Scusali, principessaLa malattia di Kate e altre imbarazzanti gesta del giornalismo globale

Anche i quotidiani che si percepiscono seri si sono comportati come i più fantasiosi tabloid, eppure su Catherine Middleton c’era il concreto sospetto che potesse essere qualcosa di serio e non materia da pettegolezzo

AP/Lapresse

E adesso sono proprio curiosa di vedere chi titola «Scusaci, principessa». Ché ce ne sarebbe, da scusarsi. Assai più che nell’estate del 1997. E non solo per la mancata curva d’apprendimento. Non ricordo chi avesse detto, nelle scorse settimane, che quando si fosse saputo come stavano le cose i giornali avrebbero capito d’aver fatto, con la Middleton coniugata reale, peggio di quanto avessero fatto con la Spencer divorziata reale. Era una facile profezia. Si è avverata.

È andata così, ne accennavo l’altro giorno ma vale la pena fare un riassunto più ampio della capacità dei giornali di tutto il mondo (per non parlare di quella delle vongole dei social) di coprirsi di ridicolo e d’imbarazzo. È andata che il 22 dicembre l’erede al trono d’Inghilterra e la moglie hanno annunciato che all’inizio del 2024 sarebbero stati in visita ufficiale in Italia, che il 25 dicembre erano tutti allegramente alla funzione natalizia a Sandringham, e che il 17 gennaio viene annunciato che Catherine Middleton ha subìto un intervento a una non meglio specificata zona addominale e che pianifica di farsi rivedere in pubblico dopo Pasqua.

A quel punto gli adulti si fanno due calcoli. Appendicite o simili hanno un decorso assai più breve. Un intervento programmato non è, altrimenti non avrebbero annunciato il viaggio in Italia che a quel punto annullano. C’entra l’ambulanza che è stata vista lasciare Sandringham il 28 dicembre?

S’intuiscono guai grossi, che suggeriscono prudenza. Facciamo un esempio più piccino, che peraltro avevo già utilizzato su queste pagine. Quando uscirono le foto di Daria Bignardi alla conferenza stampa che l’annunciava direttrice di Rai 3, le foto con capelli che erano evidentemente una ricrescita da chemio, non c’era sito di giornale che non titolasse sulla scelta sbarazzina dei capelli corti e crespi.

Chiunque avesse gli occhi e li usasse intuiva la verità, ma forse se devi far cliccare in fretta il titolo gli occhi non puoi permetterti di usarli. Hanno imparato qualcosa, da quell’inciampo? Macché. Passa qualche anno, e lo stesso numero d’idiozia viene fatto coi capelli (aridaje) di Concita De Gregorio: ha copiato il taglio alla Meloni. Era una parrucca, e anche lì c’era sotto una chemio. Sono andati a sotterrarsi dall’imbarazzo quando lei l’ha raccontato?

Macché. Figurarsi se poteva durare la lucida continenza di gennaio, il silenzio all’annuncio dell’intervento londinese, quando tutti ci dicevamo dev’essere qualcosa di gravissimo, poveraccia, e nessuno scriveva una riga, faceva una battuta, diceva niente. Poi è saltato il tappo.

È successo a fine febbraio, e non è successo per la foto taroccata (quella è venuta dopo) né per altro motivo frivolo. Incredibilmente, si è deciso che si potevano dire puttanate su una situazione che non si conosceva quando si è suicidato il marito d’una cugina della famiglia reale.

Una cosa che dovrebbe farti essere ancora più determinato a star zitto, sai che rischio di pentirsi d’ogni parola – e invece. Da lì in poi, è valso tutto. Era l’amante della Middleton. No, è William che ha una relazione con sarcazzo quale aristocratica. No, è che la moglie ha scoperto la relazione del marito e l’ha lasciato e si rifiuta di farsi vedere per dispetto. No, è che è incinta del suicida. No, è che lo era e a gennaio ha abortito.

