Ha lo sguardo diretto e deciso delle donne del Sud, Nadia Frisina. E quel piglio concreto da donna che risolve i problemi, e che sa come prendere in mano le situazioni per farle funzionare a sua immagine e somiglianza. Ma anche una lieve malinconia in fondo allo sguardo, di chi ha sacrificato tanto, per essere com’è e per conquistarsi giorno dopo giorno il suo posto nel mondo. Mondo che l’ha accolta e le ha dato spazio per realizzarsi, ma che le ha concesso ben poche distrazioni, e ben pochi spazi.
E qualche anno dopo i 40 le regala una nuova, avvincente sfida, per costruire un pensiero e un progetto di lusso, facendone a meno. È paradossale, ma tutto quello che nei grandi hotel 5 stelle è considerato normale, e anzi desiderabile, qui è bandito, rimosso, allontanato. L’idea stessa del servizio a ogni costo, delle divise impostate, dello spreco che è parte integrante di ogni lusso che si rispetti qui è da evitare. E anche la cucina deve fare la sua parte, e deve ispirarsi alla filosofia della casa, che prevede attenzione massima alle esigenze delle persone, ma anche di prendersi la briga e il compito di fare educazione al gusto, alla sostenibilità, al rispetto. Nadia è l’executive chef del nuovissimo Six Senses a Roma, primo hotel cittadino della catena che ha fatto del benessere dei propri ospiti in giro per il mondo, nei suoi resort avvolgenti e curatissimi, un mantra.
Qui i ragazzi in sneakers e cappellino ti consigliano di iniziare la giornata con una bevanda fermentata con aceto e tu pensi di essere nel posto sbagliato. Poi invece la provi, e capisci che stai vivendo dentro una bolla fatta di sedute di yoga, di tempi lenti, di colori rilassanti e di bagni romani dove immergersi per dimenticare il vortice della città intorno a te.
E in queste sale ampie coperte di travertino e cocciopesto, invase di piante verdissime e con sprazzi di luce che arrivano da ovunque, seduta sui divanetti o sugli sgabelli del bar, camminando per i corridoi coperti di moquette in palette, ti dimentichi persino Roma, là fuori, perché qui si sta talmente bene che forse non serve nemmeno uscire, a pensarci bene.
Tutto è immaginato per farti pensare, ma in maniera del tutto naturale: pensare al tuo benessere, all’ambiente, al rispetto e al riuso. Dalle tende realizzate riciclando plastica (ma che sembrano di lino) al menu che riporta a un’idea di cucina fatta di ricerca di prodotti e di storie, e non di numeri di food cost. Non c’è nulla che non sia meditato, e nulla che sia scontato: «Perché qui partiamo dal pane e andiamo avanti per tutto il resto». Che sono salumi, formaggi, pezzi di territorio edibili selezionati uno a uno da questa ricercatrice di autenticità nelle persone che incontra e che decide di portare nel suo menu, nelle sue cucine e nel suo io, facendole diventare parte di un percorso che abbraccia e accoglie, ma spiega anche qualcosa a cui non siamo abituati.
Del resto, il cliente è al centro del pensiero e della filosofia del brand, non solo qui ma ovunque. E l’accoglienza fa parte del gioco: si viene qui per colazione, aperitivo, pranzo e cena, ma anche per passare le acque come i romani, negli splendidi bagni in cui travertino e vapore sono protagonisti insieme a noi. È come entrare in un bel sogno, e farne parte da protagonisti, del resto la chef non ha dubbi: «Mi piace cucinare per te e non cucino mai per me o per il mio ego. Dentro me stessa mi annoio, se cerco ispirazione non mi dà più di tanto stimolo guardarmi dentro. Se cucino per le persone di cui mi immagino la vita e la storia mi si aprono altre visioni e ispirazioni».
E qui le ispirazioni sono tante e concrete, partono dal fil rouge dell’olio e del limone, da una cucina concreta e saporita di ricette siciliane veraci, mutuate da una mano lieve ed elegante, che seduce e colpisce al cuore, e va dritta sul palato così come dovrebbe. Senza mai avere paura delle conseguenze: «Lavorando in albergo capisci che se le cose vanno lisce è un colpo di fortuna» è la più grande verità e il più grande insegnamento che questa professionista concreta e diretta all’obiettivo porta con sé da quando ha deciso che questa sarebbe stata la sua strada per la vita. E che oggi, dopo tanto estero, si arricchisce di un nuovo, stimolante capitolo romano.
Tutte le immagini: credits Six Senses Rome