Design urbanoCompasso d’oro, la piazza che parla della storia e del futuro di Milano

Dove sorgeva la centrale elettrica per i tram, oggi si passeggia tra suoni e profumi, in un percorso sensoriale e interattivo dove i visitatori possono fermarsi e giocare con gli strumenti che gli vengono offerti

Comune di Milano

Nel contesto della Milano in movimento, che ricerca e persegue il cambiamento con tutti i suoi mezzi, non stupiscono quelle iniziative che non solo intendono rinnovare piazze e piazzali già esistenti, ma ne creano di nuovi. Un esempio è piazza Compasso d’oro.

Già il nome parla di progettazione urbana, disegno di spazi, espressione di concetti tra utilità collettiva e bellezza estetica: allude infatti – ovviamente – all’omonimo Premio del design consegnato dall’Associazione per il disegno industriale.

La piazza sorge tra le vie Ceresio e Bramante e piazza del Cimitero monumentale, e si offre all’uso dei cittadini con tutto il sapore di una memoria industriale ritrovata.

Se non la si conosce si corre il rischio di passarle accanto e nemmeno rendersi conto che varcando la soglia di Ceresio 7 (un ingresso abbastanza anonimo, dove dalle finestre che danno sul seminterrato possiamo intravedere una palestra e oltre il portone intuire semplici uffici) si sbuca a mo’ di Alice nel paese delle meraviglie all’interno di uno spazio nuovo, inaspettatamente familiare.

È la sensazione che sanno trasmettere quei siti dove sorgevano realtà operaie, manifatturiere e imprenditoriali oggi scomparse, che in questo caso non si presentano con il fascino decadente dell’archeologia industriale più dimessa, ma con l’energia di uno spazio che ha mutato destinazione, non anima. Laddove oggi sorge l’Adi Design Museum – Compasso d’oro, un tempo sorgeva la centrale elettrica Edison, con la quale il Comune intendeva perseguire una progressiva elettrificazione delle linee tranviarie milanesi. Non semplicemente un edificio storico, ma il simbolo dell’innovazione, del progresso applicato ai servizi, segno distintivo della metropoli.

Questo palazzo in stile liberty, oggi ribattezzato “tram a cavalli” e costruito nel 1884, sorgeva a sua volta su un’area occupata precedentemente dalla stazione dei tram a cavallo di Porta Volta. È una storia che si ripete dunque, quest’ostinata corsa milanese al futuro: un museo che era stazione prima, centrale elettrica poi, domani chissà.

Il futuro di ieri è diventato la storia di oggi, senza perdere però il legame potente col presente. Ai cittadini milanesi è stato regalato non solo un tempio del design, ma una piazza pubblica di forte suggestione industriale tutta da vivere. Piazza Compasso d’oro è interattiva, e se è vero che interattive lo sono un po’ tutte le piazze (tutte le puoi attraversare, in molte ci puoi giocare, ti ci puoi sedere, fermare, fare sport, un picnic), e questa lo è un po’ di più delle altre.

L’area si sviluppa infatti suggerendo un percorso sensoriale e interattivo dove i visitatori possono fermarsi e giocare con gli strumenti che vengono loro offerti: le colonnine che sprigionano essenze profumate, l’arpa metallica, la Porta dei Suoni (un’installazione di Ricciarda Belgioioso, Walter Prati e Guglielmo Prati che riproduce frammenti musicali nell’arco di tutta la giornata), il telefono senza fili. Tutto ti invita a osservare ed esplorare.

Non stupisce quindi sapere che questo nodo urbano dove interattività cittadina si intreccia con archeologia industriale e storia del design sia stato chiamato anche Pausa Urbana. Perché a Milano piacerà anche correre e rinnovarsi, ma non senza inventare e reinventare nuovi spazi per fermarsi.

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