario tra «ciò che possiamo fare e ciò che possiamo controllare».

Gli autori sottolineano come l’aumento del populismo negli anni precedenti abbia avuto effetti dirompenti sulla gestione della pandemia Covid-19, mischiando l’ordine globale e offuscando la posizione delle istituzioni. Per garantire un futuro post coronavirus più sicuro, le forze politiche dovrebbero intervenire per regolamentare le tecnologie che Mannig e la sua equipe hanno identificato.

A partire dal 5G. La banda larga mobile di prossima generazione consentirà di tutto, dai veicoli automatizzati all’agricoltura di precisione, e gli Stati Uniti e la Cina stanno già facendo carte false per prenderne il comando. Ci sono poi i missili ipersonici che possono volare molto più velocemente degli attuali missili balistici intercontinentali (Icbm). Il loro sviluppo incontrollato minaccia di minare la pace conquistata dopo la guerra fredda.

L’informatica quantistica, invece, aiuterà, la tecnologia a eludere i limiti della Legge di Moore, tramite computer di prossima generazione. Parliamo di quella legge empirica che governa la microelettronica e spiega come, quanto e a che ritmo i dispositivi tecnologici migliorano. Allo stesso tempo, si legge nel documento, «la loro capacità di decodifica rappresenta una minaccia esistenziale alla sicurezza informatica».

Che cosa succederà, quindi? «Il mondo potrebbe avvicinarsi rapidamente alla tempesta perfetta, con l’intersezione di due principali tendenze globali. Promette di essere un periodo di cambiamento esponenziale, molto più dirompente della rivoluzione digitale che iniziò con Internet negli anni ’90» continua lo studio.

«La straordinaria entità del cambiamento in un momento di sfilacciamenti e disordini istituzionali globali, tuttavia, fa presagire una lacuna particolarmente pericolosa nella governance globale che incide sulle economie, sulle società e sul futuro della guerra».

Proprio sulla guerra le analisi dell’Atlantic Council si soffermano maggiormente. Il paragone è quello con i primi anni della guerra fredda, anch’essi segnati da destabilizzanti balzi tecnologici sulle armi nucleari, solo successivamente frenati dai trattati sul controllo degli armamenti.

A oggi, osserva Manning, le tecnologie emergenti «comportano invece tutti nuovi rischi per la stabilità delle crisi globali, in un momento in cui il quadro della moderazione e del controllo degli armamenti si sta sgretolando». L’intervento degli Stati, prosegue Manning, possono essere discussi nei forum multilaterali esistenti, aprendo a un dialogo strategico tra Stati Uniti, Russia, Cina e India.

Il punto di partenza potrebbe essere un’estensione dell’accordo START Usa-Russia (Strategic Arms Reduction Treaty, i negoziati tra Usa e Federazione Russa per la riduzione delle armi nucleari strategiche con raggio d’azione intercontinentale), che scade nel 2021.

In questo scenario, spiega Manning, dovrebbe essere coinvolta anche la Cina. Per arrivare alla formulazione di nuove norme, regole e codici di condotta relativi a tutte le tecnologie emergenti che incidono sulla stabilità delle crisi.

Evitare una shock istituzionale in un contesto simile è tutt’altro che facile. E Manning non esclude, sulla base della nostra storia più recente, che potrebbe essere necessario un evento di tipo missilistico (come quello cubano) o un conflitto mondiale per introdurre una nuova sobrietà nel dibattito.

Prima i maggiori poteri riconosceranno la loro vulnerabilità condivisa alle interruzioni della tecnologia emergente, più sicuri saremo tutti.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club