Un altro modello italianoCome stanno andando i piani di vaccinazione nel mondo (e quanto è in ritardo quello nostro)

Israele ha già superato la soglia dei 500mila immunizzati, la Germania quella dei 42mila, mentre la Spagna ha deciso di tenere un registro delle persone che rifiutano di ricevere le dosi. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lasciato intendere che da noi ancora non esiste un calendario dettagliato per la distribuzione del vaccino

Lapresse

Mentre nel mondo ci sono già circa 5 milioni di persone vaccinate, esclusi i volontari che hanno partecipato alle varie sperimentazioni, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato nella conferenza stampa di fine anno che il governo non ha ancora predisposto un calendario preciso delle vaccinazioni.  Nel frattempo Israele ha già vaccinato 5 cittadini su 100, superando la soglia dei 500mila: sta somministrando il prodotto di Pfizer-BioNTech ma ha acquistato anche quello di Moderna. Anche il Bahrain è già molto avanti (vaccinati in 56 mila, compreso il Re, su 1,4 milioni di abitanti, dunque il 4 per cento), utilizzando il vaccino prodotto dalla cinese Sinofarm. In Argentina la campagna di vaccinazione è stata avviata ieri, iniettando le dosi del controverso Sputnik 5, sviluppato in Russia, lo stesso usato dal Venezuela.

Cuba invece ha programmato di immunizzare i propri cittadini con due vaccini prodotti dai suoi scienziati, che stanno completando la sperimentazioni, battezzati Soberana 1 e Soberana 2. A gennaio toccherà all’Indonesia vaccinare medici e infermieri con le dosi della cinese Sinovac, mentre Dubai e l’Arabia Saudita, hanno cominciato affidandosi al consorzio americano-tedesco Pfizer-BioNTech. Cina e Russia proseguono nel frattempo con i propri vaccini. Tra i Paesi in cui la vaccinazione è già partita, vanno aggiunti gli Stati Uniti (2,2 milioni di dosi già somministrate), il Regno Unito (700mila), il Canada (60mila) e l’Unione europea (più di 100mila).
Ma come stanno proseguendo le campagne di vaccinazione nei principali Stati membri dell’Unione europea? L’Ungheria del premiere Viktor Orbàn non ha rispettato la data concordata con Bruxelles e ha fatto iniziare le somministrazioni delle prime 9.750 dosi di Pfizer-BioNTech in anticipo, nel giorno di Santo Stefano. Lo stesso ha fatto la Slovacchia, dove il primo a ricevere il vaccino è stato un membro della Commissione governativa contro la pandemia, Vladimir Krcmery.

Del V-Day di domenica scorsa, intanto, in Italia si traccia già un bilancio: sono stati vaccinati 8.361 italiani, pari all’86% delle 9.750 dosi distribuite. Il Commissario Arcuri ha assicurato in conferenza stampa che pubblicherà on line un report sul numero degli cittadini progressivamente vaccinati, ma he il sistema informativo di registrazione vaccini non è ancora pronto, forse lo sarà nella prima decade di gennaio. In questa primissima fase le regioni aggiorneranno periodicamente i dati sulla copertura vaccinale attraverso un form predisposto dalla Struttura Commissariale e dal Ministero della Salute. in Germania invece il Robert Koch-institut pubblica tabelle aggiornate ora per ora e regione per regione sui vaccinati.

Il sistema di registrazione dei vaccini effettuati non è l’unica criticità emersa sul piano del governo. A pesare è anche lo slittamento sulla consegna delle dosi, causato non solo dal maltempo, ma anche dal cambio di programma da parte della Pfizer. Arcuri ha precisato che Pfizer ha comunicato agli uffici della sua struttura «un diverso calendario per la consegna dei vaccini in Italia, previsti per questa settimana dal contratto sottoscritto con l’Unione Europea», ricordando che «la campagna di vaccinazione di massa si intensificherà a partire da domani (oggi ndr), quando arriveranno in Italia 469.950 dosi di vaccino Pfizer destinati ai siti di somministrazione individuati dal Commissario in accordo con le Regioni. Le consegne proseguiranno anche nella giornata del 31 dicembre per poi proseguire con un ritmo settimanale».

Si va dal 30 dicembre al 4 gennaio del nuovo anno, poi l’11, il 18 ed il 25 gennaio. Il tutto in attesa dell’arrivo delle fiale degli altri colossi farmaceutici, che non necessitano della catena del freddo estremo e che saranno stoccate nell’aeroporto militare di Pratica di Mare per poi essere trasportate in ospedali ed Rsa dalle forze armate.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel frattempo ha annunciato l’acquisto di altre 100 milioni di dosi di vaccino Pfizer. «Avremo quindi 300 milioni di dosi di questo vaccino, che è stato valutato sicuro ed efficace. Altri vaccini seguiranno!», ha scritto su Twitter.

