La vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni dello scorso settembre è stata un’ottima notizia per le formazioni nazionaliste europee, tra cui il partito spagnolo di estrema destra Vox. Nonostante la vicinanza tra i due leader, Fratelli d’Italia e il partito di Santiago Abascal mantengono tuttavia significative differenze, sia a livello di programma che di fortune politiche. Le speranze di Vox di replicare il successo del 2019 alle prossime elezioni sono infatti ogni giorno più labili a causa del cambio di direzione del Partido Popular (Pp), il principale partito di destra spagnolo, dell’uscita dal movimento dell’ex segretaria generale al Congresso dei Deputati Macarena Olona e della perdita di rilevanza nel dibattito pubblico di alcuni dei temi che hanno determinato il successo del movimento, come la lotta all’indipendentismo e all’immigrazione.
Nato nel 2012 come costola della «destra vigliacca» (il soprannome che i suoi fondatori hanno dato al Pp), Vox nasce come un collettivo che promuove l’abolizione della suddivisione territoriale della Spagna in comunità autonome. Con il tempo, il movimento continua a raccogliere consensi tra i critici dell’ex-presidente del Pp Mariano Rajoy e i seguaci dell’associazione ultracattolica HazteOír. Dopo alcuni risultati poco promettenti alle elezioni europee e regionali, il partito entra nel parlamento andaluso nel 2018 e l’anno successivo raggiunge prima il 10,26 per cento e poi il 15,09 per cento dei voti alle elezioni politiche.
Da questo punto di vista, fino a pochi anni fa la parabola elettorale di Vox e di Fratelli d’Italia presentava molte somiglianze, e lo stesso vale per buona parte dei rispettivi programmi. Sia Meloni che Abascal sono alla guida di partiti nazionalisti, anti-immigrazione e che difendono la cosiddetta “famiglia tradizionale”. A differenza di Fratelli d’Italia, Vox non nasce dalle ceneri di un partito neofascista come il Movimento Sociale Italiano, ma presenta in molti casi posizioni ancora più radicali di quelle del partito di Meloni. Ad esempio, Abascal ha dichiarato di voler abrogare le leggi sull’aborto e sull’eutanasia, difendere i suoi elettori dalla «nuova religione climatica» e mettere la Spagna al centro di una nuova unione di Paesi ispanofoni che ha battezzato Iberosfera, rievocando il passato coloniale del Paese.
Al momento, tuttavia, la più grande differenza con Fratelli d’Italia riguarda i risultati nei sondaggi. Da ormai sei mesi il sostegno a Vox è in calo: secondo i dati diffusi da El País, ad oggi Vox potrebbe perdere tredici dei suoi cinquantadue seggi al Congresso e arrivare al 13,8 per cento dei voti. I motivi di questa crisi sono molti, a partire dalla sua perdita di credibilità come partito anti-establishment.
«È passato dall’essere un partito esterno al sistema a fare parte della vita istituzionale [del Paese]», ha spiegato Rafael Bardají, uno dei co-fondatori di Vox. A questa dinamica si aggiunge un cambio nelle priorità della popolazione, che non vede più nell’immigrazione e dell’indipendentismo catalano due delle sue principali preoccupazioni. «La Catalogna è stata la miccia che ha fatto esplodere il successo di Vox», ha commentato Miguel González, autore della biografia del partito intitolata “Vox S.A.: El negocio del patriotismo español”. «Ma la situazione in Catalogna si è tranquillizzata e l’immigrazione non smuove gli animi».
In cima alle preoccupazioni dei dirigenti del partito troviamo invece le decisioni di Macarena Olona, l’ex segretaria generale di Vox al Congresso dei Deputati e di Alberto Núñez Feijóo, l’attuale presidente del Partido Popular. «Il fenomeno Olona è la prima vera crepa in un partito chiuso ermeticamente», ha commentato il giornalista Enric Juliana in riferimento all’uscita da Vox di Olona annunciata a luglio «per motivi medici».
In un’intervista a El País, Olona è tornata sulle sue dimissioni e ha accennato alla «mancanza di democrazia interna» e al fatto che alcuni avrebbero scaricato completamente su di lei la sconfitta alle scorse elezioni regionali in Andalusia, dove il Pp ha vinto con la maggioranza assoluta dei voti. Oggi Olona si è imbarcata in una nuova iniziativa legislativa popolare contro “l’ideologia gender”, ma le sue vere ambizioni saranno più chiare solo dopo le elezioni regionali di maggio 2023.
Nel frattempo, l’ex segretaria generale di Vox non nasconde la sua ammirazione per Meloni. «Giorgia, per me sei una fonte di ispirazione, ma anche un punto di riferimento ideologico», ha scritto Olona in una lettera aperta pubblicata dal giornale El Independiente. «Il che non implica un’identità assoluta, ma punti in comune molto significativi. Sono una donna, sono una madre, sono spagnola, sono cristiana».
Oltre al pericolo Olona, Vox deve fare i conti con la nuova strategia del suo miglior potenziale alleato politico, il Pp. Dopo il grande passo indietro che ha fatto saltare l’accordo con il Partito Socialista (Psoe, guidato dal premier Pedro Sánchez) sulla riforma della giustizia, l’indice di gradimento del leader Alberto Núñez Feijóo è calato, specialmente all’interno del partito.
Feijóo ha quindi scelto di abbandonare la linea dura contro Sánchez e di puntare ai voti dell’elettorato centrista. La prima occasione di mettere alla prova questa nuova strategia è arrivata pochi giorni fa, quando Vox ha chiesto il sostegno del Pp a una mozione di censura nei confronti del governo e il Pp ha deciso di non aderire.
La mozione riguardava la proposta di legge che Psoe e Unidas Podemos hanno presentato per eliminare dal Codice Penale spagnolo il reato di sedizione e introdurre al suo posto una nuova tipologia che prevedrebbe un terzo della pena attuale e che ridurrebbe in maniera significativa le condanne ai leader del procés, tra i quali Carles Puigdemont. «Il centro politico che non comprende questa decisione non è solo», ha dichiarato Feijóo, che userà questa nuova strategia contro il sanchismo per vincere le elezioni regionali e prepararsi a quelle politiche di fine 2023.
Lo spostamento verso il centro del Pp comprende anche un altro aspetto, ovvero la ricerca di nuovi alleati politici per costituire un’eventuale maggioranza al governo. A Vox non è sfuggito l’incontro del mese scorso tra Feijóo e Andoni Ortuzar, presidente del Partito Nazionalista Basco (Pnv). «È più facile parlare con il Pnv che con Vox», aveva già commentato Feijóo ad agosto. Il leader di Vox ha affermato che un triangolo tra il Pp, Vox e il Pnv sarebbe impossibile, perché «lo statuto di Vox ci proibisce in maniera tassativa qualsiasi tipo di accordo o avvicinamento a una formazione nazionalista, anche se il Pp facesse da tramite».
Isolato e incapace di rinnovare le sue proposte politiche, Vox al momento non riesce a seguire l’esempio di Fratelli d’Italia verso la conquista del governo. Il suo successo alle prossime elezioni dipenderà quindi esclusivamente dalla sua capacità di costruire nuove alleanze, di farsi portavoce di problemi sociali più rilevanti per la popolazione (come l’aumento dell’inflazione) e di arginare il pericolo Olona, che invece sembra pronta a seguire la stessa traiettoria di Meloni.