Come di consueto, il 30 settembre il ministero della Salute ha terminato la pubblicazione dei bollettini sulle ondate di calore. Tutto normale, se non fosse che domenica 1 ottobre a Firenze sono stati registrati 33,2 gradi centigradi: l’ennesimo record sbriciolato che non fa quasi più rumore, perché questa è la nuova regolarità di una Terra in ebollizione a causa dell’emergenza climatica.
Il caldo torrido nel capoluogo toscano è dovuto a un anticiclone subtropicale che tormenterà non solo Firenze, ma gran parte del nostro Paese ancora per (almeno) una settimana. Da Genova a Napoli, dove la giunta ha approvato il prolungamento dell’apertura dei lidi comunali fino al 31 ottobre: sono molti i centri urbani in cui il termometro sta segnando più di trenta gradi, con medie superiori di otto-dieci gradi rispetto alla norma. In generale, ovunque stiamo percependo un caldo e un’umidità surreali per questo periodo dell’anno: ormai i trenta gradi bussano alla porta a maggio e rimangono fino al periodo autunnale.
Impossibile, al momento, stabilire una relazione diretta tra questa zona di alta pressione e il riscaldamento globale di origine antropica, ma la tendenza climatica in cui si va a inserire è inequivocabile. Fare il bagno al mare o girare in canottiera a ottobre può provocare comprensibili entusiasmi, ma non c’è da essere ottimisti. Soprattutto in Europa, che dal 1980 – sottolinea Copernicus – si è riscaldata il doppio rispetto alla media globale.
Secondo Giulio Betti, meteorologo ed esperto di clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), le caratteristiche dell’attuale anticiclone subtropicale sono «tipiche della stagione estiva» e appaiono connesse alla «presenza di aria molto calda in quota associata a forte compressione».
L’ondata di caldo non sta ovviamente toccando solo l’Italia. A Montoro, in Andalusia (Spagna), il primo ottobre sono stati registrati 38,2 gradi: «In Spagna è in corso un’ondata di caldo fuori stagione che sta portando le temperature oltre i dieci gradi rispetto alla norma», ha twittato Copernicus. In Francia, più di trecento stazioni meteorologiche hanno segnalato temperature da record per il decimo mese dell’anno. Qualche esempio: 35,5 gradi ad Anglars; 34,2 a Montauban; 33,0 a Tolosa; 32,5 a Bordeaux; 31,0 ad Avignone.
Spain just witnessed its hottest October day on record with 38.2°C (101°F) at Montoro.
Incredible warmth for this time of year. pic.twitter.com/3Xr98LNvsM
— Nahel Belgherze (@WxNB_) October 1, 2023
Quella che (impropriamente) viene definita “ottobrata” si è verificata dopo un’estate che – a causa dell’effetto combinato tra il fenomeno climatico El Niño e il riscaldamento globale – potrebbe consegnare al 2023 il titolo di anno più bollente nella storia, attualmente in mano al 2016. Luglio 2023 è stato il mese più caldo di sempre; giugno e agosto sono stati rispettivamente i più roventi da quando l’uomo dispone degli strumenti per registrare le temperature. Austria, Belgio, Francia, Germania, Polonia e Svizzera si sono appena lasciati alle spalle il loro settembre più caldo.
Le zone di alta pressione stanno sorvolando anche l’America settentrionale. Emblematica la notizia dell’annullamento della Medtronic twin cities marathon – una gara di corsa che parte a Minneapolis e termina a St. Paul – per via delle condizioni meteorologiche potenzialmente pericolose per gli oltre ottomila runner iscritti. Il National weather service ha previsto per le 12:00 del primo ottobre una temperatura massima di ottantotto gradi fahrenheit (poco più trentuno gradi celsius). Nel Midwest statunitense e nella zona canadese dei grandi laghi, le stazioni meteo stanno registrando cifre più alte di venti-venticinque gradi fahrenheit rispetto alla media del periodo.
Occhi puntati anche sull’Australia, che da settembre a novembre affronta condizioni simili a quelle primaverili in Europa. Non nel 2023, però. In questi giorni, infatti, nelle regioni meridionali la temperatura ha spesso superato i trentacinque gradi. All’aeroporto di Sydney, per esempio, domenica sono stati registrati 36,9 gradi centigradi.
Intervistata dal Guardian, la meteorologa francese Christine Berne ha detto che con i cambiamenti climatici le ondate di caldo si verificano più frequentemente fuori dai consueti mesi estivi: «Le vedremo a settembre e persino a ottobre, come sostengono i modelli dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc)».
Il Climate shift index (Csi), un indice (da -5 a +5) che rileva l’influenza del cambiamento climatico sulla temperatura di un giorno in particolare, può già fornire buone indicazioni sulla situazione attuale, in attesa di studi di attribuzione più specifici. Il 2 ottobre 2023, la temperatura registrata a Milano (più di ventotto gradi di massima) è stata resa cinque volte più probabile dal riscaldamento globale di origine antropica.
Oltre a essere esasperante (anche per via della presenza di zanzare, le cui uova necessitano di calore per schiudersi), il caldo a ottobre potrebbe avere un serio impatto sulle coltivazioni, sul suolo e sulla biodiversità. Secondo Franco Miglietta, dirigente di ricerca al Cnr, le ondate di calore in autunno «possano favorire lo sviluppo di nuove generazioni di insetti dannosi (come la mosca dell’olivo) con attacchi tardivi anche a quote più elevate».
Giorgio Vacchiano, noto esperto in gestione e pianificazione forestale e presidente di Climate media center Italia, ha poi sottolineato che «alcuni studi associano un eccesso di calore autunnale con una entrata anticipata in dormienza da parte delle piante, che quindi potrebbero avere meno tempo a disposizione per accumulare le sostanze di riserva». Secondo il ricercatore, «gli insetti parassiti possono approfittare del caldo, mantenendo alta la loro attività per un periodo più lungo o addirittura aggiungendo una nuova generazione al loro ciclo riproduttivo annuale, rischiando di far aumentare ulteriormente la loro pressione, come nel caso degli attacchi di bostrico in corso sull’abete rosso».