Libro e moschetto, putiniano perfettoCosì la propaganda russa ha preparato per anni l’invasione dell’Ucraina

Dal 2010, il Cremlino ha diffuso romanzi di bassa qualità per celebrare la superiorità militare russa in tutti i possibili conflitti nel mondo, compresa in un’ipotetica guerra contro l’Occidente. Si tratta di un’altra operazione speciale orchestrata dal Cremlino

AP/Lapresse

In “Zar dal futuro” un ragazzo del Duemila si sveglia nel corpo dell’imperatore russo Nicola II, all’inizio del Novecento, in tempo per impedire la Rivoluzione russa, sconfiggere il Regno Unito e conquistare Istanbul con armi tecnologiche sconosciute per l’epoca. Il viaggio accidentale è un espediente narrativo ripreso così tante volte da essere diventato quasi un genere letterario a sé: lo schema standard ha un protagonista che viene catapultato accidentalmente in un altro luogo e in un altro tempo, spesso senza una ragione apparente. È molto popolare in Russia, dove questi libri sono conosciuti con il termine popadantsy – forma plurale di popadanets –, sempre più diffusi sugli scaffali di fantascienza.

“Zar dal futuro”, come tutti gli altri popadantsy, è un ottimo esempio di come l’editoria russa ha preparato il terreno per promuovere e far accettare a tutta la nazione una guerra su vasta scala contro l’Ucraina, la Nato, l’Occidente. Proprio mentre quest’ultimo ignorava completamente il problema.

Lo ha raccontato giornalista, politologo e scrittore di origine russa Sergej Sunlenny, che ha lavorato a Mosca per l’emittente televisiva tedesca Ard ed è stato caporedattore di un telegiornale dell’emittente commerciale russa RBC-TV.

In un lunghissimo thread su Twitter, Sunlenny ha spiegato che «uno dei primi fattori che testimonia la preparazione della Russia per una svolta verso la dittatura e la guerra globale è stata la produzione di massa di libri su Stalin e lo stalinismo, e sull’imminente guerra contro l’Occidente», libri apparsi sugli scaffali russi all’inizio degli anni 2010.

Quindi i titoli che arrivavano sul mercato tra mille fanfare erano “Sii orgoglioso, non dispiaciuto! Verità sull’età di Stalin”, oppure “Repressioni di Stalin: una grande bugia”, e ancora “Berija: miglior manager del XX secolo”, una biografia di Lavrentij Pavlovič Berija che è stato primo vicepresidente del consiglio dei commissari del popolo dell’Unione sovietica.

La dinamica è semplice e diretta: questi libri di fiction sono strumento di propaganda per alimentare un revanscismo basato sul nulla. «L’idea di creare un’atmosfera autoritaria e militarista attraverso le librerie è da genio del male. Nel 2015 ho visitato la libreria centrale di Mosca “Biblio-Globus”, e il merchandising che incontravi all’ingresso era fatto solo di uniformi militari, accessori e libri su Stalin e la guerra», scrive Sunlenny.

Dopo l’avvio dei libri sul periodo staliniano, il Cremlino ha iniziato a far pubblicare libri di quella che Sunlenny nel suo thread definisce battle fantastic: libri molto accessibili, di bassa qualità, prodotti in serie, sulla superiorità militare russa in tutti i possibili conflitti nel mondo. Quindi sugli scaffali è arrivata la serie “Battlefield Ukraine”, con titoli come “Ukraine on Fire”, “Wild Field: On Ukraine’s Ruins”, “Ukraine in Blood: Banderite Genocide”, “Inferno ucraino: è la nostra guerra”. Tutti con copertine pop che raffigurano l’esercito russo che schiaccia americani, ucraini, ucraini vestiti da nazisti.

Libri con un’unica storyline ripetuta: l’Ucraina, il Paese antagonista, è una marionetta dell’Occidente; gli Stati Uniti e il Regno Unito vogliono distruggere la Russia; i russi optano per la guerra perché non hanno paura e sono fortissimi in guerra.

Un’operazione editoriale che fa parte di un piano più ampio di revisionismo storico. Il Cremlino ha creato un genere letterario per vendere storie che, in buona sostanza, si potrebbero riassumente con le quattro parole trumpiane: Make Russia Great Again.

«C’è una miriade di miti su vittorie mutilate, russi traditi, un Paese derubato», scrive Sunlenny. «Il mio insegnante di scuola ci ha detto che l’Alaska non è stata venduta agli Stati Uniti, ma affittata per 100 anni, e gli Stati Uniti hanno infranto il contratto. I russi sono stati nutriti con un’enorme quantità di bugie».

Tra le grosse bugie c’è una alimentata anche da un malinteso che si è costruito in casa l’Occidente: credere che la Russia sia anti-nazista, cioè avversaria del Terzo Reich per natura. Non è proprio così, spiega Sunlenny: «Il trauma della Russia è che Hitler aveva rotto l’alleanza con Stalin e aveva iniziato a uccidere i sovietici, invece di uccidere altre nazioni al fianco dei sovietici».

L’esempio più evidente è la pubblicazione dal titolo “Compagno Hitler. Giustizia Churchill!”, un altro libro sul viaggio accidentale di una persona che entra nel corpo di Adolf Hitler. «Riuscirà a giustiziare Churchill per crimini di guerra, a creare un’alleanza con l’Unione Sovietica? I compagni Hitler e Stalin sconfiggeranno gli Stati Uniti e otterranno una bomba atomica prima degli Stati Uniti?», è la descrizione dell’opera. Poi è arrivato il secondo capitolo, dallo stesso autore, “Compagno Hitler”. In “Assalto per il futuro”, invece «La Germania (nazista) si unisce all’Unione Eurasiatica, l’Unione Democratica Atlantica inizia la Terza Guerra Mondiale, l’Unione Sovietica è contro l’INFERNO! La Fratellanza russo-tedesca contro la peste stellare e per la liberazione del mondo!». E sulla copertina ci sono Londra e un carrarmato americano.

«L’idea di distruggere gli Stati Uniti e l’Occidente, con i simboli del potere politico occidentale umiliati, è la base del revanscismo russo», scrive Sunlenny. «Ebbene, dopo tutti questi esempi di preparazione statale russa per una guerra globale, militarizzazione delle persone, diffusione di tutte le possibili strane fantasie di violenza, ci si potrebbe chiedere: come diavolo hanno fatto le ambasciate occidentali a ignorarlo?».

Dopotutto, il Cremlino non ha lavorato nell’ombra, era tutto alla luce del sole. Per Sunlenny la causa dell’indifferenza occidentale è in un pericoloso misto di ignoranza, fascino per la Russia, pigrizia e corruzione. In più, una reazione troppo forte avrebbe rovinato l’intero quadro della cooperazione economica e della strategia “Wandel durch Handel” della Germania, cioè la convinzione che legare l’economia di Mosca a quella europea avrebbe sconsigliato ogni conflitto – che poi è alla base della Ostpolitik di Angela Merkel.