Ottant’anni e non sentirli. Sono quelli di Wonder Woman, celebre eroina dei fumetti e del cinema, «bella come Afrodite, saggia come Atena, con la velocità di Mercurio e la forza di Ercole», così come la definisce il suo ideatore, lo psicologo americano William Moulton Marston in All Star Comics #8, nel 1941. A lei è dedicata la mostra a Palazzo Morando a Milano, la prima esposizione in Italia rivolta all’eroina femminile dell’universo DC. Ideata per l’editoria, Wonder Woman diventa negli anni Settanta una serie televisiva di successo (a interpretarla era Lynda Carter) e più recentemente conquista il grande schermo con i film “Wonder Woman” (2017) e “Wonder Woman 1984” (2020). Non solo. In lei e nei suoi superpoteri c’è tutta la nostra storia e tutte le nostre lotte per cui ancora oggi ci battiamo.
La mostra “Wonder Woman. Il mito” si può visitare fino a marzo 2022. Si tratta di un viaggio di ottant’anni tra comics, tavole originali ma anche video installazioni, costumi, veri e propri pezzi di cinema come scudi, archi, spade, dove si respira quello che Wonder Woman ha rappresentato per generazioni. La volontà di essere un simbolo di libertà, di uguaglianza, di combattere contro ogni ingiustizia (eccole, dunque, le battaglie della storia per cui lottiamo ancora oggi). Con quel sano filo conduttore così girl power che di certo non guasta.
Per citare nuovamente le parole del suo “papà”, Moulton Marston, quando ha presentato la sua creatura per la prima volta: «Finalmente, in un mondo lacerato dall’odio e dalle guerre degli uomini, appare una donna per la quale i problemi e le imprese degli uomini sono un gioco da ragazzi. Una donna la cui identità non è nota a nessuno, ma le cui imprese sensazionali sono eccezionali in un mondo in rapido movimento. Serve come simbolo di integrità e umanità, in modo che il mondo degli uomini sappia cosa significa essere un’amazzone. Con cento volte l’agilità e la forza dei nostri migliori atleti maschi e dei lottatori più forti, appare come se dal nulla vendicasse un’ingiustizia o raddrizzasse un torto».
Tra le cose da ammirare, la prima copertina in assoluto dell’eroina che salva il pianeta Terra e che inaugura la prima serie di fumetti. Un segnale con cui comincia la golden age di Wonder Woman, il periodo epico del fumetto negli Stati Uniti. Copertina dopo copertina, azione dopo azione, la storia del mondo e il mito si incontrano, la gente si riconosce, non si riesce a resistere alle vicende della donna dai superpoteri e dal carattere così ben definito. Non dimentichiamo che a inventarla è stata uno psicologo e che ci sono stati lunghi periodi di studi e ricerche prima di creare la figura fatta e finita di colei che avrebbe salvato, e affascinato, l’universo intero.
Arriva il dopoguerra, il 1968, Wonder Woman si fa portavoce della nuova ondata femminista ed è così che, ancora una volta, il mito incontra la storia. E poi ancora gli anni Ottanta, l’avvento della televisione e del cinema. Rinasce più volte, si lascia attrarre, inevitabilmente, dal fenomeno della moda che impazza in quel periodo. Numerose sono infatti le influenze stilistiche del mito e dei suoi abiti che l’hanno definitivamente inserita in un posto d’eccellenza della cultura pop. Così al passo con i tempi che verrebbe da pensare che oggi Wonder Woman farebbe l’influencer, diventerebbe lei il vero riferimento social da seguire, rappresenterebbe lei quel modello da cui prendere spunto. Sarebbe sicuramente un mondo migliore.
Quello che colpisce della mostra non è solo il viaggio nei fumetti. Colpisce la storia che c’è dietro a un personaggio. Storia nel senso di classicità greco-romana da cui derivano le origini della protagonista, quella delle figure divine che hanno reso possibile la nascita del mondo. Storia che si cuce addosso a ogni epoca e che fa di lei una portavoce di messaggi di speranza. Oppure, ancora, un simbolo di lotte per la parità di genere. Storia che è anche quella di oggi, di noi che tanto ci infervoriamo per le cose che contano fino a quando non ci rendiamo conto che amore e gentilezza sono le uniche due armi per un futuro migliore possibile.
Per rubare le parole a Diana Prince (questo il nome “umano” di Wonder Woman) nel film del 2017: «Un tempo volevo salvare il mondo, far cessare la guerra e portare pace agli esseri umani. Ma poi ho scorto la tenebra che vive nella loro luce, e ho imparato che dentro ognuno di loro ci saranno sempre entrambe. Ognuno deve fare la propria scelta e questo nessun eroe lo potrà mai cambiare. E ora so che solo l’amore può davvero salvare il mondo».
La mostra “Wonder Woman. Il mito” è visitabile presso Palazzo Morando | Costume Moda Immagine (via Sant’Andrea, 6) l 20 marzo 2022 martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle ore 9:30 alle ore 19:30; giovedì e sabato dalle ore 9:30 alle ore 22:30. Il biglietto di ingresso è di 14 euro. Green pass e mascherina sono obbligatori, la prenotazione è consigliata.