È atteso per oggi il bonifico da 24,9 miliardi della commissione Ue all’Italia come anticipo sui 191,5 miliardi a nostra disposizione fino al 2026. Lo scrive il Corriere, che spiega poi che questi fondi verranno spesi secondo il Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) del governo Draghi approvato dalla stessa commissione.
È proprio l’approvazione del piano che ha fatto scattare l’anticipo, pari al 13%. I 25 miliardi invece sono composti per 9 miliardi da sovvenzioni (pari al 13% dei 68,9 miliardi previsti fino al 2026) e da 16 miliardi in prestiti (il 13% di 122,6).
Di questi 25 miliardi almeno 15,7 dovranno essere spesi entro il 2021. Per questo la gran parte delle risorse andranno su progetti in corso di realizzazione, sostituendo stanziamenti nazionali. Si tratta, in particolare, di 106 progetti suddivisi nelle sei missioni del Pnrr.
Con l’anticipo potranno essere coperte anche spese fatte nel 2020 per circa 1,6 miliardi. Tra i progetti che assorbono più risorse ci sono il programma Transizione 4.0 con 1,7 miliardi e il Fondo Simest per l’internazionalizzazione delle pmi, entrambi rientranti nella prima missione del Pnnr, la trasformazione digitale, che assorbe in tutto 40,3 miliardi dei 191,5.
Solo per Transizione 4.0 si prevedono 24 miliardi. Si tratta di crediti d’imposta sugli investimenti in beni materiali e immateriali, in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, green e digitale, design e formazione. Rientrano invece nella missione 2 (rivoluzione verde, per la quale sono previsti in tutto 59,4 miliardi) 1,6 miliardi per interventi nel biennio 2020-2021 per la «valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni» e 468 milioni per il rafforzamento del Superbonus.
Nutrito il pacchetto di opere ferroviarie ad alta velocità (rientrano nella missione 3, infrastrutture) finanziate nello stesso biennio: 930 milioni per la tratta Liguria-Alpi; 493 per la Brescia-Verona- Padova; 110 milioni per la Napoli-Bari; 47 milioni per la Palermo-Catania; 20 per la Salerno-Reggio Calabria. Previsti anche 361 milioni per il potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e 188 milioni per l’elettrificazione della rete nel Sud. Tutti questi investimenti, ovviamente, proseguiranno fino al 2026 con investimenti finanziati di anno in anno dall’Ue, a fronte però dello stato di avanzamento dei lavori debitamente rendicontato: una regola che vale per tutti gli investimenti del Pnrr.
Rientrano nella missione 4 (istruzione) 650 milioni per gli asili nido, 700 per la messa in sicurezza delle scuole e 400 per la «riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria». Del capitolo inclusione (missione 5) fanno invece parte i primi 400 milioni per le politiche attive del lavoro e i 200 per il potenziamento dei centri per l’impiego. Infine, per la missione 6 (salute) l’investimento maggiore riguarda i 795 milioni per l’ammodernamento degli ospedali.