Beppe Sala lo ha detto chiaramente: «La giunta deve comunicare meglio come intende spendere i fondi del Pnrr». L’intervista a Repubblica del primo cittadino è però solo l’ultimo atto di una lunga fase di preparazione che Palazzo Marino ha avviato e che caratterizzerà tutto il secondo mandato del sindaco.
Secondo le prime stime Milano e la Lombardia riceveranno quasi 3,5 miliardi di euro, una somma importante che potrà anche essere ampliata in futuro. Per questo il Comune ha presentato 64 progetti dal valore complessivo di 4,7 miliardi di euro e dato vita a una task force, chiamata “Infrastrutture del territorio” e guidata dal direttore generale Christian Marangone, per implementarli.
D’altronde l’ambizione del sindaco Sala è chiara: «Milano è in grado di investire un miliardo all’anno. Ha un track record che dimostra che le sue strutture sono in grado di generare gare e seguire l’evoluzione del percorso. Abbiamo potenzialmente richieste quindi per 5 miliardi. Ci verranno assegnate? Siamo qui oggi per capire quali sono le regole del gioco», ha dichiarato lo scorso dicembre all’evento “Italiadomani” al Piccolo Teatro, alla presenza dei ministri Stefano Cingolani e Vittorio Colao.
Periferia ed edilizia
A fare la parte del leone sono soprattutto la riqualificazione delle periferie e i bandi per l’edilizia scolastica. Tanti i soggetti coinvolti e tanti anche i soldi a disposizione, come dimostrano ad esempio i 20 milioni di euro che Palazzo Marino riceverà per ridare vita e mettere in sicurezza la zona nordest della città, tra via Rizzoli e il fiume Lambro. Per la prima la spesa sarà di 11,5 milioni e servirà per interventi di manutenzione straordinaria come riqualificazione energetica e impiantistica dei palazzi presenti ai civici 13, 45, 73 e 87.
«Grazie al piano Next Generation Eu sarà possibile portare a termine interventi decisivi per il quartiere Rizzoli. È fondamentale che le risorse messe a disposizione dall’Unione europea siano utilizzate al meglio per migliorare la qualità della vita di chi abita negli edifici Erp di proprietà del comune di Milano», ha sottolineato l’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran. Discorso diverso per il fiume Lambro: il Comune ha già messo in preventivo una spesa di 8,5 milioni per la protezione idraulica nelle aree golenali ed evitare così che straripi durante i periodi di piogge intense. A quest’opera di messa in sicurezza si aggiunge il progetto “ReLambro”, che punta a riqualificare l’area dell’ex campo nomadi di via Idro e, allo stesso tempo, proteggere dalle esondazioni le comunità Exodus e Ceas.
«Siamo contenti per l’arrivo dei fondi che permetteranno di realizzare il primo parco fluviale innovativo metropolitano e serviranno per valorizzare tutta l’area nord Milano attraverso interventi di contenimento del rischio idraulico del fiume Lambro insieme ad azioni di valorizzazione ecologica e paesaggistica», ha dichiarato Elena Grandi, assessora al Verde di Palazzo Marino. E non c’è solo via Rizzoli tra i piani di Palazzo Marino: ben 100 milioni di euro verranno destinati a un progetto pilota volto alla riqualificazione e rigenerazione dell’edilizia residenziale sociale in quartieri periferici come San Siro, Inganni, Lorenteggio, Giambellino e Primaticcio.
Altrettanto attive anche le scuole: sono già nove gli istituti che hanno iniziato l’iter per accedere ai 76 milioni di euro per l’edilizia scolastica previsti proprio dal Pnrr. Dalla scuola primaria di via Muzio fino alla scuola media di viale Sarca e al polo per l’infanzia di via Reni sono tanti i progetti per cui è già stato aperto il bando, con altri che potrebbero presto aggiungersi. «Questa è una vera e propria corsa contro il tempo e un’occasione importante per la nostra città e per tutta la comunità educativa e scolastica», ha commentato la vicesindaco e assessora all’Istruzione Anna Scavuzzo.
Cultura, mobilità e salute
Non c’è però soltanto l’edilizia tra gli obiettivi che Milano si è proposta di raggiungere con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. All’interno del Piano è previsto infatti anche un finanziamento di 101 milioni per la Biblioteca europea di Informazione e Cultura, che verrà realizzata nei pressi di Porta Vittoria a partire dal 2026. Un progetto che ha una storia ormai decennale: il progetto originale, firmato da Peter Wilson, risale infatti al 1999. Nonostante lo stop nel 2008, quando si era arrivati alla fase esecutiva, per mancanza di fondi ministeriali, il progetto però non è mai stato del tutto abbandonato.
«Crediamo che un nuovo polo culturale nella zona est di Milano sia in linea con il processo di rinnovamento della città pubblica in atto da tempo», ha dichiarato a Mi-Tomorrow l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. Tra i progetti che verranno finanziati dai fondi del Pnrr ci sono molti che riguardano i trasporti: oltre 150 milioni verranno spesi per la creazione della linea metrotramviaria tra Niguarda e Cascina Gobba e Bausan-Villapizzone; l’aggiunta di 14 tram bidirezionali e 10 nuovi filobus per la linea 7 e infine la creazione di una sede riservata per la linea circolare 90-91 da piazza Zavattari a piazza Stuparich.
Un capitolo importante è ovviamente dedicato alla salute: l’intera regione Lombardia riceverà la bellezza di ben 1,2 miliardi di euro per potenziare il sistema regionale sanitario e il 40 per cento di queste risorse finirà al rafforzamento delle prestazioni erogate sul territorio, con la creazione di 187 Case della Comunità e 60 Ospedali di Comunità. Il piano andrà perfezionato entro il 28 febbraio e le risorse assegnate entro il 31 maggio, ma non c’è dubbio che Milano sarà parte attiva di questo progetto: uno degli indizi lo ha dato Michela Palestra, vicepresidente della Città Metropolitana di Milano, che in un’intervista ad Affariitaliani.it ha evidenziato come nella struttura dell’ex brefotrofio di via Piceno 60 sorgerà una struttura omnicomprensiva, dotata di Ospedale di Comunità, Casa di Comunità e Centrale Operativa Territoriale. L’impressione è che non sarà la sola.