Una buona notizia, perché intanto sono stati stanziate 13,5 milioni di dosi aggiuntive, la fetta italiana dei 100 milioni annunciati ieri da Von der Leyen. Resta però il nodo degli altri vaccini. Per AstraZeneca le notizie non sono positive visto che Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, ha confermato che il via libera non arriverà entro gennaio.

Per l’Italia resta la necessità di accelerare sulle forniture e sulla gestione della vaccinazione di massa. Perché la fase attuale, quella che coinvolge operatori sanitari e residenti nelle Residenze sanitarie assistenziali, sarà organizzata e gestita con modalità diverse da quella che coinvolgerà pian piano il resto della popolazione, sulla quale ci sono ancora pochi dettagli pratici.

 

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto che l’obiettivo del governo è arrivare a 13 milioni di persone vaccinate entro marzo, grazie al vaccino di AstraZeneca, quello di cui l’Ema al momento ha rinviato l’approvazione. Secondo i dati forniti dall’esecutivo, però, anziché sei mesi, la campagna messa a punto dal governo Conte ne durerà nove. Nel piano di vaccinazione si anticipa infatti che il numero di inoculazioni sarà ampiamente inferiore a quello delle dosi che saranno via via disponibili.

Sono ancora nebulosi i luoghi dove avverranno le fasi successive della vaccinazione della popolazione. Il piano di vaccinazione dice che con l’aumentare della disponibilità dei vaccini potranno essere organizzate campagne su larga scala, senza però definire spazi e modi.

Idem per il sistema di chiamata e il tracciamento. Per almeno i primi due o tre mesi, secondo il direttore generale dell’AIFA Nicola Magrini, non ci sarà un sistema di prenotazione, ma il vaccino sarà somministrato a chiamata, prima agli operatori sanitari e ai residenti nelle RSA, e poi via via con le altre categorie identificate come prioritarie.

L’altra cosa di cui si sa poco è il sistema informativo che servirà a programmare, prenotare e registrare le somministrazioni del vaccino ai singoli cittadini. Arcuri ha parlato nelle scorse settimane di un’app in fase di sviluppo da parte di Poste Italiane ed Eni, per la tracciabilità delle dosi del vaccino, con il sistema di prenotazione, somministrazione e rendicontazione della somministrazione per ogni individuo. Al momento però di quest’app non si sa molto di più. Infine, anche i 15mila medici da arruolare e formare è un nodo da sciogliere, in aggiunta alla patente d’immunità, argomento di discussione tra governo e Regioni.

In Germania, invece, dopo che l’inizio delle iniezioni è stato rimandato a causa di alcuni problemi per la catena del freddo, l’ultimo dato registra oltre 42 mila vaccinati. Berlino si è contraddistinto anche per l’acquisto di 30 milioni di dosi supplementari di vaccino Pfizer-BioNTech, in seguito a un accordo bilaterale con l’azienda (la Germania si sarebbe portata avanti, bruciando l’annuncio della Commissione, oppure la Commissione è intervenuta per evitare la fuga in avanti della Germania). Queste ulteriori quote si aggiungeranno alle 55,8 milioni di dosi previste nella ripartizione decisa dall’Unione Europea.

In Croazia sono state finora 5.800 le persone vaccinate. Il vaccino è stato somministrato a 4.500 ospiti di case di cura e di riposo per anziani e a 1.300 medici e operatori sanitari. La Croazia, che ha 4,2 milioni di abitanti, aveva ricevuto il 26 dicembre scorso la prima partita standard di 9.750 dosi di vaccino Pfizer-BioNTech e aveva avviato la campagna di vaccinazione il 27 dicembre, unitamente agli altri Paesi dell’Unione europea. Dopo il devastante terremoto di ieri, il governo croato ha chiesto maggiori aiuti all’Unione europea, che si è detta subito pronta a intervenire.

In Spagna invece il governo ha deciso di tenere un registro delle persone che non si vorranno vaccinare, contenente solo dati clinici e che non sarà reso pubblico. Lo ha reso noto il ministero della Salute, chiarendo i dettagli dell’iniziativa annunciata dal titolare del dicastero, Salvador Illa. La Spagna e altri sette Stati membri (non specificati dalla Pfizer) hanno inoltre dovuto attendere più del previsto per l’arrivo delle 350 mila dosi di vaccini, atteso per il 28 dicembre. È slittato infatti di un giorno l’arrivo a causa di problemi logistici della Pfizer in Belgio.

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