Scuola di pari opportunitàIl programma di Bocconi e Harvard contro i disagi nell’apprendimento

Il Tutoring Online Program dell’ateneo milanese viene in aiuto ai ragazzi delle superiori rendendo i giovani protagonisti: nel programma sono proprio gli studenti universitari a fare da “tutor” ai compagni più fragili e in maggiore difficoltà

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Quanto ha inciso la pandemia nella vita e sul profitto scolastico degli studenti milanesi? E come aiutare chi è rimasto indietro a scuola? Tra le tante ricette emerse in questi due anni di Dad alternata a rientri in presenza, una proposta interessante è quella del Top (Tutoring Online Program), ideato dall’Università Bocconi insieme ad Harvard, nell’ambito del Leap (Laboratory for Effective Anti-poverty Policies) della Bocconi.

≪L’aspetto innovativo e la forza del progetto», spiega Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo – che è tra gli enti che rifinanzieranno l’iniziativa nel 2022 – «è quello di sostenere i ragazzi che hanno meno opportunità attraverso il protagonismo dei giovani≫. Nel Top infatti sono proprio gli studenti universitari degli atenei lombardi a fare da “tutor” ai compagni delle scuole superiori più fragili e in maggiore difficoltà a causa della pandemia. Un’idea semplice che fa leva sul senso di solidarietà e di sostegno tra giovani se non proprio coetanei comunque molto vicini per età, abitudini e modi di vivere e che intende ricucire, almeno in parte, quelle reti sociali che la pandemia ha interrotto bruscamente.

Le ricerche, del resto, ci dicono che uno dei fattori maggiormente protettivi rispetto allo stress è rappresentato proprio dal supporto sociale, cioè dal fatto di avere (o sentire di avere) una comunità di persone vicine in grado di sostenerci anche nei momenti più difficili. E per i giovani adolescenti, questa comunità è fortemente incentrata sui gruppi di pari. Il lockdown, con la segregazione domestica che ne è conseguita e le tante restrizioni sociali collegate ha colpito quindi più duramente proprio loro, per cui la socialità non è un optional ma una tappa di sviluppo fondamentale.

E così, a marzo 2020, Bocconi e Harvard hanno lanciato la prima edizione del progetto, chiedendo agli insegnanti milanesi di indicare quali studenti delle proprie scuole vivessero un periodo scolastico di particolare difficoltà. A ciascuno è stato assegnato poi un tutor, identificato tra gli studenti volontari delle università Bocconi, Bicocca e Statale di Milano, per il supporto nello studio di una o più materie (tra matematica, italiano e inglese). I risultati sono stati incoraggianti: con evidenti miglioramenti del rendimento scolastico e dei livelli di benessere psicologico in chi ha preso parte al programma.

Si è arrivati così alla terza edizione, promossa da Fondazione Cariplo in collaborazione con l’Università Bocconi, ma anche Università Bicocca, Ciai (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia) e con la rete delle Università lombarde. L’ambizione è di ampliare il numero di beneficiari, raggiungendo quota 2.500 studenti delle scuole medie inferiori del territorio lombardo e delle province di Novara e Verbania, coinvolgendo il Crul (Comitato regionale di Coordinamento delle Università Lombarde) con l’adesione già di 11 su 13 atenei universitari regionali. Novità del 2022 sarà poi quella di distribuire agli studenti anche pacchetti digitali (computer e connessione dati) per contrastare gli effetti del digital divide sui divari nell’accesso all’istruzione e delle diseguaglianze tra gli studenti.

La pandemia, infatti, non è così democratica come potrebbe sembrare se è vero che la povertà educativa, stando ai risultati dei test Invalsi 2021, ha fatto registrare tassi più elevati di learning loss (perdita di conoscenze e competenze) negli studenti con uno status socioeconomico e culturale  basso o medio basso rispetto a quelli di famiglie più abbienti. Il che significa, secondo Francesca Silva, direttrice operativa Ciai, che ≪la garanzia del diritto all’educazione non può che passare per il contrasto al divario socio economico, in forte crescita nell’Italia del post-pandemia≫.

Per farlo non c’è che una strada: offrire a tutte le persone, a qualunque estrazione o classe sociale appartengano, pari opportunità di apprendere, formarsi, acquisire competenze e coltivare le proprie passioni e capacità, a partire proprio dalla scuola.

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