In mare e a terraSalvini ora vuole la Marina, sono quadruplicati gli arrivi dalla Tunisia

Polemiche leghiste sulla «via diplomatica» del governo che non avrebbe funzionato per ridurre gli sbarchi. I dati del Viminale registrano quest’anno più di ottantacinquemila profughi da Tunisi nonostante l’accordo con Kaïs Saïed elogiato dall’Europa. Resta critica la situazione a Lampedusa

Migranti a Lampedusa
Migranti a Lampedusa (AP Photo/Valeria Ferraro)

In campagna elettorale, la destra aveva promesso di fermare gli sbarchi. Ora che non c’è riuscita l’ultima suggestione del vicepremier leghista Matteo Salvini è la seguente: «L’Italia metterà in mare e a terra tutti i mezzi necessari. Non escludo l’utilizzo della Marina militare». Per salvare chi affoga in mare? No, per la difesa delle frontiere.

La sparata va inserita nel confronto interno alla maggioranza con Fratelli d’Italia. Ieri quelle acque sono state agitate dall’intervista ad Affaritaliani del vicesegretario Andrea Crippa nella quale veniva di fatto bocciata la strategia di Giorgia Meloni. «La via diplomatica non ha portato a niente», è il virgolettato incriminato.

Ieri la presidente del Consiglio era a Budapest, al fianco di Viktor Orbán, in un sussulto sovranista al grido di «Dio e famiglia». Manca giusto la patria e il tridente è completo. Al forum sulla crescita demografica ha espresso «ammirazione per l’Ungheria», definita «modello contro denatalità». Da lì Palazzo Chigi emette una nota che risponde all’alleato: «La migrazione è una sfida comune per l’Unione che richiede una risposta collettiva».

Nel frattempo le strutture d’accoglienza di Lampedusa sono al collasso. In serata sull’isola sono arrivate altre centosettantadue persone, a bordo di cinque barchini soccorsi dalle motovedette della Guardia costiera. In totale, riporta Rainews24, «nella giornata di ieri gli arrivi sono stati 559. All’hotspot, dopo la raffica di trasferimenti – circa duemila – attualmente ci sono 4.079 ospiti, fra cui 291 minori non accompagnati».

Infine, i dati del Viminale riportati oggi dal Corriere lasciano presagire che la pressione non si allenterà. In tre giorni sono approdate diecimila persone sulle coste italiane. C’è stato un marcato incremento dei profughi partiti dalla Tunisia. Quest’anno sono stati finora più di ottantacinque mila, contro i 18.590 del 2022: un aumento del trecentosessanta per cento.

A giugno – in un’iniziativa italiana, accompagnata dal premier olandese Mark Rutte e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – l’Ue aveva deciso di versare centocinquanta milioni a Tunisi. È ancora in corso la trattativa con il Fondo monetario internazionale, per un prestito da 1,9 miliardi di dollari. Un accordo citato come esempio virtuoso dalla stessa von der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione di mercoledì. Ma che non ha fermato gli sbarchi.

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