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Home sweet homeRisparmio energetico e spazi di coworking: la casa dei sogni della Gen Z

Nonostante il difficile periodo economico, i giovani hanno un’idea ben chiara su come debba essere l’abitazione del futuro: una fotografia che parla di come cambiano desideri e obiettivi delle nuove generazioni

(Unsplash)

Tratto da Morning Future

Per i giovani, la casa è ancora oggi una tappa sociale, un traguardo da raggiungere. Segna il perseguimento dell’agognata indipendenza economica, l’addio al nucleo familiare, la costruzione della propria autonomia e dunque della propria identità. E nonostante il difficile periodo economico, i ragazzi e le ragazze della generazione Z hanno un’idea ben chiara su come debba essere la casa del futuro. Sicuramente molto diversa da quella che sognavano i loro genitori.

Tra incertezza e difficoltà economiche
Certo, va detto che in Italia per gran parte dei giovani la casa dei sogni resta ancora un miraggio. Nel 2021 l’età media dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni che vanno a vivere da soli è scesa dai poco più di 30 anni a 29,9 anni. Un piccolo miglioramento, ma un risultato ancora lontanissimo dalla Svezia o dalla Finlandia, Paesi dove si va via da casa tra i 19 e i 21 anni.

Tra contratti precari e difficoltà di accesso al credito, i giovani italiani restano a casa oltre tre anni sopra la media Ue (26,5 anni). E ora a rendere più difficoltoso l’acquisto della casa dei sogni ci sono anche l’inflazione e l’innalzamento dei tassi dei mutui. Così, se alcuni di loro si accontentano di soluzioni provvisorie, altri invece prolungano la permanenza sotto al tetto genitoriale, oppure si adattano a condividere l’affitto con uno o più coinquilini anche quando hanno superato da un pezzo i trent’anni. Mostrando comunque sempre una grande capacità di adattamento.

Lo conferma un’analisi di Scenari Immobiliari, che punta a individuare dimensioni, caratteristiche ed evoluzioni dei desideri delle giovani generazioni, anche come spunto di riflessione per gli operatori del mercato residenziale.

La pandemia ha aggiunto alla questione della casa delle accezioni in più, avendo spostato il lavoro dentro il perimetro dell’abitazione. Il che ha reso il proprio appartamento non più un luogo di passaggio nel quale si torna principalmente per dormire la sera, ma uno spazio da curare, dove si consumano molteplici attività. Dal lavoro al fitness.

A settembre del 2021, una ricerca di Immobiliare.it già evidenziava le conseguenze di questo cambiamento di mentalità collettiva: del campione di 1.500 persone di età compresa tra i 15 e i 30 anni, il 98% degli intervistati ha affermato la propria intenzione di acquistare un’abitazione non appena sarà possibile. Mostrando la propensione a considerare il luogo dove si vive come onnicomprensivo.

Aree verdi e spazi polifunzionali 
Chi investe in un acquisto quasi sempre opta per una casa che assolva a più di una funzione: non più solo un letto e un bagno, ma spazi che rendano possibile una convivenza, uno studio convertibile in una camera laddove arrivasse un figlio, una cucina che permetta l’accoglienza saltuaria di ospiti, una zona soggiorno.

Si comprende allora perché l’85% degli utenti ha indicato tra le sue prerogative la presenza di un garage o di posto auto. Il 64% dichiara essenziale un buon sistema di sicurezza e il 42% desidera aree verdi attrezzate.

E naturalmente balconi e terrazzi: un ulteriore lascito del periodo pandemico che stenta ad abbandonare l’orizzonte dei giovani, precisamente quello del 92% di loro.

Grande importanza viene attribuita alla luminosità dell’appartamento e a una connessione internet efficiente e veloce. Fondamentale la presenza di un impianto di aria condizionata. E assumono sempre più importanza anche i servizi aggiuntivi a livello condominiale. La portineria è ritenuta indispensabile da oltre la metà degli intervistati, soprattutto come servizio per la ricezione degli acquisti in e-commerce. Palestra e piscina condominiale confermano un elevato interesse e aumenta la sua centralità anche la presenza di spazi dedicati al coworking.

L’alloggio si è definitivamente connesso a un senso di protezione, di cura e di stabilità. La roccaforte entro la quale proteggersi dal mondo.

Per questo, l’architettura del domani consterà sempre meno di appartamenti efficienti, piccoli e identici l’uno all’altro come è stato durante il boom edilizio del secondo dopoguerra. Chi compra casa, sarà sempre più attratto da dimensioni abitative ampie, interattive, fornite di spazi all’aperto. Dotate di servizi tali per cui uscire risulterà sempre meno necessario.

«Continuiamo a osservare come la pandemia abbia lasciato un segno nelle generazioni più giovani che, quando si trovano coinvolte in prima persona nella scelta della (prima) casa, propendono per soluzioni più grandi rispetto al periodo pre-pandemico, magari dotate anche di terrazza o balcone», spiega Carlo Giordano, board member di Immobiliare.it. «Tuttavia il sogno si scontra spesso con la dura realtà: il budget a disposizione dei potenziali, giovani, acquirenti non è aumentato rispetto agli anni pre-Covid e nella maggior parte dei casi non è sufficiente a coprire il costo aggiuntivo di una stanza in più, come anche di uno spazio all’aperto privato».

E se un’abitazione efficiente e dall’impronta green è in cima alle priorità delle nuove generazioni, «anche in questo caso il contesto italiano si scontra con un patrimonio immobiliare vecchio. Quasi l’80% degli edifici è in classe E o inferiore e i prezzi per la classe A o superiore sono ancora elevati», aggiunge Giordano.

C’è ancora molto da fare affinché i giovani possano guardare a un futuro a immagine e somiglianza dei loro desideri.

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