Da lì in poi, ogni giornale ha detto la sua, ogni Vongola75 ha avuto qualche battuta sagace da fare perché sì, domani magari viene fuori che era una roba grave ma vuoi mettere i cuoricini che prendi oggi, ogni testata con pretesa di serietà si è comportata come il più scrauso dei tabloid perché è questo che le testate con pretese di serietà fanno ormai da molti anni, da quando devono andare incontro a un pubblico sempre più pigro, e pure quelli che fanno i giornali non è che siano fulmini di guerra.

Piers Morgan, che da giovanissimo dirigeva tabloid e negli anni di Diana Spencer ne ha fatte di tutti i colori, invitava alla calma e, in confronto agli improvvisati degli scoop regali, sembrava il figlio naturale di Enzo Biagi e Barbara Walters.

Non sono ignara che i tempi siano cambiati, che se tutti hanno un telefono con una telecamera non esista più alcun controllo sulle notizie, che se a quelli che una volta si sarebbero espressi a grugniti oggi dai una laurea poi quelli si sentiranno in grado di parlare di tutto e la diffusa cafonaggine è un prezzo in fondo basso da pagare per la democrazia e il benessere, però, santa pace: quando ieri alle sette di sera, ora italiana, i media di tutto il mondo hanno pubblicato il video di Catherine Middleton che c’informa sorridente che ha un cancro e che sarebbe carino non romperle troppo i coglioni, ecco, vi siete sotterrati dall’imbarazzo?

Perché io, che in tutto ho scritto due righe due, in un pezzo che parlava d’altro, sull’ipotesi che i figli delle corna ereditassero il trono, e pure in quelle due righe dicevo che se poi vien fuori che è una cosa grave sai come dobbiamo vergognarci tutti quanti, io un po’ mi sento una merda anche solo per due righe, e non è che io sia specialista in continenza.

E sì, conosco le obiezioni. Lo so che la comunicazione di questa vicenda è stata gestita male, e che la foto coi ritocchi vi ha fatto ritenere autorizzati a pensar male, ma ho una notizia per voi: noi sani di mente abbiamo pensato semplicemente fosse un ritocco goffo, proprio come comunicato ufficialmente. A volte non sentirsi troppo furbi per credere a quel che vien detto aiuta a non fare troppo la figura dei coglioni.

Voialtri cultori dello stile paranoide, voi che pensate che «debunker» sia una professione, a voi non la si fa, a voi quella foto apriva squarci su universi e mitologie. Un tweet in cui si diceva che la faccia nella foto era, ritagliata, la faccia della Middleton su una vecchia copertina di Vogue (ma tu pensa: la stessa persona ha la stessa faccia), un tweet che ritiene di aver dimostrato la sovrapposizione fotografica, pubblicato l’11 marzo, ha in undici giorni avuto cinquantuno milioni di visualizzazioni.

Io capisco che l’umanità viva perlopiù vite di silenziosa disperazione, e proprio a questo servano le famiglie regnanti: a distrarci, a farci immaginare vite più rutilanti delle nostre, e allora quella del video al mercato di Windsor pubblicato pochi giorni fa doveva essere una sosia, e nella foto hanno ritagliato Vogue perché lei è sfigurata o scappata alle Fiji con l’amante e non era lì per farsi fotografare, e Jim Morrison ha inscenato la propria morte e vive a Parigi.

Capisco tutto, e non pretendo neanche l’uso della logica e della razionalità nel formulare ipotesi fantasiose: Catherine Middleton, che nel voler sposare l’erede al trono e partorire altri eredi al trono ha mostrato una disciplina che in confronto Golda Meir era una mammola, avrebbe abbandonato la famiglia per un paio di corna come una qualunque concorrente del Grande Fratello?

Capisco tutto, però mi chiedo se non fosse proprio possibile concentrarsi su pettegolezzi minori, dalla Ferragni in su, e lasciar stare l’unica storia su cui gravasse il concreto sospetto che potesse finir male. Per poi trovarsi a titolare «Scusaci, principessa». Il giornalismo della marmotta.

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