Know-how per la vittoriaL’impegno delle aziende italiane per la ricostruzione dell’Ucraina

La Conferenza bilaterale ha ribadito il sostegno all’ingresso di Kyjiv nell’Ue e pone le basi per una stretta collaborazione in diversi settori. Il nostro Paese ha contribuito con cento milioni al fondo di garanzia della Banca europea per gli investimenti. «Grazie, cara Italia», dice Zelensky in un videomessaggio

La premier italiana Meloni e il primo ministro ucraino
Foto Roberto Monaldo/Lapresse

«L’intenzione di questo appuntamento è di guardare avanti, parlare di ricostruzione, mettendo al centro lo straordinario know how del nostro sistema imprenditoriale e produttivo», ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso di apertura della Conferenza Bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina.

Da una parte i vertici di seicento tra le migliori aziende italiane, dall’altra centocinquanta imprese ucraine, in mezzo un obiettivo che ha bisogno di milioni di euro e tanti progetti: ripristinare le infrastrutture strategiche ed energetiche distrutte dai russi nel corso della loro brutale invasione.

«Strade, ponti, scuole, ospedali, tutto serve», dice Meloni. In attesa della vittoria di Kyjiv, l’Italia si porta avanti, candidandosi a ospitare nel 2025 un evento su più larga scala, la Ukraine Recovery Conference, per convogliare ancora più investimenti verso il Paese.

Meloni si è impegnata a sostenere l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, un obiettivo condiviso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella «nel più breve tempo possibile». Il capo dello Stato ha anche ribadito: «Confermo il sostegno pieno dell’Italia all’Ucraina, in ogni ambito e finché sarà necessario. Tutti desideriamo la pace, ma deve essere una pace giusta che rispetta l’integrità» del Paese.

Oltre le promesse politiche, cosa faranno concretamente le aziende italiane? Per esempio, Sace, società controllata dal ministero dell’Economia, specializzata nel settore assicurativo-finanziario, stanzierà un ulteriore miliardo di euro per riavviare il settore sanitario ucraino. In particolare darà sostegno attraverso investimenti diretti attraverso dei prestiti per creare nuove aziende in Ucraina.

Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha annunciato che il suo ministero degli Esteri siglerà una serie di memorandum. Il più importante è quello con l’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, per avviare i primi rapporti.

«Cara Italia, grazie per aver organizzato questa conferenza per sostenere e ricostruire l’Ucraina – dice il presidente Volodymyr Zelensky in un videomessaggio –. So che i rappresentanti di tante imprese italiane mi ascoltano e vorrei parlarvi non soltanto come rappresentanti del business, ma come genitori, figli e figlie. Vogliamo ricostruire con standard moderni, per far sì che la nostra popolazione possa vivere in sicurezza. In modo che ogni padre e ogni madre possa essere tranquillo che nessuna organizzazione terroristica possa colpire i loro figli. Invitiamo le vostre aziende a costruire questo futuro».

Ma la giornata lascerà in dote anche altri memorandum. Per la protezione dell’ambiente «colpito duramente a causa dell’invasione russa», per esempio, e uno nel settore agroalimentare tra Coldiretti, Filiera Italia e il consiglio agricolo ucraino per esportare il modello Agrifood italiano: dalla decontaminazione dei terreni per uso agricolo, il miglioramento genetico delle piante, la meccanizzazione intelligente, la tracciabilità dei raccolti, fino alla formazione e la produzione di bioenergie.

Tra le iniziative, anche la collaborazione per la tutela in ambito culturale, con il supporto all’Unesco per monitorare i danni al patrimonio artistico. Il Comando dei Carabinieri deputato a questa funzione sta già lavorando insieme alle autorità locali per intercettare eventuali traffici illeciti dei reperti sottratti dai russi.

Webuild, gruppo multinazionale italiano che opera nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria ha sottoscritto un accordo con Ukrhydroenergo, principale gestore delle centrali idroelettriche in Ucraina con la promessa di collaborare nei prossimi tre anni per la realizzazione di nuove infrastrutture.

Yevhen Lyaschcenko, capo delle Ferrovie Nazionali Ucraine ha siglato un memorandum con la MerMec, imprese italiana specializzata in servizi di ispezione e diagnostica ferroviaria. Le due parti si sono impegnate ad analizzare lo stato della rete ucraina per portarla agli standard europei, grazie alle tecnologie più avanzate. Infine la Regione Emilia Romagna si gemellerà con la regione di Karkiv, mentre la Toscana con la regione, o meglio l’oblast, di Kyjiv.

Durante la Conferenza il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ricordato che l’Italia ha contribuito al fondo di garanzia EU for Ukraine, costituito recentemente dalla Banca europea degli investimenti, con una garanzia di cento milioni di euro. Finora sono stati mobilitati per l’Ucraina circa cento miliardi di dollari a livello globale, poco meno dei centotrentacinque miliardi di danni diretti causati dall’esercito russo.

Ma nei prossimi dieci anni, per il periodo 2023-2033 serviranno almeno quattrocentoundici miliardi di dollari per la ricostruzione completa: «Le risorse della comunità internazionale non saranno mai sufficienti senza il pieno coinvolgimento del settore privato», ha spiegato Giorgetti.

Il vicepresidente dell’Associazione nazionale costruttori edili, Piero Petrucco, coordinatore di uno dei sette tavoli della conferenza, quello dedicato alle infrastrutture e trasporti, ha ricordato che l’Ance sta facendo incontri periodici con le imprese ucraine per trasmettere il know-how e farsi trovare pronti quando si potrà operare nel Paese, dopo la fine della guerra.

Da giugno dello scorso anno, lo studio globale di architettura e ingegneria One Works, insieme a Politecnico di Milano e Università Liuc e GISDevio, ha lavorato pro-bono con le autorità della città di Mykolaiv allo sviluppo di un quadro strategico preliminare per la città. «Abbiamo avuto modo di constatare quanto sia già alta la cultura e la preparazione di Mykolaiv sul fronte IT – ha dichiarato il managing partner Giulio De Carli –. Un asset di competenze su cui far leva in primis per lo sviluppo delle infrastrutture previste dal marterplan spingendo sull’integrazione delle dimensioni fisico e digitale, per poi allargarsi ai servizi. La città di Mykolaiv si presenta come un laboratorio perfetto per sviluppare un modello scalabile su altre città ucraine ed europee».