«Il 2022 è un anno da affrontare con fiducia». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa, dove è intervenuto per chiarire alcuni punti che hanno creato confusione e anche proteste, come l’obbligo vaccinale e il rientro a scuola dopo le festività natalizie.
Le nuove misure adottate, comprese quelle che influiscono sulla scuola, ha spiegato il premier, servono per minimizzare gli effetti economici e sociali sulla popolazione: «Vogliamo essere molto cauti ma anche cercare di minimizzare gli effetti soprattutto su ragazzi e ragazze, che hanno risentito più di altri delle chiusure dovute alla pandemia dal punto di vista psicologico e della formazione».
E il motivo per cui possiamo adottare un approccio diverso rispetto al passato, ha spiegato Draghi, è la vaccinazione: «Gran parte dei problemi che abbiamo oggi è che ci sono dei non vaccinati: per questo invito tutti gli italiani che non si sono vaccinati ancora a farlo».
Nel 2021 il numero di morti è stato ancora alto, ma inferiore al 2020 nonostante le riaperture. «Siamo stati tra i primi ad adottare l’obbligo di vaccino per tutta una serie di categorie», ma ora la circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione gli ospedali, soprattutto per l’effetto sulla popolazione non vaccinata.
«Siamo stati i primi ad adottare l’obbligo vaccinale per tante categorie di lavoratori, ora la circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione gli ospedali, sempre per i non vaccinati. La settimana scorsa abbiamo parlato di smartworking. Adesso abbiamo previsto l’obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni, decisione presa sulla base dei dati, perché sono quelli che corrono i maggiori rischi», ha detto il presidente del Consiglio.
L’inizio dell’anno è anche l’occasione per cercare di partire con il piede giusto. «Abbiamo superato tante sfide difficili in questi anni grazie a tutti, cittadini, istituzioni, locali, tutti: abbiamo motivo di pensare che andrà bene anche stavolta».
Infine, prima di lasciare la parola ai giornalisti, Draghi ha detto che non avrebbe risposto ad alcuna domanda che riguarda il Quirinale.
Al fianco del premier ci sono i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza. E parlando della scuola il premier ha detto che «è fondamentale e va tutelata, protetta, non abbandonata. Ringrazio il ministro, gli insegnanti, i genitori, per gli sforzi di oggi e delle prossime settimane e mesi. Probabilmente ci sarà un aumento delle classi in Dad ma quello che va respinto è il ricorso generalizzato alla didattica a distanza. Ci sono anche motivazioni di ordine pratico: ai ragazzi si chiede di stare a casa, poi fanno sport tutto il pomeriggio e vanno in pizzeria? Non ha senso chiudere la scuola prima di tutto il resto, ma se chiudiamo tutto torniamo all’anno scorso e non ci sono i motivi per farlo».