Milano a cielo apertoLe opere dei grandi artisti da ritrovare passeggiando in città

Dal dito medio di Cattelan ai Bagni misteriosi di De Chirico, fino alle opere di arte contemporanea del parco di CityLife. Guida ai capolavori en plein air da scorgere in giro per le vie milanesi

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Succede di girare a piedi in giro per Milano e di imbattersi in un dito medio. Non è tanto per le frenesia degli automobilisti delle vie del centro che se la prendono con ciclisti e pedoni, in questo caso è un grandissimo dito medio, alto quasi cinque metri (undici in totale se ne consideriamo la struttura) e tutto in marmo di Carrara. Si tratta dell’opera dell’artista Maurizio Cattelan, siamo in piazza degli Affari, il dito medio è qui dal 2010 e la sua fama nel frattempo ha fatto il giro del mondo (“il dito” ha fatto anche da sfondo alla presentazione italiana della serie “La casa di carta”). Il suo nome è “L.O.V.E.”, ovvero Libertà, Odio, Vendetta, Eternità.

L’irriverente scultura (dieci anni fa molto più di ora) collocata di fronte a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, è soltanto uno degli innumerevoli capolavori dell’arte che si possono incontrare per la città. Opere prestigiose di artisti illustri che impreziosiscono le vie di Milano, da ammirare all’aria aperta (una buona notizia: vuol dire che sono gratis) e che magari incontriamo ogni giorno ma senza considerarne l’effettiva importanza.

Tutti conosciamo, per fare un esempio, “l’ago e filo” di piazzale Cadorna. Ago, filo e nodo – questo il vero nome – è una scultura di due famosissimi artisti pop americani, Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen, e il gigantesco ago con il filo da cucito che sbuca in un altro punto della piazza è un omaggio alla laboriosità di Milano (città della moda) e dei suoi abitanti. Per la cronaca, Oldenburg ha riempito mezzo mondo con opere del genere, l’arco di Cupido a San Francisco, la molletta a Filadelfia, il cucchiaio con la ciliegia che attraversa un’intera riva del Minneapolis Sculpture Garden, tutto in dimensioni extra large, naturalmente.

Poco distante da Cadorna c’è il giardino con I bagni misteriosi di Giorgio De Chirico, una realizzazione di sculture del 1973 inizialmente pensate per la fontana del Palazzo dell’Arte. L’opera ora è esposta permanentemente nel Giardino della Triennale di Milano. I bagni misteriosi sono la rievocazione dell’infanzia di De Chirico a Volos, in Grecia, dove, come più volte ha dichiarato, ha immaginato «Delle strane piscine con uomini immersi in quella specie di acqua-parquet, che si muovevano, giocavano e a volte si fermavano per conversare con altri uomini che stavano fuori dalla piscina-pavimento”». Regala così alla nostra città un vero e proprio motivo di vanto. Le statue che rappresentano i nuotatori dentro e fuori la piscina, il trampolino, l’enorme cigno, il “pesce fuor d’acqua” che curiosamente ricorda una tela degli anni Trenta, Il nuotatore misterioso, formano un vero capolavoro che si può ammirare anche dall’alto, affacciati dall’ultimo piano, dal ristorante Terrazza Triennale.

Ci spostiamo di poco, in piazza Meda, dove domina l’enorme opera bronzea di uno dei più grandi scultori italiani contemporanei, Arnaldo Pomodoro. Il suo Disco Solare, o Disco Grande, da piazza Ducale di Vigevano è arrivato qui da noi dove, per un breve periodo di tempo, ha posato anche a Lanza, di fronte al Piccolo Teatro (dal 2006 al 2010 circa). Per ammirare un autentico Miró, invece, ci si sposta in via del Senato, nei pressi dell’Archivio di Stato. Qui si trova l’opera Mére Ubu che il genio surrealista ha donato a Milano nel 1976, una sorta di figura a metà tra un uomo e un uccello che pare essere ispirata a Lady Macbeth. Famosissima è ancora la Mela Reintegrata di Michelangelo Pistoletto, l’enorme frutto del peccato originale, in questo caso “ricucito”, come a dire che il Paradiso ancora non è perduto. Siamo in Stazione Centrale.

Arriviamo a CityLife, dove vivono i Ferragnez, ma anche uno dei quartieri più recenti della città noto non solo per i tre grattacieli delle archistar Zaha Hadid, Daniel Libeskind e Arata Isozaki ma anche per il suo parco pubblico con una quarantina di opere permanenti di artisti internazionali. Qualche esempio? Coloris di Pascale Marthine Tayou, ovvero quell’insieme di pali coloratissimi che si sviluppano verso l’alto, sono uova sulla sommità di un centinaio di pali metallici che superano anche i dieci metri di altezza. Il Bacio di Wilfredo Prieto, ovvero i due massi erratici, accostati fra loro a formare un romantico bacio. Filemone e Bauci di Valentina Ornaghi e Claudio Prestinari, un’interpretazione originale del mito greco dei due innamorati che invecchiano insieme sopportando le difficoltà grazie alla forza del loro amore. Una fusione in alluminio che raffigura due colonne umanizzate, a braccetto, mentre osservano i nuovi grattacieli che si stagliano verso l’alto. Ancora, tra gli altri, la tedesca Judith Hopf con la sua Hand and Foot for Milan, vale a dire una mano e un piede per Milano, di dimensioni enormi, in mattoni rossi, sagomati, sovradimensionati.

Concludiamo con un giro all’Idroscalo, dove si può fare un giro per il Museo Giovani Artisti. Passeggiando ci si imbatte in una serie di opere di scultura tradizionale e di arte ambientale contemporanea realizzate grazie alla collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Brera e l’Idroscalo, in perfetta sintonia con la natura circostante. Peccato per le zanzare, se si va d’estate.

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