I teorici della cospirazione sono persone che guardano agli eventi negativi – crisi, pandemie e cose del genere – come se fossero il risultato delle macchinazioni di potenti individui o gruppi. Questa “mentalità complottista” è spesso associata a convinzioni decisamente di destra, ma di solito si trascura il fatto che anche le persone a sinistra dello spettro politico hanno spesso la tendenza a pensarla in questo modo.
Questo è particolarmente vero per gli anticapitalisti. L’anticapitalismo è una credenza particolarmente diffusa tra le persone con convinzioni di sinistra, ma esiste anche tra persone che hanno posizioni di destra. Entrambi i gruppi individuano inoltre gli stessi capri espiatori: incolpano principalmente i ricchi, i banchieri e le grandi aziende per le maggiori crisi e catastrofi mondiali.
A destra i “nemici” sono persone come George Soros o i Rothschild, a sinistra i Koch o i “lobbisti” senza volto che sono visti come i burattinai dietro i grandi eventi politici. Spesso, tuttavia, i nemici dell’estrema destra e della sinistra si sovrappongono – come nel caso di Bill Gates, che ha attirato ire e ostilità feroci durante la crisi da Coronavirus. In occasione della crisi finanziaria del 2008, sono stati gli “avidi banchieri” e gli “speculatori finanziari” a ricoprire il ruolo di capri espiatori.
In uno studio realizzato su larga scala, gli psicologi tedeschi Roland Imhoff e Martin Bruder hanno scoperto che «la mentalità complottista può essere intesa come un atteggiamento politico generalizzato, distinto dall’atteggiamento politico tradizionale come l’autoritarismo di destra e l’orientamento verso il sociale». I teorici della cospirazione, in particolare, nutrono un forte risentimento contro i gruppi che sono potenti o che percepiscono come tali. L’analisi dei ricercatori ha mostrato una chiara correlazione tra mentalità complottista e dichiarazioni come:
– Le multinazionali sono la causa della maggior parte dei problemi del mondo.
– A causa della loro avidità, gli amministratori delegati hanno perso qualsiasi morale.
– Tutti nel mondo starebbero meglio se ci fossero meno speculatori finanziari.
La mentalità complottista, come dimostra l’atteggiamento favorevole nei confronti delle affermazioni sopra riportate, è strettamente legata alla ricerca del capro espiatorio. Lo psicologo americano Peter Glick ha argomentato in modo convincente contro l’opinione diffusa secondo cui le minoranze deboli e indifese sono sempre scelte come capri espiatori. In realtà, è spesso vero il contrario: «È proprio il potere detenuto da un gruppo (non la sua debolezza) che lo rende un capro espiatorio».
Come esempi, cita gli armeni in Turchia, gli ebrei in Germania, i tutsi in Ruanda, i ricchi e gli intellettuali in Cambogia. In tutti questi casi, sono stati gruppi di successo (economico) che sono stati scelti prima come capri espiatori e poi assassinati. «I gruppi sono sempre scelti per la loro vulnerabilità percepita? No, esattamente il contrario: i gruppi vengono scelti come capri espiatori perché sono (spesso erroneamente) percepiti come potenti e male intenzionati».
Il capro espiatorio e il pensiero complottista sono anche espressioni di invidia. In uno studio internazionale realizzato in sette paesi, che è stato condotto come parte del progetto The Rich in Public Opinion, per esempio, è emerso chiaramente che le persone che sono fortemente inclini all’invidia sociale sono molto più propense dei non invidiosi a concordare con la seguente affermazione: «Coloro che sono molto ricchi e vogliono sempre più potere sono da incolpare per molti dei maggiori problemi del mondo, come quelli di natura economica o umanitaria».
Negli Stati Uniti, il 57% degli intervistati con pronunciata invidia sociale era d’accordo con questa affermazione, in netto contrasto con solo il 12% dei non invidiosi. L’anticapitalismo e il pregiudizio contro i ricchi sono quindi strettamente legati al pensiero complottista e alla ricerca del capro espiatorio, che a loro volta sono particolarmente radicati tra gli invidiosi per il successo altrui.