L’euforia del countdown, gli abbracci con i colleghi e le lacrime di gioia, le foto sul palco con in mano uno shaker e la sciarpa rossa al collo: la cerimonia di premiazione dei World’s 50 Best Bars è un momento di celebrazione a cui sempre più professionisti nel settore beverage ambiscono a partecipare.
Ospitato per la prima volta in Asia, alla Pasir Panjang Power Station di Singapore, il 17 ottobre l’evento di 50 Best ha annunciato al mondo intero quali sono i cocktail bar che dettano tendenza. Tra conferme, new entry e locali che stanno scalando la vetta, ecco il bilancio della premiazione, che mette in luce le direzioni della mixology mondiale.
L’ospitalità italiana (all’estero) è ancora una volta la migliore del mondo
Se c’è una cosa di cui gli italiani possono vantarsi è di saperci fare nel mondo dell’ospitalità. Chi è solito viaggiare all’estero saprà bene che nei migliori alberghi, ristoranti e cocktail bar, a dirigere le operazioni, preparare drink e ricette e servire ai tavoli, non è difficile trovare nostri connazionali che hanno lasciato le proprie città di origine per fare nuove esperienze. Sempre pronti a dispensare sorrisi e ad accogliere gli ospiti con piccole attenzioni, riescono a creare con facilità situazioni conviviali, mettendo tutti a proprio agio.
Questo approccio vincente in termini di gradimento dell’esperienza è stato premiato per il quarto anno consecutivo dalla classifica dei World’s 50 Best Bars. Sips, il cocktail bar di Barcellona con soli trentacinque posti a sedere, è infatti frutto del lavoro di Simone Caporale, vera autorità nel mondo del beverage che, insieme al socio spagnolo Marc Alvarez, ha saputo dare vita a un format di cocktail bar innovativo, che si discosta dallo schema dei bar più classici.
L’anno scorso è stata la volta di Giacomo Giannotti, proprietario del Paradiso di Barcellona e, per due anni consecutivi (2020-2021), del team tutto italiano del Connaught Bar con Ago Perrone, Giorgio Bargiani e Maura Milia. Squadra che, anche quest’anno, resta nella top ten, risalendo fino al quinto posto. «È stato un risultato del tutto inaspettato e quindi ancora più emozionante. Dopo tutti questi anni nei top dieci, e con la bar industry che continua a crescere e affermarsi in tanti nuovi Paesi, è bello vedere quanto la nostra visione sia ancora rilevante e apprezzata», ha commentato la bar manager Maura Milia. «È soprattutto una grande soddisfazione per il nostro team: per i più giovani che si sono uniti a quella che è una cultura salda, portando il loro contributo e aiutandoci a costruire il futuro del Connaught Bar».
Sempre più Italia nei top 50
Altro dato positivo per l’Italia, nonostante la discesa di qualche posizione di tutti i locali, è la presenza di cinque cocktail bar nel ranking dei World’s 50 Best Bars. Il più alto, al numero ventuno, è il Drink Kong di Roma, format che ricorda le atmosfere giapponesi e quelle di “Blade Runner”, seguito dalla new entry della Capitale con Freni e Frizioni in trentatreesima posizione. Il 1930 di Milano è quarantaduesimo, mentre L’Antiquario di Napoli si piazza al numero quarantaquattro e Locale Firenze al quarantasei.
Londra si conferma il place to be per chi ama la miscelazione
Se c’è una città che può essere considerata la capitale mondiale della mixology, quella è Londra. All’interno della classifica 1-50 dei World’s 50 Best Bars 2023 si trovano ben cinque locali. Al numero quarantuno entra in classifica lo Scarfes Bar del Rosewood, al trentacinque c’è A Bar with Shapes for a Name firmato dal talentuoso mixologist e imprenditore Remy Savage, mentre alla posizione ventotto c’è il Satan’s Whiskers. Nella top ten si trovano infine Tayēr + Elementary, sceso di sei posizioni e oggi al numero otto, e il Connaught Bar, che risale, conquistando il quinto posto.
