I negazionistiL’indifferenza del governo di fronte ad Apocalypse Italia

Mentre l’emergenza climatica si manifesta in tutta la sua forza, Salvini continua a parlare del Ponte di Messina, con Catania senz’acqua e Palermo che brucia, mentre la premier è sempre in giro per vertici internazionali e il Parlamento si affaccenda in questioni decisamente marginali

Claudio Furlan//LaPresse

In questa specie di “Apocalypse Now” che unisce idealmente Milano e Palermo, la campagna veneta e la Sila, il Garda e Segesta, tutti ci chiediamo cosa stia succedendo, che cosa ci stia dicendo la natura e come sempre l’istintiva paura suggerisce di aspettare che questa estate indiavolata passi in fretta e la ragione grida che bisogna fare qualcosa. Nel mezzo ci sono quegli sciocchi che modernamente e garbatamente definiamo negazionisti che hanno trovato ne La Verità l’organo ufficiale e in Andrea Giambruno, volto di Retequattro nonché compagno della presidente del Consiglio, un fervido portavoce.

Fa caldo, embè? Emergenza climatica? Balle, roba da “gretini”. Come se ne infischiavano del Covid, ora spiritoseggiano su un luglio da incubo. E stiamo qui a scrivere questi articoli senza nemmeno sapere bene con chi prendercela e allora l’unica cosa seria da fare è rivolgere il pensiero non a questi lanzichenecchi, come ama dire Alain Elkann, che negano l’evidenza ma a tutte le persone e le famiglie colpite da uragani e incendi, grandinate e crolli e fumo irrespirabile, alle vittime, e naturalmente ai soliti eroi della Protezione civile, dei pompieri, dell’esercito, dei volontari.

Che non si sia dinanzi a una fatalità è troppo ovvio per argomentarlo. Ci è arrivato anche il ministro Nello Musumeci. Invece Matteo Salvini ancora no, lui continua a parlare del Ponte di Messina con Catania senz’acqua e Palermo che brucia e non si sa neppure cosa stia facendo – lui, ministro delle Infrastrutture che dovrebbe stare sui posti del dramma a coordinare i lavori, a far sentire che lo Stato c’è.

Giorgia Meloni vaga coi suoi passetti veloci da un summit internazionale all’altro, con risultati non memorabili, più che altro passerelle diplomatiche alternate a riflessioni falsate dalla faziosità come quella su Vox, il “suo” partito, il cui risultato (catastrofico) «era atteso». Il che è una bugia, e adesso se ne andrà a Washington per incontrare il presidente degli Stati Uniti – che glielo avrebbe detto due anni fa.

E poi c’è il nostro Parlamento, questa casa della democrazia che tutti noi rappresenta, anche chi non ha votato, che in queste ore drammatiche si sta affaccendando su tutt’altre faccende e talvolta in modo sufficientemente penoso.

È il caso del Senato, dove ieri si è approvato un inutile indirizzo voluto dalla maggioranza in cui si impegna ad approvare la riforma sull’autonomia differenziata (una riforma che o non si capisce o se la si capisce è sbagliata) e l’elezione diretta del premier, uno scambio di amorosi sensi tra Lega e Fratelli d’Italia mentre acqua e fuoco spadroneggiano in mezza Italia. E domani, sempre il Senato, respingerà l’inutile contiana mozione di sfiducia a Daniela Santanchè, una bella mossa per rafforzarla.

Il Re si diverte, insomma, mentre l’Italia ha paura, mentre guarda fuori dalla finestra l’apocalisse ora.

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