In occasione dell’anniversario della Festa della Liberazione in Italia c’è chi celebra la Resistenza ucraina proprio da Kyjiv. L’iniziativa è dei Radicali Italiani, che hanno organizzato per oggi la conferenza stampa “Un 25 aprile anche per l’Ucraina” all’Ukraine Media Center di Kyjiv, a cui parteciperà la dirigenza di Radicali Italiani: il segretario Massimiliano Iervolino, la tesoriera Giulia Crivellini e il presidente Igor Boni, da qualche giorno in missione in Ucraina proprio per omaggiare la resistenza del popolo che sta combattendo contro la tirannia e la violenza criminale di Vladimir Putin, anche per tutta l’Europa.
Così, mentre in Italia il dibattito pubblico annaspa nella polemica stantia sul 25 aprile, i dirigenti Radicali scelgono di ribadire che la lotta del popolo ucraino va sostenuta con ogni mezzo possibile augurandosi che presto, come fu per l’Italia che sconfisse il nazifascismo, possa esserci una liberazione (o meglio, la Liberazione).
«La Resistenza ucraina, come diciamo da oltre un anno, è resistenza europea», dicono Iervolino, Crivellini e Boni. «Per questo serve un “25 aprile” anche per l’Ucraina: un giorno di commemorazione ma soprattutto di lotta, la lotta partigiana che in questi mesi sta tenendo alta la bandiera blu con le stelle gialle dell’Europa, lo stesso blu e lo stesso giallo della bandiera ucraina. Questa missione è il naturale prosieguo del nostro impegno politico quotidiano a sostegno della lotta del popolo ucraino per la loro e nostra libertà».
Durante la conferenza – che sarà trasmessa in diretta streaming sui canali Facebook e YouTube di Radicali Italiani alle 11 – i dirigenti radicali racconteranno ciò che hanno visto a Irpin, a Bucha, in molte altre città.
Da sabato 22 aprile la delegazione dei radicali ha dialogato con molte organizzazioni ucraine che si occupano di giustizia internazionale, con parlamentari di diversi partiti, rappresentanti del governo, giornalisti e attivisti per i diritti umani.
Sabato 22, Iervolino, Crivellini e Boni hanno incontrato il militare ucraino Vitaly Markiv in piazza Mykhajlivska, a Kyjiv, dove sono esposte le carcasse bruciate di numerosi carri armati russi. Sulla incredibile vicenda di mala giustizia italiana che colpì Markiv nel 2017, i Radicali hanno costruito una campagna politica – guidata dalla allora segreteria Silvja Manzi – di denuncia delle influenze russe sull’opinione pubblica italiana e sullo stesso sistema giudiziario che in primo grado aveva ingustamente condannato Markiv per la morte di Andrea Rocchelli.
Lo stesso giorno, nel pomeriggio, la delegazione ha fatto visita alle città simbolo dei crimini di guerra russi, Bucha e Irpin. Qui ha esposto lo striscione con la scritta “Putin is a war criminal” per ribadire quanto già portato avanti con la campagna “Putin all’Aja”, che fin dall’inizio dell’aggressione russa ha raccolto firme per sostenere il lavoro delle Corte Penale Internazionale nell’incriminazione del capo del Cremlino. Va ricordato che tra le proposte avanzate in questi giorni ce n’è una di adesione dell’Ucraina alla Corte Penale Internazionale, un atto che potrebbe aiutare il Paese ad acquisire maggior forza nella persecuzione dei crimini commessi dalla Russia in Ucraina.
Nella mattinata di domenica ci sono stati incontri informali con Ihor Lossovskyi, vice capo del Servizio di Stato per gli Affari Etnici e la Libertà di Coscienza, e Dimitri Volovnykiv, diplomatico del ministero degli Affari Esteri ucraino. E successivamente ci sono stati gli incontri con Yuriy Shulipa, console onorario della Repubblica Cecena di Ichkeria – da poco riconosciuta ufficialmente dall’Ucraina – e Arthur Kharytonov, leader della Lega Liberal-Democratica di Ucraina e coordinatore del Free Hong Kong Center. Infine, sempre domenica, si è tenuto un lungo meeting con la Ong The Media Initiative for Human Rights, in particolare con la co-fondatrice Olha Reshetylova, coordinatrice della direzione “War and Justice” per discutere dei passi avanti sul il riconoscimento dei crimini commessi dal Cremlino in Ucraina e l’impegno della Corte Penale Internazionale. Al sindaco di Kyjiv, Vitalij Klyčko, invece, la delegazione dei Radicali ha consegnato un riconoscimento ufficiale, una targa che auspica “25 aprile anche per l’Ucraina”, appunto, affidandolo alle mani di chi ogni giorno ha lottato e lotta per il suo Paese, per la sua città.
«L’accoglienza che abbiamo ricevuto da parte degli esponenti del governo ucraino, delle Ong, degli organi di informazione e del console ceceno è stata davvero eccezionale», fanno i tre esponenti dei Radicali. «Il console ceceno, incontrato in un sotterraneo di un locale con la luce che è andata via, come accade ancora in città, ci ha chiesto di continuare a sostenere la causa cecena. Proprio in Cecenia, Putin ha messo a punto le sue tecniche criminali con distruzioni, uccisioni di massa, città rase al suolo. Abbiamo ribadito in ogni incontro la nostra volontà di portare Putin e tutti i responsabili dei crimini di guerra di fronte alla Corte Penale Internazionale. Per quanto ci riguarda la commemorazione del 25 aprile deve oggi essere un giorno anche di lotta per dare pieno sostegno alla resistenza ucraina».
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