Cosa significa pianificazione? In poche parole: dare un orizzonte sostenibile alla gestione delle foreste.
Volendo essere più precisi, pianificare una foresta significa, innanzitutto, conoscerla a fondo in termini di composizione specifica, età, struttura, stadio di sviluppo, presenza di viabilità. Grazie a questa fotografia di dettaglio è possibile organizzare nel tempo, solitamente in un arco di 10 o 15 anni, la sua gestione sostenibile. Questo vuol dire fare delle scelte consapevoli: dove, come e quando realizzare interventi di cura e manutenzione per massimizzare l’erogazione dei vari servizi ecosistemici che si decidono, per una determinata porzione di bosco e in base alle sue peculiarità, di valorizzare.
Tra questi servizi c’è anche la produzione di legno, materia prima rinnovabile importantissima nel processo di transizione ecologica. Ma il legno va prelevato con attenzione, avendo cura di toglierne sempre meno di quanto il bosco è in grado di ricrescere naturalmente. E in questo ambito la pianificazione forestale, con i suoi calcoli approfonditi e innovazioni tecnologiche sempre più avanzate, diventa essenziale: non a caso è un requisito di base per le foreste certificate Fsc o Pefc, i principali schemi a livello mondiale.
Ma la situazione nazionale non è rosea in questo campo. Il nuovo Inventario forestale nazionale, i cui dati sono stati presentati a fine settembre, porta un dato sconfortante: solo il 15% delle foreste italiane risulta sottoposto ad un piano di gestione. Cosa significa? Che conosciamo poco i nostri boschi, spesso ce ne disinteressiamo e così facendo non diamo gambe all’erogazione di servizi ecosistemici essenziali per tutti noi. Significa ad esempio che, dimenticando il nostro patrimonio, ci rivolgiamo all’estero per acquistare legname, spesso con poche garanzie di sostenibilità.
Il nuovo Testo unico in materia di foreste e filiere forestali (D.lgs 34/2018) ha cercato di colmare questa lacuna, proponendo uno schema che parte dalla strategia forestale nazionale (in fase di approvazione) e passando per i Programmi forestali regionali e i piani forestali di indirizzo territoriale arriva fino al Piano di gestione della singola foresta. L’obiettivo, esplicitato nella puntata da Raoul Romano, ricercatore del Crea politiche e bioeconomia e responsabile del gruppo foreste della Rete rurale nazionale, è di arrivare entro il 2025 ad almeno il 40% della superficie forestale nazionale dotata di un Piano di gestione forestale.
Un cambio di passo che appare sempre più necessario per salvaguardare e gestire sostenibilmente oltre un terzo del territorio italiano, quello coperto da boschi.