Lo sviluppo sostenibile è ancora lontano dall’essere una realtà, quando si tratta dei diritti delle donne e del clima in Europa. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss) sono stati raggiunti solo in parte negli ultimi cinque anni, come segnalano i nuovi dati pubblicati da Eurostat.
«Mostrando i progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile nell’Unione europea, questa relazione è il nostro ultimo contributo al dibattito su che forma vogliamo dare all’Europa e al nostro mondo nel 2030, comprese le azioni che dobbiamo intraprendere per arrivarci», ha detto il commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni, presentando il report.
Nel complesso, l’Unione ha compiuto progressi positivi o moderati nella maggior parte degli obiettivi, ma l’uguaglianza di genere (obiettivo 5) e l’azione per il clima (obiettivo 13) sono stati lasciati indietro.
Per quanto riguarda l’azione per il clima, negli ultimi cinque anni non sono stati registrati progressi, mentre per la parita del genere l’Unione europea si è allontanata dagli obiettivi di sviluppo sostenibile.
«Molte sfide rimangono quando si tratta di raggiungere la parità tra donne e uomini», commenta l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere. «Ad esempio, il divario retributivo di genere, la disparità di distribuzione del lavoro non retribuito o le esperienze di violenza di genere, per citare solo alcuni aspetti».
Negli ultimi anni sono emerse anche nuove sfide, tra cui quelle offerte dalla digitalizzazione, i recenti flussi migratori e una crescente reazione negativa contro l’uguaglianza di genere. «Il mix di fattori alla base di queste disuguaglianze è spesso complesso e dovuto a un contesto specifico. In genere comporta alcuni stereotipi di genere sottostanti, la natura di genere delle pratiche/strutture/ricerche/politiche sociali, squilibri di potere e opportunità».
Alla presentazione del rapporto, Gentiloni ha affermato che «è incoraggiante vedere i progressi nella rappresentanza femminile nei parlamenti nazionali – da poco più del 20% all’inizio del Millennio al 32,1% dell’anno scorso – ma chiaramente c’è ancora molta strada da fare».
Secondo l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, esiste un legame tra l’azione per il clima e la parità di genere: «Le persone più vulnerabili alle conseguenze dei cambiamenti climatici tendono spesso a essere donne, a causa della loro persistente posizione disuguale nella società. Ad esempio, la povertà energetica colpisce in modo sproporzionato le donne single (in particolare le donne anziane con pensioni basse), le madri sole e le famiglie a conduzione femminile e può essere aggravata da interventi di politica climatica».
Inoltre, le donne rimangono sottorappresentate nella definizione delle politiche ambientali, nella pianificazione e nell’attuazione o in settori chiave quali energia, trasporti, acqua, rifiuti, agricoltura, silvicoltura e pesca. «Il basso livello di diversità di genere nel settore energetico influisce sull’innovazione e limita gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico», osserva l’istituto. D’altra parte, buoni risultati sono stati raggiunti in campi come la riduzione della povertà e la giustizia.
I dati mostrano che gli Stati membri hanno compiuto notevoli progressi verso il conseguimento complessivo del settore “pace, giustizia e istituzioni forti” (SDG-16) e buoni (anche se più lenti) progressi per gli obiettivi di: “nessuna povertà” (SDG 1), “buona salute e benessere” (SDG 3), “fame zero” (SDG 2) e “lavoro dignitoso e crescita economica” (SDG 8)
Tuttavia, l’attuale crisi del coronavirus offre alcune opportunità per il futuro. «La crisi COVID-19 ha messo in evidenza alcune particolari disuguaglianze di genere, ad esempio violenza di genere, cure non retribuite, segregazione di genere in alcuni settori», aggiunge l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere. «Speriamo che ciò dia ulteriore impulso ai responsabili politici per colmare il divario tra donne e uomini».
Allo stesso modo, il Green deal dell’Unione europea dovrebbe essere in grado di affrontare le sfide attuali con ambizione.
«Mentre combattiamo le drammatiche ripercussioni della pandemia, non dobbiamo perdere di vista sfide globali come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e la crescente disuguaglianza sociale ed economica», ha aggiunto Gentiloni il 22 giugno. «L’attuazione delle politiche per raggiungere gli OSS è la nostra tabella di marcia verso un mondo migliore e l’Europa deve essere in prima linea in quel viaggio».
Questo articolo è stato originariamente pubblicato da VoxEurope nell’ambito dello European Data Journalism Network