«Siamo un po’ nel mezzo. Quando parlano del Barolo, non ci siamo. Quando parlano del Dolcetto, non ci siamo. Forse, dopo questa novità, cambieranno le cose». Sono le parole di Marco Andriano, sindaco di Roddino, Comune di 421 anime che sorge su una collina in bassa Langa. A causa della pandemia, il piccolo centro in provincia di Cuneo ha perso i suoi ultimi luoghi di aggregazione. Non c’è un bar, non c’è un negozio. Rimane solo l’Osteria da Gemma, una vera e propria istituzione nel territorio di Langhe-Roero: per gustare la sua cucina casalinga e provare le stesse sensazioni di un pranzo domenicale dalla nonna, bisogna prenotare con mesi d’anticipo.
L’arte contemporanea, però, sta salvando Roddino – cerniera tra la Langa del Barolo e l’Alta Langa – da quella che può essere definita una sorta di morte cerebrale. Il merito è del progetto “Prospettive / Perspectives”, realizzato con il sostegno del Programma Europeo Interreg Alcotra Italia/Francia 2014-2020 e culminato con la presentazione di due opere d’arte site specific. Una delle due è proprio a Roddino, che venerdì 21 aprile è come se fosse rinata: «Ora questo luogo acquisisce una nuova vita e trasmette energia positiva. Siamo convinti che Roddino rappresenterà una piccola ma significativa e imperdibile tappa nel percorso turistico dedicato all’arte contemporanea di Langhe-Monferrato-Roero», aggiunge il sindaco.
L’opera consiste in un murale coloratissimo e dalle forme geometriche, dal titolo However Many Times We Ran The Model The Results Were Pretty Much The Same. I disegni ricoprono l’intera facciata di un edificio a tre piani, con vista sulla campagna circostante, che diventerà il cuore pulsante di Roddino (nonché un’attrazione turistica per tutti coloro che fanno tappa nel paese durante i trekking in bici o a piedi).
Gli autori sono Liam Gallick e Hito Steyerl. Lui è inglese-americano, vive a New York ed è un artista concettuale – oltreché un intellettuale – che gioca molto sulle relazioni e le ambiguità tra spazio fisico, politico, sociale ed economico. Lei è un’artista e teorica tedesca, che con le sue opere indaga il ruolo dei media, delle immagini e delle tecnologie digitali nell’epoca della globalizzazione. Le sue riflessioni sull’universo virtuale in cui viviamo hanno influenzato, e continuano a influenzare, l’operato di numerosi artisti.
«Mentre guardate quest’opera, interrogatevi su cosa c’è dentro. Bisogna cogliere il valore delle attività che avranno luogo all’interno di questo edificio. Perciò non mi vorrei concentrare su quanto vediamo, ma sugli elementi intangibili. Questo lavoro è legato ad argomenti seri come il concetto di classe, la politica e il cambiamento climatico», spiega Liam Gallick, che nel 2009 è stato il “portabandiera” della Germania alla Biennale di Venezia.
Quella che ai tempi era una scuola elementare, oggi è uno spazio multifunzionale che ospita una biblioteca, uno studio medico con farmacia e una bottega che accoglierà eventi e appuntamenti di vario tipo. L’arte, in questo caso, è stata un’ottima scusa per valorizzare un luogo che potrebbe rivelarsi decisivo per un Comune che ha fame di emergere. L’opera, come anticipavamo sopra, si integra senza forzature con il paesaggio grazie a un modello di griglia obliqua in grado di imitare la pendenza delle colline che abbracciano Rondino.
E poi c’è il discorso della crisi climatica, al centro di tutte le opere di “Prospettive / Perspectives”. I due artisti, tramite un programma di simulazione, hanno tradotto i dati sull’evoluzione storica del territorio circostante nella gamma cromatica alla base dell’opera. Assieme alle guerre (le colline delle Langhe e del Roero sono state delle tappe chiave della Resistenza), i cambiamenti climatici sono stati i fattori che hanno avuto l’impatto più profondo sulla natura della zona.
A una trentina di minuti di auto da Roddino sorge invece Neviglie, ancora più piccolo e meno popolato del primo Comune. È qui che, su uno splendido panorama collinare, spicca la seconda opera di land art che è andata a chiudere il progetto “Prospettive / Perspective”. Si chiama The Traveler ed è situata su una terrazza precedentemente inutilizzata. Ora, davanti alle colline coltivate a vite, la creatura dello scultore francese Jean-Marie Appriou naviga a vele spiegate.
Si tratta di una nave di alluminio fuso, con la prua – culminante nella testa di una foca mediterranea, specie a rischio estinzione – affacciata sul “mare” che ha ispirato l’artista nato a Brest nel 1986. Al posto dell’acqua ci sono i prati e i campi, al posto delle onde ci sono le linee sinuose delle colline del Sud Piemonte. La sensazione è quella di osservare un’imponente barca pronta a salpare per un’avventura fuori dall’ordinario.
«Quando sono arrivato qui avevo altre idee. Poi ho scoperto che sullo stemma di Neviglie c’è un veliero, e da lì è cambiato tutto», spiega Jean-Marie Appriou, che ha reperito l’alluminio in una fonderia di Torino. «Ci tengo molto al concetto di prossimità, perché la crisi ecologica ci costringe a lavorare localmente. L’arte si costruisce sui pieni, sui vuoti e sugli spazi. Qui il vuoto è creato dalla vela che si gonfia. La nave non solca l’acqua ma si muove tra l’aria e il paesaggio», aggiunge l’artista, molto abile anche con l’argilla, il vetro, la cera e il bronzo.
Dallo scorso weekend, dunque, il territorio delle Langhe e del Roero ha una nuova opera di land art che crea continuità con ciò che accade a Guarene, uno dei Comuni “rifiuti free” secondo i parametri di Legambiente. Lì, sulla collina di San Licerio, c’è il Parco d’arte della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che ha sostenuto in prima linea il progetto “Prospettive Perspective”. Si tratta di un museo a cielo aperto costellato da installazioni site specific come Rise dell’artista visiva francese Marguerite Humeau. La prossima aggiunta sarà un’opera di Marinella Senatore: il velo verrà tolto il 6 maggio. Quando arte, natura e tutela dell’ambiente si fondono, non può che nascere un elemento capace di creare valore. Con la “V” maiuscola.