Navigare a vistaIl Pd ha fatto una figuraccia appoggiando il governo sulla misura più sballata di tutte

Schlein ha abbracciato la tassa sulle banche su cui poi l’esecutivo stesso ha dovuto fare mezzo passo indietro. Forse perché priva di colleghi di partito all’altezza, la segretaria naviga a vista: sul salario minimo, domani, potrebbe mandare la palla in tribuna facendo un altro regalo alla premer

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Il Partito democratico ha fatto una pessima figura ad appoggiare una delle misure più sballate del governo, talmente sballata che il governo stesso, e non per impulso delle opposizioni ma per l’evidente figuraccia sui mercati, è dovuto tornare abbastanza indietro.

Il Partito democratico è rimasto abbacinato dalla filosofia tendenzialmente sovietica che ha guidato la premier che ieri ha spiegato che il governo ha istituito una tassa sui «margini di guadagno ingiusti» delle banche, dove sono lei e i suoi collaboratori a stabilire il margine giusto e quello ingiusto, più o meno come spettava al segretario del Pcus, ma a sinistra va molto di moda questa idea degli “extraprofitti”, categoria scivolosa e informe basata più sulla psicanalisi che sulla scienza della finanze: mai guadagnare troppo.

Ma siccome non siamo in Unione sovietica e non ci sono kulaki da deportare, ci ha pensato poi il mercato a darle un drizzone: a Ovest niente di nuovo, funziona così. Dopo quindici anni di vita si pensava che il Partito democratico avesse assimilato la lezione per cui il dirigismo ideologico («contro le banche!», come dicevano i giottini) va a sbattere contro la realtà: invece la sinistra interna che si è impadronita via Elly Schlein del partito ha stoltamente fatto clap clap a una misura estemporanea e sbagliata nei suoi presupposti, come hanno spiegato decine di seri economisti e imparziali osservatori.

Non solo i dem hanno appoggiato Giorgia Meloni (altro che stampella) ma l’hanno fatto scivolando sulla fanghiglia di un provvedimento che tra l’altro illude tutti coloro che hanno un mutuo variabile promettendo «aiuti» che se ci saranno non verranno certo da questa roba. Il problema di Schlein, sulle cui spalle non può ragionevolmente poggiare tutto, è che non dispone di gente all’altezza della situazione, complici anche la morte cerebrale dell’ex area riformista sepolta a Cesena e la smania di voti che evidentemente si pensa di arraffare con la ricetta di Giuseppe Conte intrisa di demagogia e populismo.

Il Partito democratico continua a navigare a vista e rischia di sprecare anche quel che di buono ha fatto. Dopo questa figura di palta adesso il Partito democratico dovrà in qualche modo “emendarsi” e tornare a fare la faccia feroce.

E l’occasione potrebbe essere domani quando Schlein salirà a palazzo Chigi a cospetto di mezzo governo (con Meloni ci saranno Matteo Salvini, Antonio Tajani, Marina Calderone, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari) per discutere di salario minimo. Siccome deve scrollarsi di dosso l’immagine dell’asse con la premier sulla tassazione delle banche è molto probabile che la segretaria del Partito democratico (insieme a Conte e Fratoianni, il più fiero nemico della ricchezza) potrebbero mandare la palla in tribuna facendo un altro regalo alla presidente del Consiglio che invece andrebbe stanata nel merito, come suggerisce l’altro partecipante alla riunione, Carlo Calenda.

L’alert lanciato da Schlein – vogliamo discutere anche di Marcello De Angelis – non lascia presagire nulla di buono: che c’entra la strage di Bologna col salario minimo? Sarebbe un peccato se la prima trattativa, o barlume di trattativa, tra governo e opposizioni andasse in fumo, ma è probabile che sia il Partito democratico sia Meloni ritengano che per i rispettivi elettorati sia meglio evitare altri abbracci dopo quello, davvero penoso, sulle banche.

In questa situazione – che non si sa nemmeno come definire, nella quale tutto sembra un alternarsi di giri di valzer e coltellate alla schiena – in questo bipolarismo sgangherato e inintelligibile, forse ha ragione Matteo Renzi a voler restare ostinatamente fuori dalle manfrine in attesa di capire gli sviluppi autunnali del quadro politico. Perché qualcosa succederà senz’altro, molta gente si stancherà di questo clima stagnante e ambiguo.