La scelta di Giuseppe Conte di sfilare il Movimento 5 Stelle dall’unità dell’esecutivo con il non voto alla fiducia sul decreto Aiuti è stata una mossa vigliacca e sconsiderata. Mario Draghi ha presentato le dimissioni al presidente della Repubblica e adesso è tutto rimandato a mercoledì, quando riferirà in Parlamento sulla sua decisione.
Diverse forze politiche, non solo per mero calcolo elettorale, ma anche per un’ovvia valutazione di buon senso, sono già al lavoro per un Draghi II, o Draghi-bis, o qualunque nome che possa garantire continuità all’esecutivo almeno fino alle prossime elezioni.
Non è in gioco solo la vita del Parlamento o del governo. Riguarda tutto il Paese, a tutti i livelli. È per questo che è stata organizzata una manifestazione spontanea a sostegno di un governo e di un premier che stanno lavorando con serietà, competenza ed efficacia, in Italia e in Europa. L’appuntamento è per lunedì alle 18:30 in Piazza della Scala a Milano.
«Nessuno vuole mettere una bandierina su quest’iniziativa, non c’è un colore politico: siamo cittadini che fanno vita associativa soprattutto nell’area riformista, e siamo avversi al populismo», dice a Linkiesta Marco Ghetti, presidente di “Per l’Italia con l’Europa”, associazione che ha dato il là alla manifestazione.
L’idea di non portare in alto il nome di un’associazione, tantomeno di uno o più partiti politici, serve proprio a dare una connotazione diversa alla manifestazione: «Tra le persone con cui ho parlato per l’organizzazione – dice Ghetti – ci sono esponenti e simpatizzanti di forze politiche riformiste, ma nessuno ci mette la faccia come partito perché stiamo portando in piazza un fronte ampio che comprende tutti i gruppi che avversano le scelte del bipopulismo italiano, come aderenti, non come promotori ovviamente. Allo stesso modo, abbiamo coinvolto associazioni, realtà del terzo settore, del volontariato, chi opera nel sociale. Si tratta di unire persone che sostengono un esecutivo che ha saputo governare l’Italia».
Nel messaggio che ha iniziato a circolare su WhatsApp e i vari social c’è scritto: «Per respingere l’attacco irresponsabile e insensato dei 5 stelle». E c’è l’invito a portare in piazza una bandiera europea. «Vuol dire che l’Italia che noi vogliamo salvare, conservare e mandare a avanti è un’Italia che ha non solo una collocazione salda nell’Unione europea, ma anche un ruolo da protagonista come avvenuto nell’ultimo anno e mezzo. Il fatto che un uomo come Giuseppe Conte possa rimuovere Draghi dai tavoli della costruzione europea è un crimine politico, a maggior ragione perché tutto questo si trasforma anche in un regalo a Putin», aggiunge Ghetti.
C’è una spinta dal basso sincera, forte e sconcertata contro quel che è successo giovedì e nei giorni precedenti. Il governo nato nei primi mesi del 2021 si è insediato in un momento di emergenza senza precedenti dai tempi della Seconda guerra mondiale e l’ha reso nuovamente rilevante sui tavoli europei e internazionali, come dimostra il protagonismo di Draghi ai recenti appuntamenti del G7 e della Nato.
Poi è stato minato dall’interno dai calcoli politici di Conte e dei Cinquestelle. Calcoli fatti anche male, probabilmente: il centrodestra ora si ricompatta, chiede di andare al voto e corre per vincere le elezioni; il Partito democratico, invece, avrà la possibilità di sfilarsi finalmente dalla fascinazione per il populismo grillino per guardare all’area riformista e moderata.
«La mossa di Conte – dice Ghetti – ha disarcionato un governo che sarebbe andato avanti facilmente almeno fino alle elezioni. Adesso, a prescindere dal possibile Draghi II o altre soluzioni verosimili, quel che conta è che deve andare avanti la cultura politica del governo Draghi, e ovviamente sarebbe ottimo portarla avanti con lo stesso premier anche oltre il 2023 per evitare un ritorno in forze del bipopulismo».