Porodica La controversa serie tv su Slobodan Milošević

In cinque episodi la serie “La famiglia”, ripercorre gli ultimi giorni del presidente serbo prima dell’arresto e della sua estradizione a L’Aia per i crimini di guerra. Il tema ha diviso ancora una volta la società e la politica serba che ancora non ha analizzato una delle sue figure più controverse

Undici anni di potere racchiusi in soli tre giorni. Il 1° aprile 2001, Slobodan Milosevic viene arrestato dalla polizia serba su ordine del primo ministro Zoran Djindjic, espressione del nuovo governo di Belgrado guidato da Vojislav Koštunica. Dopo giorni di scontri tra i sostenitori di Milosevic e la polizia davanti alla casa dell’ex presidente nell’esclusivo quartiere di Dedinje, a Belgrado, il presidente si arrende e si consegna alla polizia.

La storia di quei tre giorni di follia, scontri e resa di un uomo controverso, diventato improvvisamente un passato troppo ingombrante per la neonata democrazia serba, vengono oggi rappresentati in tv a distanza di vent’anni. La rete serba RTS ha infatti trasmesso il 29 marzo le prime puntate di Porodica “La famiglia”, una miniserie in 5 episodi che ripercorre gli ultimi giorni di Milosevic prima dell’arresto e della sua estradizione a L’Aia presso il Tribunale Penale Internazionale per i crimini dell’ex Jugoslavia, dove morirà per un arresto cardiaco nel 2006 prima del giudizio finale.

Il tema ha diviso ancora una volta la società e la politica serba, che non è rimasta indifferente nel rivedere i giorni della fine di uno degli uomini ancora oggi più amati e detestati del Paese. Eppure, la serie era partita con altri presupposti. «L’intera opera della politica di Milosevic richiederebbe probabilmente molti film e serie, oltre che molti argomenti completamente diversi. Ma ciò che succede a casa Milosevic in quelle 72 ore può rappresentare tutto ciò che abbiamo vissuto negli ultimi dieci anni del suo governo», ha detto il regista Bojan Vuletić a Radio Free Europe.

La serie, infatti, inizia con i preparativi per l’arresto di Milosevic il 30 marzo  e racconta gli eventi davanti a Villa Mir a Belgrado, dove si trovava la famiglia dell’ex presidente con i funzionari del Partito socialista serbo (SPS) e della sinistra jugoslava (JUL), guidata dalla moglie del leader jugoslavo, Mirjana Markovic. «Il punto era prima di tutto mostrare il loro comportamento all’interno di quella casa. Non ci occupiamo direttamente di politica, ma dai gesti dei protagonisti di allora si possono comprendere abbastanza chiaramente le conseguenze di ciò che viviamo oggi», ha dichiarato Vuletić. La serie, anche per l’inevitabile seguito di polemiche che avrebbe generato, è stata top secret fino all’ultimo e gli attori hanno dovuto attenersi a una clausola di segretezza.

Come riporta il disclaimer all’inizio di ogni puntata, la serie è basata su fatti veri, documentati da reperti d’archivio e documentari, ma alcune scene sono ovviamente liberamente interpretate. «La serie che tratta di un evento storico è obbligata ad attenersi ai fatti affinché quell’evento sia collocato in un contesto e abbia un senso, ma non siamo stati obbligati a fare imitazioni. Ho cercato di interpretare Mirjana Markovic, la moglie del presidente, cercando di andare oltre le semplici parole del copione e provando a interpretare il ruolo di persona che sente il suo mondo scomparire», ha detto la celebre attrice Mirjana Karanovic, che interpreta il ruolo della signora Milosevic. 

I primi a non gradire la serie sono stati proprio i figli dell’ex leader jugoslavo, Marko e Marjia, che hanno inviato una lettera di diffida alla società di produzione dello show Firefly, minacciando di citarli in giudizio se la serie non fosse stato ritirato. Il pubblico si è diviso, ritenendo la serie o troppo schiacciata sulla fine o addirittura inventata. «Non la guarderò fin quando non ci sarà anche una serie su ciò che è successo negli anni ’90», ha twittato un utente. «La serie Porodica è una bugia e dice cose stupide a beneficio dei cretini», ha scritto Zoran Živković, ex primo ministro della Serbia tra il 2003 e il 2004.

La verità in questo caso è una sola. «Purtroppo, la società serba non ha mai superato e analizzato ciò che è stato Slobodan Milosevic», commenta a Linkiesta l’esperto ISPI per l’area balcanica Giorgio Fruscione. Il Kosovo e il regime di quasi apartheid degli albanesi nella regione, l’intervento in Croazia e Bosnia, l’attacco NATO, l’arresto e l’estradizione di Milosevic: per ogni singolo evento di quegli anni la Serbia ha sempre avuto una sua personale lettura dei fatti. «Purtroppo anche oggi tende a prevalere questa visione nazionalista che interpreta i fatti in maniera distorta: un esempio è l’attacco NATO del 1999, che a Belgrado interpretano ancora come un tentativo dell’imperialismo occidentale di conquistare la Serbia», sostiene Fruscione.

Anche la politica ha molto discusso a proposito di Porodica, visto che molti dei personaggi in seconda fila della corte dell’ex presidente sono oggi diventati uomini di Stato. L’esempio più lampante è Aleksandar Vucic, presidente della Repubblica di Serbia e ministro dell’informazione dell’ultimo governo Milosevic, ma altrettanto importante è anche Ivica Dacic, ministro degli esteri e leader del Partito Socialista serbo, l’ex partito del leader jugoslavo.

Proprio al capo dei socialisti, alleati di governo di Vucic, la serie non sembra essere particolarmente piaciuta, temendo probabilmente un giudizio negativo non solo su Milosevic ma anche sullo stesso partito.  «Rispetto all’ex presidente, che aveva lasciato spazio a giornali nazionali e tv locali, i primi artefici della protesta contro di lui, Vucic è riuscito a legare la gran parte dei media all’area di governo, salvo pochissime eccezioni. Per questo si può dire che il suo governo è persino più illiberale di quello di Milosevic, pur con le dovute differenze e specificazioni», sostiene Fruscione.

Lo confermano anche organi internazionali come Freedom House, che ha già da tempo declassato la Serbia da “democrazia” a “regime ibrido” e paragonato la libertà dei media serbi a quella presente in Ungheria. «Visto che la serie esamina soprattutto l’uomo Milosevic, analizzando i suoi stati d’animo prima dell’arresto, si può star certi che Porodica non aiuterà la Serbia ad assolversi da uno dei suoi mali endemici: il nazionalismo. Ecco perché quest’operazione rischia di essere soltanto un aiuto alla narrazione moderata di Vucic, che racconterà Milosevic come uno che forse ha sbagliato, come molti altri, ma che alla fine ha fatto gli interessi della nazione serba». In un simile contesto l’opposizione è praticamente inesistente. «In questo momento l’area di consenso intorno a Vucic è stimata intorno al 60%, a cui si aggiunge un 10% riservato invece agli alleati di governo.  All’opposizione resta perciò il 30%, che però è davvero molto frammentato. Per questo è inutile immaginare che la serie possa in alcun modo aiutare l’opposizione».

Questa serie può lasciare una traccia nella società serba? «Assolutamente. Porodica può essere un ottimo punto di partenza per la Serbia per iniziare a creare un sentimento condiviso su ciò che sono stati quegli anni. Capire ancor meglio cosa hanno significato il caso del Kosovo, l’invasione della Bosnia, l’attacco della NATO può aiutare tutti i Serbi a comprendere Slobodan Milosevic e mandarlo così definitivamente in archivio».