Gli street bar “di quartiere” guadagnano posizioni
La classifica del 2023 mostra l’apprezzamento verso locali dall’approccio informale, dove non si deve per forza scegliere un tavolo, ma spesso è possibile consumare in piedi, magari muovendosi al ritmo di musica. Come da Baltra Bar di Città del Messico al numero quarantacinque, il già citato Freni e Frizioni di Roma e The Clumsies, presente in classifica fin dal 2015 e oggi al quarantasettesimo posto. Al numero undici si piazza Tres Monos, cocktail bar nel quartiere Palermo Soho di Buenos Aires.
Gli speakeasy vanno ancora forte
Il successo dei secret bar mascherati da porte nascoste o negozi di street food non accenna ad arrestarsi e i numeri di 50 Best lo dimostrano. Al terzo posto della classifica c’è infatti Handshake Speakeasy di Città del Messico, seguito al numero quattro da Paradiso, nascosto da un pastrami bar nel quartiere di El Born a Barcellona. Panda & Sons fa capolino al numero trentanove, con il suo stile tipico del proibizionismo celato da un barber shop vintage, mentre resta in classifica anche Hanky Panky, nato come speakeasy ma poi aperto a tutti, nonostante il suo ingresso sia celato da un taco bar. Anche l’Italia ha il suo locale segreto nel ranking: si tratta del 1930 di Milano, magistralmente guidato da Benjamin Cavagna.
Gli intramontabili grandi bar di albergo
Guardando la classifica è facile apprezzare il lavoro del Four Seasons che annovera ben tre dei suoi locali nei World’s 50 Best Bars. Al numero quaranta c’è Mimi Kakushi del Four Seasons Resort di Dubai con la sua atmosfera anni Venti di ispirazione giapponese, Argo di Hong Kong è in trentaquattresima posizione, mentre il BKK Social Club bar del Four Seasons Hotel di Bangkok, situato sul fiume Chao Phraya, è al numero tredici della classifica.
Scarfes Bar, all’interno del lussuoso Rosewood London, ha convinto i giudici della 50 Best con il suo menu dedicato ai primi dieci anni dall’apertura e alle illustrazioni che decorano le pareti della sala. Il Connaught Bar guida il movimento dell’alta ospitalità d’albergo dalla top five della classifica e continua a ispirare giovani bartender che si affacciano al mondo dell’ospitalità.
Una bevuta scenografica
Non solo il gusto, ma anche la vista necessita di essere appagata quando arriva l’ora dell’aperitivo. A soddisfare questa esigenza ci hanno pensato locali a dir poco monumentali come l’Atlas di Singapore, che rientra nella top fifty al numero quarantotto grazie all’imponente bottigliera e alle comode poltrone che avvolgono letteralmente ogni ospite.
Locale Firenze, situato nella corte di uno storico palazzo fiorentino, viene apprezzato per la bottigliera illuminata e la sua grande parete verde, mentre Argo di Hong Kong gode di una vista privilegiata su Victoria Harbour e di una struttura semicircolare dove ogni scaffale può celare o rivelare le bottiglie che ospita.
Anche Overstory di New York non scherza. Il cocktail bar al numero diciassette, situato al sessantaquattresimo piano del palazzo “70 Pine”, ha una bottigliera decisamente più contenuta rispetto a quelle citate fino a ora, ma compensa con una vista sullo skyline della città, specialmente dalla sua terrazza che percorre tutto il perimetro dell’edificio.
Qualsiasi sia il proprio stile di bevuta, la classifica dei World’s 50 Best Bars 2023 ha proposto un range di bar molto differenti tra loro e, anche quest’anno, diventerà la guida preferita degli amanti dei cocktail pronti a girare il mondo. Sorso dopo sorso.