Una modesta proposta: Italia stato montessoriano. Siamo pronti per un paese laico, steineriano, una repubblica fondata sull’empatia, riscriviamo la Costituzione più bella del mondo per farla diventare anche la più simpatica, «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulle mamme», sentite come suona bene, che commozione, che tenerezza.
I have a dream: il partito delle mamme, un partito elitario ma anche democratico, socialista ma anche democristiano, qualunquista ma anche impegnato, lo chiameremo “Mamme Democratiche”, o “Mamma Viva”, o “Mamme d’Italia”, facciamo un sondaggio su Twitter o sulla piattaforma Montessori.
Nel mio governo ci saranno solo le personalità più eccelse, care mamme: metteremo Carlos Gonzales al Ministero dell’Alimentazione e Autosvezzamento, James McKenna al Ministero del Sonno e Cosleeping, avremo il Ministero per l’Allattamento a termine, quello per il Parto in acqua e quello per il Gender Reveal, in modo da dare una linea normativa chiara e regolamentata come se fossimo un paese civile.
Primipare attempate, siamo noi le geriatric millennial, riprendiamoci tutto quello che è nostro.
L’altro giorno è uscita sui giornali questa fotografia della mamma di Alessandro Bastoni, ventiduenne giocatore dell’Inter, che puliva la bocca alla creatura dopo aver mangiato la pizza. Indignazione generale, strali di sarcasmo, ma cosa volete, come vi permettete, signora Monica venga qua con me a riscrivere la Costituzione, le do un ministero, portiamoci a casa questo scudetto di umanità. Bastoni ha ventidue anni, ha appena vinto il campionato, di chi volete che sia il merito se non di sua madre che evidentemente gli ha insegnato a non preoccuparsi di nulla se non a essere bravo in quello che fa.
«You can all achieve your goals if you work hard and don’t bullshit», sta twittando Bret Easton Ellis. Bret Easton Ellis che farò certamente Ministro del Lavoro.
La replica del giocatore è stata: «Mia mamma Monica mi vuole bene e anche quando sono in campo è attenta a quello che faccio. Non conta l’età, anche a 40 anni sarà sempre la mia mamma».
You can all achieve your goals if you work hard and don't bullshit.
— Bret Easton Ellis (@BretEastonEllis) May 25, 2021
Alessandro vieni qua che voglio essere la tua zia picchiatella che alle cene di Natale ti fa vergognare, Alessandro porta mio figlio nei pulcini dell’Inter, io la pizza gliela taglio anche.
L’altro giorno ho letto un post in cui una mamma denunciava che il bambino subiva bullismo (i più grandi non lo fanno giocare insieme a loro) all’asilo. I commenti erano: cambia scuola, chiama la dirigenza, l’assessore, il provveditorato, i carabinieri, lettera dell’avvocato, fai un video, mi viene da piangere.
Una mamma con evidente sprezzo del pericolo ha scritto che forse è prematuro parlare di carnefici a 2/3 anni, che sono dinamiche comuni, e ancora un po’ la denuncia se la prendeva lei.
Mamme, ma se noi rimuoviamo i traumi che traumi non sono, i nostri figli tra vent’anni di cosa parleranno sui social? Non vogliamo pensare al loro futuro? Parleranno di noi che raccontiamo i traumi loro agli sconosciuti, diventando esso stesso trauma? È per questo che scrivono tutti in anonimo?
Siamo qua a quarant’anni a parlare dei nostri torti subiti cercando bene o male di sentirci parte di un qualcosa, una lunghissima seduta di Emdr su una poltrona scomoda con lo psicoterapeuta sbagliato, e alla fine della giornata cosa ci rimane se non che quello che abbiamo vissuto ci è servito per far parte del giro, se non per guardare il mondo con gli occhi chiusi e capire che non è poi così male. Ma, mamme, non temete, nel mio governo ci sarà il Ministero del Trauma, pallido e assorto e regolamentato, me ne faccio carico io.