La Repubblica di San Marino vaccinerà i suoi cittadini con il russo Sputnik. Dopo giorni di indiscrezioni e polemiche, il governo del Titano ha ufficializzato l’acquisto del farmaco anti-Covid direttamente dal fondo sovrano russo Russian Direct Investment Fund. Le prime dosi arriveranno nei prossimi giorni. Alcune migliaia, in totale. Con tutti i rischi e le strumentalizzazioni che dal punto di vista geopolitico questa mossa porta con sé.
Nella piccola Repubblica la campagna vaccinale non è mai partita. I vaccini erano attesi da Roma, non da Mosca. Un protocollo firmato a gennaio prevedeva che, ogni 1700 dosi acquistate dall’Italia, una sarebbe dovuta andare al Titano. Ma di quella fornitura non c’è ancora traccia. «La vaccinazione va avanti da due mesi in tutta Europa e noi non possiamo più permetterci di aspettare. Non facciamo parte dell’Italia, ma siamo fisicamente nella penisola. Se non ci vacciniamo diventiamo gli untori del circondario», spiega a Linkiesta Roberto Ciavatta, segretario di Stato alla Salute.
Oltre ai 34mila abitanti, ci sono i 6mila frontalieri italiani che tutti i giorni sconfinano per lavorare. Il virus ha ricominciato a correre, la variante inglese preoccupa. Altri piccoli Stati come Monaco e Andorra hanno cominciato a inoculare da tempo. La Repubblica incastonata tra Marche ed Emilia-Romagna, invece, è sull’orlo di una crisi di nervi. Già alle prese con una crisi economica sempre più pesante, che ha costretto il governo a indebitarsi per la prima volta nella sua storia.
Qui nemmeno gli operatori sanitari hanno ricevuto il vaccino. Chi ha potuto è andato a vaccinarsi in Italia, perché iscritto all’ordine dei medici italiano. Ma si tratta di una piccola minoranza. Intanto nel Paese è montata la protesta. Oltre agli attacchi dell’opposizione in Parlamento, sono arrivate le petizioni popolari.
Così il governo del Titano ha deciso di battere la strada russa. D’altronde la microrepubblica ha sempre avuto un buon rapporto col Cremlino. Nel 2019 arrivò in visita ufficiale alla rocca anche il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov.
Il vaccino non ha ancora ricevuto l’approvazione dell’EMA, l’agenzia europea per i medicinali. Ma la Repubblica del Titano non fa parte dell’Unione Europea e non ha un ente regolatorio. In ogni caso l’annuncio non spegne le polemiche. Il governo di San Marino viene accusato di essersi mosso tardivamente, ma c’è chi punta il dito contro la presunta inadempienza italiana. I giornalisti della tv di stato sammarinese che hanno chiesto lumi al commissario Domenico Arcuri non hanno mai ricevuto risposta.
«L’Italia sta facendo il possibile e il ritardo non è attribuibile al ministero della Salute né alla struttura commissariale», precisa Ciavatta. Fatto sta che ai sammarinesi non è ancora arrivata una dose. «I rallentamenti sono dovuti alla burocrazia e ai contratti con le case farmaceutiche. L’accordo di fornitura europea vieta agli Stati di commercializzare la propria quota di vaccini. E il protocollo Italia-San Marino rappresenta una deroga, che ha bisogno del via libera delle aziende produttrici oltre che dell’Europa».
Lo scontro con le multinazionali riguarderebbe la quantità di dosi da considerare nell’accordo: se quelle preventivate o quelle effettivamente arrivate in Italia. La situazione dovrebbe finalmente sbloccarsi nei prossimi giorni. In questo modo le autorità sammarinesi avranno a disposizione sia il vaccino russo che le fiale “italiane”.
Tra cavilli e misteri, alla fine ci si prepara per accogliere il vaccino da Mosca. Le autorità italiane sono state informate. San Marino non ha aeroporti e le forniture transiteranno dagli scali e dalle dogane italiane. Dal punto di vista diplomatico, la mossa della Repubblica non passa inosservata. «Ma non c’è nessuna questione geopolitica alla base del nostro acquisto», chiariscono dal governo sammarinese. «Ci troviamo in un contesto emergenziale e dobbiamo contrastare la pandemia».
Nessun caso, almeno ufficialmente. Di fatto, tra i due Paesi resta una diffidenza reciproca. A dicembre il governo del Titano aveva annunciato un decreto che consentiva i festeggiamenti di Natale e Capodanno senza le restrizioni previste dalla vicina Italia. Il provvedimento aveva scatenato la protesta di Roma e venne ritirato in tutta fretta. «Non è la prima volta che si sono mossi senza coordinarsi con noi», racconta una fonte vicina alla Farnesina. «A dicembre hanno finito i soldi e se li sono fatti prestare da una multinazionale statunitense, ora non hanno i vaccini e se li fanno dare da qualcun altro».
Quella che Abramo Lincoln definì «la più antica Repubblica costituzionale del mondo» attende i vaccini da Mosca. Questione di giorni e gli operatori sanitari, insieme agli ultra-ottantenni, potranno cominciare a immunizzarsi. Non solo loro, però. I primi cittadini americani vaccinati con il vaccino russo potrebbero essere proprio a San Marino.
Nella Repubblica, infatti, vivono circa 3mila sammarinesi che hanno il passaporto statunitense. Il governo del Titano ha già contattato la diplomazia americana, per evitare incidenti che potrebbero incrinare un rapporto di amicizia secolare. Nell’eterna guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, la geopolitica passa anche da San Marino.