Settembre, ottobre, novembre, dicembre. L’ultimo terzo dell’anno, la quartina di mesi con la “r”, pare sia il periodo migliore per le ostriche. In Irlanda, almeno, dove al classico abbinamento francese, ostriche e Champagne, se ne contrappone uno meno scontato: ostriche e whiskey.
Nel Paese, l’ex cibo di strada a buon mercato asceso negli ultimi due secoli a simbolo dei piaceri del palato, è conosciuto e apprezzato da quattromila anni. E da secoli, almeno dal 1200, l’ostrica autoctona (Ostrea edulis) viene allevata lungo la Wild Atlantic Way e in altre comunità costiere.
Con settemila e cinquecento chilometri di costa nel mezzo dell’Oceano Atlantico e dodicimila chilometri quadrati di terreni che filtrano le piogge, l’Irlanda offre infatti un habitat ideale per questo tipo di produzione. Che è sempre più apprezzata anche in Italia, il suo secondo mercato di importazione al mondo, sia per la qualità dei molluschi, dove lo iodio si combina con un leggero tocco di note agrumate, sia per la salute delle acque in cui vengono allevati con procedimenti attenti alla sostenibilità ambientale certificati da Origin Green, l’unico programma di sostenibilità al mondo che opera su scala nazionale.
In Irlanda si trovano anche abbinamenti per noi inediti con altri tipici prodotti locali: ovviamente con la classica pinta di Guinness, ma anche con il whiskey, che sta diventando una scelta sempre più apprezzata.
Per gustare questo connubio è perfetto il Galway International Oyster Festival, il più popolare e il più antico appuntamento irlandese dedicato alle ostriche, descritto dal Sunday Times come «uno dei dodici più grandi spettacoli al mondo».
Nato nel 1954, offre un programma che oltre a degustazioni, incontri, piatti a base di ostriche, soprattutto della varietà autoctona nota come Piatta di Galway, e frutti di mare della Wild Atlantic Way, propone un’intensa serie di appuntamenti di intrattenimento come il World Oyster Opening Championship, il campionato mondiale di apertura delle ostriche, la parata Masquerade Mardi Gras per le vie medievali del centro e, come in ogni festa irlandese che si rispetti, musica e ballo no-stop.
A Galway le ostriche e il whiskey hanno molte occasioni di incontro. Qui, al largo della baia di Ballinakill, lungo le coste del Connemara, nel 1893, nacque DK Oysters, uno degli allevamenti più antichi dell’isola. È ancora attivo ed è tra i più apprezzati della Wild Atlantic Way. Connemara è anche il nome dell’unico whiskey torbato – nonché unico single malt – dell’isola, che con le sue note affumicate rappresenta uno degli abbinamenti più indicati: è prodotto dall’antica distilleria Kilbeggan, così come il Killbeggan Small Batch Rye, trenta per cento di malto di segale.
Per esplorare le diverse combinazioni, anche oltre i giorni del festival, c’è il Galway Seafood Trail, un itinerario gastronomico tra pub, ristoranti stellati e allevamenti di ostriche a cui si affianca il Galway Whiskey Trail che esplora e racconta i locali e la storia e segnala i dodici luoghi migliori, bar e punti di vendita, per assaggiare i prodotti delle più rinomate distillerie irlandesi. Tra questi, lo storico e pluripremiato Sonny Molloy’s, con i suoi whiskey rari e costosi, dove una degustazione può arrivare a costare quasi tremila euro. C’è anche uno “spirito guida”, selezionato per l’occasione, il Galway Hooker, disponibile in tutti i locali del trail. L’elenco degli allevatori della zona, e del resto del Paese, è anche disponibile sul sito del Board Iascaigh Mhara – Ireland’s Seafood Development Agency.
Per degustare al meglio le ostriche con il whiskey gli esperti raccomandano l’uso di un vaporizzatore di tipo alimentare con cui spruzzare lievemente il mollusco a circa quindici-venti centimetri di distanza, per disperdere l’alcol e sentire solo gli aromi. Quindi si mangia l’ostrica, poi si sorseggia il whiskey.
Gli appuntamenti con le ostriche non finiscono a Galway. Poco lontano, in amichevole concorrenza, un altro evento storico, il Clarenbridge Oyster Festival sulla Dunbulcan Bay, propone ostriche cresciute tra la foce del fiume Claren e l’oceano, in una combinazione ideale di acqua dolce e salata.
Per un’esperienza più mirata e professionale, la Shuck Off! – Oyster Workshop and Tasting Experience, nel parco e sito Unesco dei Burren, organizza un corso formativo in un’azienda di ostriche che va dalla biologia, ai metodi di allevamento, ai modi di classificazione e di confezionamento per i mercati nazionali e internazionali.
Primo negli appuntamenti stagionali, il Ballylongford Oyster Festival, nella contea di Kerry, propone una popolare gara a chi mangia più ostriche e attività tipicamente rurali come la corsa dei trattori.