Se non fosse una cosa maledettamente seria, ci sarebbe da ridere. Ora tutti i leader che hanno fatto cadere Mario Draghi sfilano sotto il suo balcone di Palazzo Chigi per chiedergli, accorati e a gran voce, di pagare le bollette alle imprese e alle famiglie.
La più terrorizzata è Giorgia Meloni, che in quella stanza molto probabilmente ci entrerà tra qualche settimana e da lì sbircerà da dietro le tende Piazza Colonna e via del Corso, messe a ferro e fuoco dalla “mobilitazione civile”. Autobus in fiamme, vetrine in frantumi, negozi saccheggiati, fumo dei fumogeni tirato contro la plebe e imprenditori con passamontagna in rivolta, sangue che scola dalle fronti dei combattenti. Un’esagerazione? Certo (in Italia non può scoppiare una rivoluzione perché ci conosciamo tutti, direbbe Leo Longanesi), eppure è quello che teme uno dei consiglieri più ascoltati di Meloni. Stiamo parlando di Guido Crosetto che, in un’intervista al Messaggero solleva il rischio della guerra civile se quel permaloso di Draghi (fermo a 12-13 miliardi di aiuti) non farà un intervento pesante di oltre 20 miliardi.
«Non faccia l’offeso perché è stato sfiduciato, intervenga subito contro il caro bollette. Se non lo fa crolla tutto: le imprese e le famiglie arriveranno morte a fine ottobre, inizio di novembre, quando si formerà il nuovo governo».
Oltre la beffa, il danno. A parte che il governo con i vari decreti aiuti sta facendo quello che può, senza però scostamenti di bilancio, non era forse prevedibile che ci sarebbe stato un autunno caldissimo? Tutti lo sapevano, sia gli oppositori Fratelli d’Italia che le serpi in seno di 5 Stelle, della Lega e dello statista di Arcore.
Ora chiedono la luna, sospendono per finta la campagna elettorale, tutti seduti giovedì prossimo in Parlamento per votare i provvedimenti di quel permaloso di Draghi, come un’unica famiglia che guarda sbalordita con le mani tra i capelli le bollette buttate sul desco della cucina.
È stato scritto a iosa sugli ingrati partiti che hanno abbattuto Draghi e non gli hanno lasciato quei pochi mesi di vita per fare quello che ora gli chiedono con toni ultimativi di fare. E lo faccia subito, perché Meloni non vuole governare sulle macerie. Pensarci prima no? Ma la cosa più urticante è il sospetto di Crosetto sul premier che non vorrebbe andare oltre i 20 miliardi per “dispetto” contro chi lo ha sfiduciato.
Allora, ricapitoliamo: Draghi per i futuri governanti, se i sondaggi ci azzeccano, ha fatto danni enormi, ora però deve curare le ferite mortali del caro energia; poi, quando finalmente si toglierà di mezzo, sarà meglio seguire tutto quello che ha fatto in politica estera e di difesa, come si appresta a rassicurare Adolfo Urso, presidente del Copasir, nel suo imminente viaggio a Washington.
E siccome la situazione è emergenziale, come e peggio della pandemia da Covid, sarà bene fare una nuova unità nazionale, ma non formale, un’unione di fatto senza regolarizzarla.
E quindi la Bicamerale, un governo delle «migliori personalità alternative alla sinistra», ma remando tutti nella stessa direzione. Per Crosetto «o usciamo dalla crisi aiutandoci a vicenda oppure falliremo». E non si mettano in testa tutti i tesserati piazzati dal Pd nei ministeri di paralizzare il lavoro di Giorgia Meloni.
Inviti al dialogo e minacce. Fratelli d’Italia forse vincerà festeggiando l’incubo di quello che l’aspetta. È l’atteggiamento di chi teme che la destra non sia una nave in grado di affrontare il mare in tempesta, con i marinai che si trova a bordo e i nemici che vede a ogni angolo della Pubblica amministrazione.
Per questo Meloni vorrebbe che Enrico Letta riuscisse, perdendo, a fare un buon risultato. Sarebbe un interlocutore ideale, al di là dei toni trinariciuti da campagna elettorale, per mantenere in vita un simulacro di bipolarismo; per ridurre al massimo la capacità attrattiva del Terzo Polo nel prossimo Parlamento se il suo governo dovesse finire nella palude e perdere popolarità. Arrivando magari a un risultato deludente alle europee del 2024, a poco più di un anno di vita. Sarebbe l’inizio della discesa, nella media degli astri che hanno brillato negli ultimi dieci anni per poi spegnersi nel firmamento della politica italiana.
La Sorella d’Italia ha bisogno di un clima da larghe intese per farcela, di una Protezione civile per gestire le macerie della guerra, i tassi che salgono, le bollette che scoppiano. E scommettiamo che troverà questo soccorso, consentendo a Conte di monopolizzare l’opposizione. Sarebbe un grave errore. Forse è meglio che Crosetto convinca Meloni a pregare Draghi a non fare l’offeso, il permaloso, alla sua età.