Sapessi com’è stranoInvestire in startup a Milano. PoliHub e la carica di imprese deep tech nate al Politecnico

Dall’acceleratore dell’istituto universitario meneghino è partito il percorso di molte aziende che hanno ottenuto importanti successi, da Fluidmesh a Leafspace, e ogni anno si valutano migliaia di progetti innovativi

«Chissà quindi che non si riesca a replicare quanto accadde 58 anni fa, quando Giulio Natta partí dal Politecnico di Milano per andare ad Oslo e ritirare il Nobel per la chimica, avendo in pratica inventato il processo per la produzione della plastica». Ad augurarselo è oggi Enrico Deluchi, general manager di PoliHub, l’Innovation Park & Startup Accelerator del Politecnico di Milano, che aggiunge: «Il futuro di un paese dipende dalla sua capacità di investire in conoscenza e di valorizzare la passione, il coraggio e lo slancio degli imprenditori che fanno innovazione».

La nascita di PoliHub si può far risalire al 2000, quando all’interno del Politecnico venne creato quello che allora si chiamava Acceleratore d’impresa, il cui obiettivo era di favorire la creazione di nuove imprese derivanti dalla valorizzazione della ricerca.

Nel 2020 PoliHub cambia forma societaria, diventando Scarl, e quindi società che non persegue fini di lucro. Questa nuova forma riflette ancor meglio la “mission” di PoliHub, che è quella di accompagnare la nascita di startup deep tech che generino valore per la società e l’economia verso un modello di progresso sostenibile, grazie a scienza e tecnologia e facendo leva sull’ecosistema del Politecnico di Milano.

Dall’Hub è partito il percorso di molte imprese che negli anni hanno poi ottenuto importanti successi, come Fluidmesh, acquisita nel 2020 da Cisco per la leadership tecnologica nei sistemi di comunicazione wireless per applicazioni di sicurezza e industriali, oppure Leafspace, che ha creato una rete globale per erogare servizi di comunicazione per microsatelliti; o ancora Cyber Guru, piattaforma specializzata in cyber security e Phononic Vibes, che sviluppa tecnologie innovative per la riduzione del rumore e delle vibrazioni.

Stelle nascenti, proseguendo, sono Photon Path, startup che opera nel settore delle telecomunicazioni e realizza amplificatori fotonici, ma anche informatica, Intelligenza artificiale e sensoristica; Isaac, specializzata nello sviluppo di soluzioni intelligenti per la protezione sismica e il monitoraggio strutturale e Brex, startup tutta al femminile che – in obbedienza ai migliori principi di economia circolare – ha brevettato una tecnologia per estrarre cellulosa di qualità dagli scarti vegetali.

Oltre il 60% delle startup nasce nel bacino del Politecnico di Milano, grazie a iniziative come S2p, il programma che seleziona e valorizza sul mercato soluzioni innovative, nuove tecnologie e idee di impresa proposte da studenti e laureati, ricercatori, alumni e docenti del Politecnico di Milano. Negli anni c’è stata una stretta collaborazione con importanti istituzioni radicate sul territorio milanese. A partire da Fondazione Politecnico, fino a Fondazione Giordano Dell’Amore, Cariplo Factory, Regione Lombardia, che promuove Startcup Lombardia, la competizione organizzata dalle Università e dagli Incubatori Universitari lombardi e coordinata da PoliHub.

Negli ultimi 5 anni sono stati valutati oltre 6500 progetti e stati raccolti quasi 100 milioni di euro di investimenti; e nell’anno del Covid, il 2020, il ritmo si è mantenuto alto: oltre 1300 progetti valutati e la nascita di 16 startup.

«Realtà com PoliHub si mettono al servizio di due mondi che devo essere sempre più in contatto» – conclude Deluchi – «quello della conoscenza rappresentato dall’università e quello dell’impresa, rappresentato dalle startup e dalle aziende con cui lavoriamo, per far in modo di far nascere qui, in Italia partendo da Milano, grandi innovazioni che hanno il potenziale di rendere il modo di vivere e produrre più sostenibili».

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